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2024-03-28T17:05:16Z
User contributions
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Beginners' guide (Italiano)
2009-05-16T09:42:16Z
<p>Dav2dev: /* Avviare l'installer */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc. A seconda delle impostazioni del BIOS, il computer potrebbe avviare automaticamente il sistema su CD o USB, oppure potrebbe essere necessario premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante l'accensione o cambiare direttamente l'ordine di avvio nel bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
<br />
'''title''': Il nome a piacere che verrà visualizzato nel menu d'avvio.<br />
<br />
'''root''': La partizione nella quale si trovano il kernel e l'eventuale immagine initrd.<br />
<br />
'''kernel''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova il kernel, ed eventuali parametri da passare al kernel. Il parametro ''root='' specifica la partizione in cui si trovano i file di avvio per il sistema (in genere è la stessa che poi verrà montata come directory radice del sistema). Il parametro ''ro'' indica che per svolgere le operazioni di avvio la partizione di root va montata in sola lettura (poi verrà rimontata in lettura-scrittura). Il parametro ''vga=773'' assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
<br />
'''initrd''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova l'immagine del ramdisk iniziale.<br />
<br />
Per ulteriori informazioni consultare [[GRUB_%28Italiano%29|l'articolo su GRUB]].<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet.<br />
<br />
Di seguito una breve introduzione alla configurazione della rete. Per ulteriori informazioni consultare l'[[Network|articolo specifico per le reti]].<br />
<br />
====Testare la rete====<br />
Un semplice test per verificare se il collegamento a Internet funziona consiste nel "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
{{Warning|Alcune reti sono configurate per non far funzionare il ping; in tali casi bisogna testare la rete in altri modi, come aprire un sito tramite il proprio browser web.}}<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete funziona correttamente.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora probabilmente i DNS non sono configurati a dovere. Aprire «/etc/resolv.conf» e controllare.<br />
<br />
Se viene segnalato un errore "host unreachable", allora probabilmente l'instradamento predefinito dei pacchetti non è configurato bene. Usare il comando ''route'' per risolvere il problema.<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=68825
Beginners' guide (Italiano)
2009-05-16T09:41:45Z
<p>Dav2dev: /* Avviare l'installer */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. A seconda delle impostazioni del BIOS, il computer potrebbe avviare automaticamente il sistema su CD o USB, oppure potrebbe essere necessario premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante l'accensione o cambiare direttamente l'ordine di avvio nel bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
<br />
'''title''': Il nome a piacere che verrà visualizzato nel menu d'avvio.<br />
<br />
'''root''': La partizione nella quale si trovano il kernel e l'eventuale immagine initrd.<br />
<br />
'''kernel''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova il kernel, ed eventuali parametri da passare al kernel. Il parametro ''root='' specifica la partizione in cui si trovano i file di avvio per il sistema (in genere è la stessa che poi verrà montata come directory radice del sistema). Il parametro ''ro'' indica che per svolgere le operazioni di avvio la partizione di root va montata in sola lettura (poi verrà rimontata in lettura-scrittura). Il parametro ''vga=773'' assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
<br />
'''initrd''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova l'immagine del ramdisk iniziale.<br />
<br />
Per ulteriori informazioni consultare [[GRUB_%28Italiano%29|l'articolo su GRUB]].<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet.<br />
<br />
Di seguito una breve introduzione alla configurazione della rete. Per ulteriori informazioni consultare l'[[Network|articolo specifico per le reti]].<br />
<br />
====Testare la rete====<br />
Un semplice test per verificare se il collegamento a Internet funziona consiste nel "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
{{Warning|Alcune reti sono configurate per non far funzionare il ping; in tali casi bisogna testare la rete in altri modi, come aprire un sito tramite il proprio browser web.}}<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete funziona correttamente.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora probabilmente i DNS non sono configurati a dovere. Aprire «/etc/resolv.conf» e controllare.<br />
<br />
Se viene segnalato un errore "host unreachable", allora probabilmente l'instradamento predefinito dei pacchetti non è configurato bene. Usare il comando ''route'' per risolvere il problema.<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=67205
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-19T23:37:20Z
<p>Dav2dev: /* Configurare la rete */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
<br />
'''title''': Il nome a piacere che verrà visualizzato nel menu d'avvio.<br />
<br />
'''root''': La partizione nella quale si trovano il kernel e l'eventuale immagine initrd.<br />
<br />
'''kernel''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova il kernel, ed eventuali parametri da passare al kernel. Il parametro ''root='' specifica la partizione in cui si trovano i file di avvio per il sistema (in genere è la stessa che poi verrà montata come directory radice del sistema). Il parametro ''ro'' indica che per svolgere le operazioni di avvio la partizione di root va montata in sola lettura (poi verrà rimontata in lettura-scrittura). Il parametro ''vga=773'' assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
<br />
'''initrd''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova l'immagine del ramdisk iniziale.<br />
<br />
Per ulteriori informazioni consultare [[GRUB_%28Italiano%29|l'articolo su GRUB]].<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet.<br />
<br />
Di seguito una breve introduzione alla configurazione della rete. Per ulteriori informazioni consultare l'[[Network|articolo specifico per le reti]].<br />
<br />
====Testare la rete====<br />
Un semplice test per verificare se il collegamento a Internet funziona consiste nel "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
{{Warning|Alcune reti sono configurate per non far funzionare il ping; in tali casi bisogna testare la rete in altri modi, come aprire un sito tramite il proprio browser web.}}<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete funziona correttamente.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora probabilmente i DNS non sono configurati a dovere. Aprire «/etc/resolv.conf» e controllare.<br />
<br />
Se viene segnalato un errore "host unreachable", allora probabilmente l'instradamento predefinito dei pacchetti non è configurato bene. Usare il comando ''route'' per risolvere il problema.<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=67204
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-19T23:33:30Z
<p>Dav2dev: /* Testare la rete */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
<br />
'''title''': Il nome a piacere che verrà visualizzato nel menu d'avvio.<br />
<br />
'''root''': La partizione nella quale si trovano il kernel e l'eventuale immagine initrd.<br />
<br />
'''kernel''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova il kernel, ed eventuali parametri da passare al kernel. Il parametro ''root='' specifica la partizione in cui si trovano i file di avvio per il sistema (in genere è la stessa che poi verrà montata come directory radice del sistema). Il parametro ''ro'' indica che per svolgere le operazioni di avvio la partizione di root va montata in sola lettura (poi verrà rimontata in lettura-scrittura). Il parametro ''vga=773'' assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
<br />
'''initrd''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova l'immagine del ramdisk iniziale.<br />
<br />
Per ulteriori informazioni consultare [[GRUB_%28Italiano%29|l'articolo su GRUB]].<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet.<br />
<br />
====Testare la rete====<br />
Un semplice test per verificare se il collegamento a Internet funziona consiste nel "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
{{Warning|Alcune reti sono configurate per non far funzionare il ping; in tali casi bisogna testare la rete in altri modi, come aprire un sito tramite il proprio browser web.}}<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete funziona correttamente.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora probabilmente i DNS non sono configurati a dovere. Aprire «/etc/resolv.conf» e controllare.<br />
<br />
Se viene segnalato un errore "host unreachable", allora probabilmente l'instradamento predefinito dei pacchetti non è configurato bene. Usare il comando ''route'' per risolvere il problema.<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=67203
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-19T23:32:48Z
<p>Dav2dev: /* GRUB */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
<br />
'''title''': Il nome a piacere che verrà visualizzato nel menu d'avvio.<br />
<br />
'''root''': La partizione nella quale si trovano il kernel e l'eventuale immagine initrd.<br />
<br />
'''kernel''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova il kernel, ed eventuali parametri da passare al kernel. Il parametro ''root='' specifica la partizione in cui si trovano i file di avvio per il sistema (in genere è la stessa che poi verrà montata come directory radice del sistema). Il parametro ''ro'' indica che per svolgere le operazioni di avvio la partizione di root va montata in sola lettura (poi verrà rimontata in lettura-scrittura). Il parametro ''vga=773'' assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
<br />
'''initrd''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova l'immagine del ramdisk iniziale.<br />
<br />
Per ulteriori informazioni consultare [[GRUB_%28Italiano%29|l'articolo su GRUB]].<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet.<br />
<br />
====Testare la rete====<br />
Un semplice test per verificare se il collegamento a Internet funziona consiste nel "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
{{Warning|Alcune reti sono configurate per non far funzionare il ping; in tali casi bisogna testare la rete in altri modi, come aprire un sito tramite il proprio browser web.}}<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete funziona correttamente.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora probabilmente i DNS non sono configurati a dovere. Aprire «/etc/resolv.conf» e controllare.<br />
<br />
Se viene segnalato un errore "host unreachable", allora probabilmente l'instradamento predefinito dei pacchetti non è configurato bene. Usare il comando ''route'' per risolvere il problema.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=67202
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-19T23:30:57Z
<p>Dav2dev: /* GRUB */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
<br />
'''title''': Il nome a piacere che verrà visualizzato nel menu d'avvio.<br />
<br />
'''root''': La partizione nella quale si trovano il kernel e l'eventuale immagine initrd.<br />
<br />
'''kernel''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova il kernel, ed eventuali parametri da passare al kernel. Il parametro ''root='' specifica la partizione in cui si trovano i file di avvio per il sistema (in genere è la stessa che poi verrà montata come directory radice del sistema). Il parametro ''ro'' indica che per svolgere le operazioni di avvio la partizione di root va montata in sola lettura (poi verrà rimontata in lettura-scrittura). Il parametro ''vga=773'' assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
<br />
'''initrd''': Il percorso (nella partizione indicata prima) in cui si trova l'immagine del ramdisk iniziale.<br />
<br />
Per ulteriori informazioni consultare l'articolo su [[GRUB_%28Italiano%29|GRUB]].<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet.<br />
<br />
====Testare la rete====<br />
Un semplice test per verificare se il collegamento a Internet funziona consiste nel "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
{{Warning|Alcune reti sono configurate per non far funzionare il ping; in tali casi bisogna testare la rete in altri modi, come aprire un sito tramite il proprio browser web.}}<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete funziona correttamente.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora probabilmente i DNS non sono configurati a dovere. Aprire «/etc/resolv.conf» e controllare.<br />
<br />
Se viene segnalato un errore "host unreachable", allora probabilmente l'instradamento predefinito dei pacchetti non è configurato bene. Usare il comando ''route'' per risolvere il problema.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=67184
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-19T20:49:37Z
<p>Dav2dev: /* Configurazione del server grafico */ pare che hwd sia deprecato.</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet.<br />
<br />
====Testare la rete====<br />
Un semplice test per verificare se il collegamento a Internet funziona consiste nel "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
{{Warning|Alcune reti sono configurate per non far funzionare il ping; in tali casi bisogna testare la rete in altri modi, come aprire un sito tramite il proprio browser web.}}<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete funziona correttamente.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora probabilmente i DNS non sono configurati a dovere. Aprire «/etc/resolv.conf» e controllare.<br />
<br />
Se viene segnalato un errore "host unreachable", allora probabilmente l'instradamento predefinito dei pacchetti non è configurato bene. Usare il comando ''route'' per risolvere il problema.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=ATI_(Italiano)&diff=67104
ATI (Italiano)
2009-04-18T16:45:53Z
<p>Dav2dev: /* Driver Proprietari ATI Catalyst */</p>
<hr />
<div>[[Category: Graphics (Italiano)]]<br />
[[Category: X Server (Italiano)]]<br />
[[Category: HOWTOs (Italiano)]]<br />
<br />
{{i18n_links_start}}<br />
<br />
{{i18n_entry|English|ATI}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|ATI (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|ATI (Italiano)}}<br />
<br />
{{i18n_links_end}}<br />
= Introduzione =<br />
I possessori di schede video ATI hanno due possibilità per ciò che riguarda i driver da utilizzare: se non siete sicuri di quali driver utilizzare, provate prima di tutto quelli open-source, poichè generalmente soddisfano le esigenze più basilari e provocano in generale meno problemi.<br />
<br />
I driver proprietari supportano [[AIGLX]]. Per utilizzare dei composite manager come [[Compiz]] potete ora usare sia i driver liberi che quelli proprietari. Oggi come oggi, le prestazioni dei driver open non sono paragonabili a quelle raggiungibili con i driver proprietari. Oltretutto, con i driver open manca ancora il supporto all'uscita TV, al doppio collegamento DVI, ed eventualmente ulteriori funzionalità. Dall'altro canto, ha un migliore supporto al dual-head.<br />
<br />
= Driver Open-Source =<br />
Ci sono due differenti driver open-source, <code>xf86-video-ati</code> e <code>xf86-video-radeonhd</code>.<br />
<br />
<code>xf86-video-ati</code> (versione 6.12.x) funziona con quasi tutte le schede video ATI, ma le schede più recenti tendono ad avere meno funzionalità implementate. I chip fino alla serie R5XX (grossomodo fino alla ATI X1950) sono pienamente supportati, in maniera stabile, e hanno il pieno supporto all'accelerazione 2D e 3D. I chip della serie R600 e R700 non hanno ancora (Aprile 2009) il supporto al 3D. Una lista comprensiva dei chipset supportati la si può trovare alla pagina [http://www.x.org/wiki/RadeonFeature].<br />
<br />
<code>xf86-video-radeonhd</code> è un driver sviluppato da Novell con le specifiche rese pubbliche da AMD per chip R500 e successivi. Inizialmente doveva rappresentare una rottura dal driver xf86-video-ati, ma allo stato attuale gran parte del codice risulta in comune. Supporta RandR 1.2 e rappresenta più che altro solo un driver in fase di sviluppo.<br />
<br />
== Installazione e Configurazione ==<br />
'''Nota:''' Se avete in precedenza installato i driver proprietari, assicuratevi di rimuovere i pacchetti <code>catalyst</code> e <code>catalyst-utils</code>.<br />
<br />
Per installare <code>xf86-video-ati</code> :<br />
pacman -S xf86-video-ati libgl<br />
<br />
Per installare <code>xf86-video-radeonhd</code> : <br />
pacman -S xf86-video-radeonhd libgl<br />
<br />
Modificate il vostro [[xorg.conf]], aggiungendo o assicurandovi di avere le righe seguenti nelle rispettive sezioni.<br />
<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
Load "dri"<br />
Load "drm"<br />
EndSection<br />
<br />
Sezione Device per <code>xf86-video-ati</code> :<br />
Section "Device"<br />
Identifier "name" # your alias<br />
Driver "radeon"<br />
Option "XAANoOffscreenPixmaps" "true" #needed for aiglx<br />
EndSection<br />
<br />
Sezione Device per <code>xf86-video-radeonhd</code> :<br />
Section "Device"<br />
Identifier "name" # your alias<br />
Driver "radeonhd"<br />
Option "XAANoOffscreenPixmaps" "true" #needed for aiglx<br />
EndSection<br />
<br />
Section "DRI"<br />
Group "video"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
<br />
Usando questo driver, assicuratevi di non avere il pacchetto <code>catalyst-utils</code> installato, ma usate <code>libgl-dri</code> al suo posto. Altrimenti, avrete sul sistema il file <code>libGL.so</code> sbagliato, il che impedirà il corretto funzionamento del direct rendering.<br />
<br />
=== Settaggi per aumentare le Prestazioni ===<br />
<br />
Le seguenti opzioni vanno messe nella sezione ''Device'':<br />
<br />
Di default, i driver open-source funzionano alla velocità AGP 1x. È in generale consigliabile e sicuro modificare questa impostazione. Se notate peggioramenti di prestazioni, provate a diminuire il valore od a eliminare del tutto la riga.<br />
Option "AGPMode" "4"<br />
ColorTiling è un opzione assolutamente sicura da abilitare, e si suppone che sia abilitata di default. Molti utenti hanno rilevato miglioramenti nelle prestazioni, quando questa opzione è abilitata nello xorg.conf.<br />
Option "ColorTiling" "on"<br />
Architettura di accellerazione; questa opzione funzionerà solo sulle schede più nuove: se abilitando questa opzione, non riuscite più ad avviare X, ovviamente rimuovetela.<br />
Option "AccelMethod" "EXA"<br />
Page Flip è un opzione che è generalmente sicura. Dovrebbe essere usata sopratutto con le schede più vecchie, poichè abilitando questa verrà disabilitata EXA. Con i driver più recenti si può però utilizzarla insieme con EXA.<br />
Option "EnablePageFlip" "on" <br />
Quest'ultima opzione abiliterà la cosiddetta "fastwrite" della porta AGP. Questa opzione può causare problemi, quindi preparatevi a rimuoverla nel caso non riusciate ad avviare il server X.<br />
Option "AGPFastWrite" "yes"<br />
<br />
Fare riferimento alla manpage per ulteriori opzioni di configurazione.<br />
<br />
Un tool molto utile da provare è [http://aur.archlinux.org/packages.php?do_Details=1&ID=2994 driconf]. Questo tool vi permetterà di modificare una serie di settaggi, come il vsync, il filtro anisotropico, la compressione delle texture, ecc.<br />
Usando questo tool è inoltre possibile "disabilitare il Low Impact fallback", cosa necessaria ad alcuni programmi (es. Google Earth).<br />
<br />
=== TV out ===<br />
<br />
Da Agosto 2007, c'è il supporto all'uscita TV per la maggior parte delle schede Radeon con uscita TV integrata.<br />
<br />
È un supporto in qualche maniera limitato poichè non sempre funziona l'autorilevamento dell'output, e per adesso solo la modalità NTSC funziona (?)<br />
<br />
Ecco come si deve procedere:<br />
<br />
Innanzitutto, controllate che abbiate un'uscita S-Video: il comando <code>xrandr</code> dovrebbe restituirvi a terminale qualcosa di simile a:<br />
<br />
Screen 0: minimum 320x200, current 1024x768, maximum 1280x1200<br />
...<br />
S-video disconnected (normal left inverted right x axis y axis)<br />
<br />
Adesso, sarà necessario dire a Xorg che la TV è attualmente connessa (''lo è'', vero?)<br />
<br />
xrandr --output S-video --set load_detection 1<br />
<br />
Impostiamo lo standard TV da utilizzare:<br />
<br />
xrandr --output S-video --set tv_standard ntsc<br />
<br />
Aggiungiamo una modalità di utilizzo per esso (per adesso è supportata solo la risoluzione 800x600)<br />
<br />
xrandr --addmode S-video 800x600<br />
<br />
Impostiamo ad esempio, il tutto con la modalità 'clone':<br />
xrandr --output S-video --same-as VGA-0<br />
<br />
Tutto a posto fino ad ora. Adesso vediamo di visualizzare il tutto sulla TV:<br />
<br />
xrandr --output S-video --mode 800x600<br />
<br />
Dovremmo a questo punto vedere una versione 800x600 del nostro desktop sulla TV.<br />
<br />
Per disabilitare l'output, usiamo il comando<br />
<br />
xrandr --output S-video --off<br />
<br />
Inoltre, potreste notare che un video verrà riprodotto sul monitor ma non sulla TV. Dove l'output di Xv è riprodotto, è controllato dall'attributo XV_CRTC.<br />
Per mandare l'output alla TV, usiamo il comando<br />
<br />
xvattr -a XV_CRTC -v 1<br />
<br />
Per tornare al monitor, cambiamo l'ultimo valore con <code>0</code>. Inoltre, il valore <code>-1</code> è utilizzato per lo switch automatico nei sistemi dualhead.<br />
<br />
= Driver Proprietari ATI Catalyst =<br />
{{warning|I driver proprietari ATI '''sono stati rimossi dai repository ufficiali'''. Sono però disponibili su AUR attraverso dei normali PKGBUILD, quindi il procedimento qui descritto, a parte quello per l'installazione, è ancora valido. Le motivazioni di questa decisione sono disponibili sulla mailing list di Arch Linux.}}<br />
<br />
Precedentemente conosciuti come fglrx, ATI ha rinominato i suoi driver proprietari per Linux, ora chiamati Catalyst. Oggigiorno, solo il nome del pacchetto ha effettivamente cambiato nome, mentre il nome del modulo del kernel ha mantenuto il suo nome originale 'fglrx', dunque qualsiasi riferimento da qui in poi a 'fglrx' è un riferimento al modulo del kernel, e ''non al pacchetto''.<br />
<br />
== Schede Supportate ==<br />
<br />
Vedere [http://www2.ati.com/drivers/linux/catalyst_94_linux.pdf le note di rilascio ATI Catalyst 9.4 (Linux)] per una lista delle schede supportate da questa versione dei driver. A partire dalla versione 9.4 sono supportate solo schede con chip R600 e successivi, mentre per schede meno recenti rimangono disponibili i driver catalyst precedenti o i driver liberi.<br />
<br />
== Installazione ==<br />
<br />
Dal rilascio di Xorg 7, Arch ha fornito dei pacchetti precompilati dei driver Catalyst nel repository <code>extra</code>. Se usate uno dei kernel forniti nei repository core o extra, il processo di installazione è molto semplice; se invece utilizzate un kernel personalizzato, sarà necessario eseguire degli ulteriori passi.<br />
<br />
=== Stock Kernel ===<br />
<br />
====kernel26====<br />
<br />
Per installare i driver ATI fglrx per il pacchetto <code>kernel26</code>, sarà necessario installare il pacchetto <code>catalyst</code>.<br />
<br />
# pacman -S catalyst<br />
<br />
Questo contiene '''solo''' il modulo del kernel, ma installa inoltre anche il pacchetto <code>catalyst-utils</code> come dipendenza. Quest'ultimo pacchetto è indipendente dal kernel in uso, e fornisce le librerie e le utility per Xorg, incluso il file personalizzato ATI <code>libGL.os</code>.<br />
<br />
=== Kernel Personalizzati ===<br />
<br />
Per installare il pacchetto catalyst per un kernel personalizzato, sarà necessario compilarsi il proprio pacchetto <code>catalyst-$kernel</code> contenente il modulo del kernel compilato nello specifico per il vostro kernel.<br />
<br />
Se non avete padronanza o esperienza nella creazione di pacchetti, date un'occhiata alla pagina [[ABS_-_Il_Sistema_Di_Compilazione_di_Arch_(Italiano)|ABS]] del wiki innanzitutto, così che possiate arrivare più velocemente al risultato.<br />
<br />
==== Procurarsi il PKGBUILD ====<br />
Procuratevi il <code>PKGBUILD</code> e il file <code>catalyst.install</code> da CVS o da ABS. Perciò, o<br />
<br />
* Aprite il link http://archlinux.org/packages/search/?q=catalyst , selezionate la vostra architettura, quindi cliccate su "View SVN Entries" per trovarli<br />
oppure<br />
* Eseguite il comando <code>abs</code> da utente root e localizzate i file nella cartella <code>/var/abs/extra/catalyst</code>.<br />
<br />
==== Modificare il PKGBUILD e costruirsi il pacchetto ====<br />
Andranno fatte tre modifiche: <br />
<br />
'''Primo''', cambiate<br />
pkgname=catalyst<br />
in<br />
pkgname=catalyst-NOME_KERNEL<br />
dove NOME_KERNEL è qualsiasi nome voi abbiate scelto per il vostro kernel (es custom, mm, ilmigliorkerneldisempre)<br />
<br />
'''Secondo''', togliete <code>kernel26</code> dalla lista delle dipendenze.<br />
<br />
'''Terzo''', cambiate<br />
_kernver=${_kernel_version}-ARCH<br />
to<br />
_kernver=`uname -r`<br />
(o inserite direttamente l'output del comando uname -r '''se avete il vostro kernel personalizzato già in esecuzione''')<br />
<br />
Infine, potrete compilare ed installare il pacchetto. (<code>makepkg -i</code> o <code>makepkg</code> seguito da un <code>pacman -A nomepacchetto.pkg.tar.gz</code>)<br />
<br />
==== Note ====<br />
* Se utilizzate abitualmente più di un kernel proveniente dai repository, allora installate i moduli catalyst per ognuno di essi. Non andranno in conflitto fra di loro.<br />
<br />
* Nessuna modifica andrà fatta al pacchetto <code>catalyst-utils</code>, il quale è completamente kernel-indipendente. '''Tutto ciò''' di cui avete bisogno è compilare il modulo del kernel.<br />
<br />
=== Installatore ATI/AMD ===<br />
{{warning| Utilizzare direttamente il file di installazione disponibile su ati.om/amd.com NON È raccomandato!}}<br />
<br />
Usare questo metodo causerà probabilmente conflitti di file con una molteplicità di pacchetti di pacman, e comporteranno probabilmente alcuni fallimenti di esecuzione del server X. I pacchetti disponibili tramite pacman sono configurati nello specifico per Arch Linux e dunque si consiglia caldamente di utilizzare quelli.<br />
<br />
Se avete tentato un'installazione manuale dal file di installazione ufficiale, e vi siete resi conto che non funziona più nulla, dovreste poter riuscire a recuperare la situazione eseguendo lo script di disinstallazione che dovrebbe essere in /usr/share/ati - eseguitelo e poi provate ad installare i pacchetti catalyst tramite pacman.<br />
<br />
SE ''dovete'' installare tramite lo script di installazione ufficiale, per qualche arcana ragione, i passi seguenti '''potrebbero''' funzionare per voi:<br />
<br />
*Scaricate l'installer dei driver AMD/ATI<br />
*Rendetelo eseguibile<br />
*Installate il pacchetto mesa<br />
# pacman -S mesa<br />
*Installate se non lo avete già fatto, Xorg<br />
*Controllate di avere tutti i requisiti per eseguire correttamente l'installer, i quali sono elencati sul loro sito<br />
# pacman -Q | grep NameOfPackage<br />
*Utilizzate aticonfig come descritto più avanti nel wiki, per aggiornare il vostro xorg.conf<br />
*Aggiungete la sezione ModulesPath nello xorg.conf in maniera che punti al modulo fglrx.so se necessario<br />
<br />
== Configurazione ==<br />
ATI fornisce l'utility <code>aticonfig</code> per modificare uno <code>xorg.conf</code> esistente e configurare in pratica qualsiasi aspetto della scheda ATI in vostro possesso. Per una lista completa delle opzioni di questo tool, eseguite:<br />
$ aticonfig --help<br />
<br />
Se non avete ancora un file xorg.conf, eseguite il seguente comando per generarne uno di base:<br />
# Xorg -configure<br />
<br />
La via più semplice per usare <code>aticonfig</code> in maniera da adattare il vostro file <code>xorg.conf</code> è visualizzato alla fine dell'output che si ottiene eseguendo <code>aticonfig</code> senza passargli nessun parametro:<br />
Esempi:<br />
1. Configurare i driver fglrx per la prima volta.<br />
Single head : aticonfig --initial --input=/etc/X11/xorg.conf<br />
Dual head : aticonfig --initial=dual-head --screen-layout=above<br />
Questo comando genererà una configurazione dual head con il secondo screen posto al di sopra del primo.<br />
<br />
Adattate semplicemente uno dei due esempi in base alle vostre necessità.<br />
<br />
<font color="red">'''Attenzione:''' Controllate il file xorg.conf generato prima di andare a sostituirlo al file /etc/X11/xorg.conf e partire senza freni col comando startx o con un bel riavvio del sistema. Altrimenti, potreste probabilmente ottenere una schermata bloccata del server X e potreste non riuscire ad utilizzare più il vostro sistema. Può capitare infatti che lo xorg.conf generato con i passi appena descritti non sia corretto. Se volete, potete confrontare il file da voi generato con uno dei [http://wiki.archlinux.org/index.php?title=Xorg7#Sample_Xorg.conf_Files file Xorg.conf di esempio] elencati sulla pagina wiki dedicata a Xorg.</font><br />
<br />
Assicuratevi inoltre di avere la linea "DefaultDepth 24" nella vostra sezione "Screen" e che ci sia la sezione "DRI" con al suo interno l'opzione "Mode 666". Il driver fglrx necessità di queste opzioni per funzionare correttamente, ma generalmente i file prodotti con i passi precedentemente descritti non le hanno. Senza queste righe, potreste ottenere una schermata nera che non dà risposta ai comandi dopo il riavvio. Comunque, date che molte delle opzioni sono oramai automaticamente impostate nelle versioni più recenti di Xorg, è verosimile che non ci sia bisogno di scrivere poi moltissime opzioni manualmente nello xorg.conf, anzi, può essere che a volte alcune sezioni presenti in quel file siano ridondanti\di troppo.<br />
<br />
Ecco un esempio di file xorg.conf minimale e funzionante.<br />
<pre><br />
Section "ServerLayout"<br />
Identifier "X.org Configured"<br />
Screen 0 "Screen0" 0 0<br />
InputDevice "Mouse0" "CorePointer"<br />
InputDevice "Keyboard0" "CoreKeyboard"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Files"<br />
RgbPath "/usr/share/X11/rgb"<br />
ModulePath "/usr/lib/xorg/modules"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/misc"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/100dpi:unscaled"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/75dpi:unscaled"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/TTF"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/Type1"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Module"<br />
Load "extmod"<br />
Load "dbe"<br />
Load "xtrap"<br />
Load "record"<br />
Load "dri"<br />
Load "glx"<br />
Load "GLcore"<br />
Load "freetype"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "InputDevice"<br />
Identifier "Keyboard0"<br />
Driver "kbd"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "InputDevice"<br />
Identifier "Mouse0"<br />
Driver "mouse"<br />
Option "Protocol" "auto"<br />
Option "Device" "/dev/input/mice"<br />
Option "ZAxisMapping" "4 5 6 7"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Monitor"<br />
Identifier "Monitor0"<br />
VendorName "Monitor Vendor"<br />
ModelName "Monitor Model"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Device"<br />
Identifier "Card0"<br />
Driver "fglrx"<br />
VendorName "ATI Technologies Inc"<br />
BoardName "Radeon Mobility X1400"<br />
BusID "PCI:1:0:0"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "Screen0"<br />
Device "Card0"<br />
Monitor "Monitor0"<br />
DefaultDepth 24<br />
SubSection "Display"<br />
Viewport 0 0<br />
Depth 24<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
<br />
Section "DRI"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
</pre><br />
<br />
Infine, potete eseguire Xorg col comando <code>startx</code> e verificare che l'accelerazione hardware sia attivata col comando seguente (da eseguire in un terminale):<br />
$ glxinfo | grep direct<br />
Se viene restituita la riga "direct rendering: yes" avete fatto tutto correttamente! Se invece il comando "glxinfo" non viene riconosciuto, potreste aver bisogno di installare il pacchetto ''mesa''.<br />
<br />
<font color="red">Nota: Nelle recenti versioni di Xorg, i percorsi delle librerie sono cambiati. Così, a volte il file libGL.so non è correttamente caricato, anche se risulta installato. Non dimenticate di controllare questa cosa se i vostri programmi GL non funzionano. Leggete la sezione "Risoluzione dei Problemi" per maggiori dettagli.</font><br />
<br />
== Risoluzione dei Problemi ==<br />
<br />
=== Corruzione dei "checkerbox" nei programmi OpenGL ===<br />
Questo problema è stato risolto con i driver Catalyst 8.9.<br />
<br />
Programmi OpenGL come blender eseguiti in finestra, mostrano una corruzione nei "checkerbox".<br />
Questo problema può essere risolto usando l'impostazione "Virtual Display" con un ampiezza multipla di 64, maggiore della vostra attuale risoluzione, ad esempio di 1664 invece di 1600 per la larghezza:<br />
<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "Screen0"<br />
Device "Card0"<br />
Monitor "Monitor0"<br />
SubSection "Display"<br />
Depth 24<br />
Virtual 1664 1200<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
<br />
===Schermate nere e blocco del sistema / fase di stallo dopo riavvio o startx===<br />
Questo problema è stato riportato da alcuni utenti. Procuratevi un LiveCD (anche il cd di installazione di Arch va bene).<br />
# Riavviate il sistema e bootate dal CD.<br />
# Montate la vostra partizione di sistema, e leggete /var/log/Xorg.0.log (col comando less o simili).<br />
# Cercate le linee che partono con "(EE)" le quali contengono eventuali messaggi di errore.<br />
# Vedete se riuscite a risolvere il problema con le informazioni contenute in quei messaggi di errore.<br />
# Fate riferimento alla sezione "Configurazione" di questa pagina, e assicuratevi di avere la voce "DefaultDepth 24" nell'apposita sezione dello xorg.conf.<br />
# Riavviate il sistema per testare se il problema è stato risolto.<br />
# Se non avete avuto fortuna, provate a rimpiazzare "fglrx" con "radeon", e riavviate. I driver open dovrebbero almeno permettervi di inizializzare correttamente il server X, anche se probabilmente senza accelerazione.<br />
<br />
=== Risoluzione errata nel gestore login ===<br />
Se la risoluzione del vostro gestore login è ad esempio 1600x1200 mentre voi desiderate la 1280x1024, potete sistemare il problema usando il file di configurazione xorg.conf (le versioni più nuove di X usando i driver open in teoria non necessitano più dello xorg.conf, quindi se non ne avege uno dovrete crearlo). Nella sezione "Screen" aggiungete delle righe relative alle risoluzioni:<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "aticonfig-Screen[0]-0"<br />
Device "aticonfig-Device[0]-0"<br />
Monitor "aticonfig-Monitor[0]-0"<br />
DefaultDepth 24<br />
SubSection "Display"<br />
Viewport 0 0<br />
Depth 24<br />
Modes "1280x1024" "2048x1536"#<-add this line to change the default login screen resolution<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
Il primo argomento della linea Modes è la risoluzione che verrà usata di default, la seconda è la massima risoluzione supportata dal vostro monitor. Ciò è necessario per far si che possiate selezionare diverse risoluzioni ad esempio nel pannello grafico di selezione presente in GNOME o in KDE.<br />
<br />
===KDM non si riavvia dopo un logout===<br />
Se state usando i driver proprietari Catalyst e vi ritrovate davanti a una console (vc/1) invece della consueta schermata di login di KDM, potreste dover istruire KDM di riavviare il server X dopo un logout:<br />
<br />
$ sudo nano /usr/share/config/kdm/kdmrc<br />
<br />
Decommentate la seguente riga (sotto la sezione [X-:*-Core] ):<br />
TerminateServer=True<br />
<br />
KDM dovrebbe ora riapparire correttamente dopo un logout da KDE.<br />
<br />
===Il Direct Rendering non funziona===<br />
<br />
Avete problemi nel far funzionare il direct rendering? eseguite innanzitutto<br />
$ LIBGL_DEBUG=verbose glxinfo > /dev/null<br />
in una console. Proprio all'inizio dell'output, il comando vi restituirà quale bell'errore vi impedisce di ottenere l'accelerazione.<br />
<br />
Ecco alcuni errori comuni, e le loro rispettive soluzioni:<br />
<br />
'''libGL error: XF86DRIQueryDirectRenderingCapable returned false'''<br />
<br />
* Assicuratevi di aver caricato i moduli AGP corretti per il vostro chipset '''prima''' che venga caricato il modulo fglrx. Per determinare quali sono i moduli AGP corretti per il vostro pc, eseguite <code>hwdetect --show-agp</code>, quindi assicuratevi di inserire tutti i moduli che sono stati elencati, nell'array MODULES nell'rc.conf, ovviamente '''prima''' di fglrx.<br />
<br />
'''libGL error: failed to open DRM: Operation not permitted'''<br />
'''libGL error: reverting to (slow) indirect rendering'''<br />
<br />
* Per questo errore, assicuratevi di avere la seguente sezione nel vostro <code>xorg.conf</code>, da qualche parte:<br />
Section "DRI"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
<br />
'''libGL: OpenDriver: trying /usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so'''<br />
'''libGL error: dlopen /usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so failed (/usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so: cannot open shared object file: No such file or directory)'''<br />
'''libGL error: unable to find driver: fglrx_dri.so'''<br />
<br />
* Qualcosa non è stato installato correttamente. Se i percorsi nell'errore sono <code>/usr/X11R6/lib/modules/dri/fglrx_dri.so</code>, provate innanzitutto a effettuare un completo logout dal sistema, per poi riloggarvi. Se usate un login grafico (gdm, kdm, xdm, slim ecc) assicuratevi che il file /etc/profile venga correttamente caricato ad ogni login. Ciò è solitamente fatto mediante l'inserimento nel file <code>~/.xsession</code> oppure in <code>~/.xinitrc</code> della riga <code>source /etc/profile</code>, ma in base al gestore del login che utilizzate, potrebbe essere necessario inserirla anche in altri file.<br />
<br />
* Se i percorsi nel messaggio di errore sono invece, <code>/usr/lib/xorg/modules/dri/fglrx_dri.so</code>, allora qualcosa non è stato installato correttamente. Provate a reinstallare il pacchetto <code>catalyst-utils</code>.<br />
<br />
<br />
'''fglrx: libGL version undetermined - OpenGL module is using glapi fallback'''<br />
<br />
* Questo errore può essere causato dal fatto di avere multiple versioni del file <code>libGL.so</code> nel vostro sistema. Eseguite i comandi<br />
$ sudo updatedb<br />
$ locate libGL.so<br />
<br />
Dovrebbe così esservi restituito a terminale l'ubicazione dei file, ad esempio:<br />
$ locate libGL.so<br />
/usr/lib/libGL.so<br />
/usr/lib/libGL.so.1<br />
/usr/lib/libGL.so.1.2<br />
$<br />
<br />
Queesti sono gli unici 3 file che dovreste avere sul vostro sistema. Se ne avete di più, (ad esempio <code>/usr/X11R6/lib/libGL.so.1.2</code>), provate a rimuoverli. Ciò dovrebbe risolvere il vostro problema.<br />
<br />
Potreste infine non avere nessun errore che indichi la presenza di un problema. Se usate Xorg 7, assicuratevi di '''non''' avere questi file nel vostro sistema:<br />
/usr/X11R6/lib/libGL.so.1.2<br />
/usr/X11R6/lib/libGL.so.1<br />
<br />
===Problemi con sospensione/ibernazione===<br />
==== Il video fallisce l'entrata in sospensione/ibernazione ====<br />
Se <code>fglrx</code> restituisce un errore nel tentativo di sospendere il sistema tramite gli appositi script, una soluzione potrebbe essere quella di aggiungere la linea seguente alla sezione "Device" nello <code>/etc/X11/xorg.conf</code>, la quale dovrebbe permettere al modulo <tt>fglrx</tt> di entrare in modalità sospensione.<br />
<br />
Option "UseInternalAGPGart" "no"<br />
<br />
==== Il video fallisce nella riesumazione dalla sospensione ====<br />
Il driver proprietario ATI <tt>catalyst</tt> non può riesumare se il framebuffer risulta attivato. Per disabilitare il framebuffer, aggiungete '''vga=0''' alle opzioni da passare al kernel nel file <code>/boot/grub/menu.lst</code>, ad esempio:<br />
# (0) Arch Linux<br />
title Arch Linux<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /vmlinuz26 root=/dev/sda3 resume=/dev/sda2 ro '''''vga=0'''''<br />
initrd /kernel26.img<br />
<br />
===Il sistema 'freeza'/si blocca===<br />
<br />
* Per prevenire blocchi del sistema, provate ad aggiungere le righe seguenti alla sezione "Device" del vostro <code>xorg.conf</code>, dove avete configurato i driver proprietari:<br />
<br />
Option "UseInternalAGPGART" "no"<br />
Option "KernelModuleParm" "agplock=0" # AGP locked user pages: disabled<br />
<br />
Nota: Queste opzioni non sono più necessarie, visto che a partire dalla versione 8.24.18 ATI ha rimosso il supporto interno all' AGP GART dai driver.<br />
<br />
* In maniera simile, è noto che anche i driver del framebuffer <code>radeonfb</code> in passato hanno causato problemi di questo tipo. Se il vostro kernel ha il supporto radeonfb compilato internamente, potreste provare ad utilizzare un kernel differente per vedere se ciò può aiutare.<br />
<br />
===Conflitti Hardware===<br />
<br />
Le schede Radeon usae in combinazione con alcune versione dei chipset nForce3 (es, nForce 3 250gb) non possono sfruttare l'accelerazione hardware. Oggigiorno, la causa di questo problema è ancora sconosciuta, ma alcune fonti indicano la possibilità di avere l'accelerazione attivando prima Windows con i driver di nVIDIA per poi riavviare il sistema. Questo può essere verificato in una console di root, col comando:<br />
<br />
dmesg | grep agp<br />
<br />
Se ottenete un messaggio simile a questo (usando un sistema basato su nForce3)<br />
<br />
agpgart: Detected AGP bridge 0<br />
agpgart: Setting up Nforce3 AGP.<br />
agpgart: aperture base > 4G<br />
<br />
e se usando quest'altro comando...<br />
<br />
tail -n 100 /var/log/Xorg.0.log | grep agp<br />
<br />
...ottenete un messaggio simile a:<br />
<br />
(EE) fglrx(0): [agp] unable to acquire AGP, error "xf86_ENODEV"<br />
<br />
Allora avete questo bug.<br />
<br />
Alcune altre fonti indicano come in certe situazioni, fare un downgrade del BIOS della scheda madre potrebbe aiutare, ma ciò non è verificato in tutti i casi. Inoltre, un downgrade del BIOS può nei casi più estremi rendere il vostro hardware della ferraglia inutilizzabile, quindi state attenti a quello che fate.<br />
<br />
Vedere il big su bugzilla http://bugzilla.kernel.org/show_bug.cgi?id=6350 per maggiori informazioni e potenziali soluzioni.<br />
<br />
===Portatili Compaq Presario===<br />
Anche dopo aver installato i driver e modificato la configurazione come richiesto, alcuni portatili (ad es. Presario R4000 con Xpress 200M) presentano la classica schermata nera.<br />
<br />
Il problema sembra essere la dimensione della memoria non correttamente rilevata dal kernel (anche se avete 128M lspci -v mostrerà sempre 256M). Cambiare l'impostazione del BIOS così che utilizzi l'opzione "SidePort+UMA" e 128M di memoria video più altri 128M presi dal sistema sembra far funzionare il tutto correttamente.<br />
<br />
Potrebbe essere un BUG nel BIOS o nel codice PCI del kernel Linux.<br />
<br />
===Blocchi temporanei durante la riproduzione video===<br />
Se avete dei blocchi temporanei, da pochi secondi a qualche minuto durante la riproduzione di video con mplayer, controllate /var/log/messages.log per la presenza di errori come:<br />
<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<f8bc628c>] ? ip_firegl_ioctl+0x1c/0x30 [fglrx]<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c0197038>] ? vfs_ioctl+0x78/0x90<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01970b7>] ? do_vfs_ioctl+0x67/0x2f0<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01973a6>] ? sys_ioctl+0x66/0x70<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c0103ef3>] ? sysenter_do_call+0x12/0x33<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium =======================<br />
<br />
Aggiungete l'opzione '''nopat''' alla riga del kernel nel file /boot/grub/menu.lst e riavviate, dovreste risolvere il problema.<br />
<br />
= Risorse Esterne =<br />
Maggiori informazioni potete trovarle qui<br />
* [http://ati.cchtml.com/buglist.cgi?query_format=specific&order=relevance+desc&bug_status=__open__&product=&content= ATI Linux Bugtracker non ufficiale]<br />
* [http://www.rage3d.com/board/forumdisplay.php?f=88 Forums Rage3D ATI Linux]<br />
* [http://www.thinkwiki.org/wiki/Problems_with_fglrx Pagina dei problemi con ThinkWiki fglrx]<br />
* [http://www.phoronix.com/scan.php?page=article&item=560 ATI R300: Driver Open vs Driver Proprietari]<br />
* [http://www.thinkwiki.org/wiki/Additional_options_for_the_radeon_driver Opzioni addizionali per il driver radeon]<br />
* [http://www.phoronix.com/scan.php?page=article&item=936&num=1 Funzionalità ATI nascosta per il Textured XRendering]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=ATI_(Italiano)&diff=67103
ATI (Italiano)
2009-04-18T16:27:49Z
<p>Dav2dev: /* Driver ATI Open-Source */</p>
<hr />
<div>[[Category: Graphics (Italiano)]]<br />
[[Category: X Server (Italiano)]]<br />
[[Category: HOWTOs (Italiano)]]<br />
<br />
{{i18n_links_start}}<br />
<br />
{{i18n_entry|English|ATI}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|ATI (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|ATI (Italiano)}}<br />
<br />
{{i18n_links_end}}<br />
= Introduzione =<br />
I possessori di schede video ATI hanno due possibilità per ciò che riguarda i driver da utilizzare: se non siete sicuri di quali driver utilizzare, provate prima di tutto quelli open-source, poichè generalmente soddisfano le esigenze più basilari e provocano in generale meno problemi.<br />
<br />
I driver proprietari supportano [[AIGLX]]. Per utilizzare dei composite manager come [[Compiz]] potete ora usare sia i driver liberi che quelli proprietari. Oggi come oggi, le prestazioni dei driver open non sono paragonabili a quelle raggiungibili con i driver proprietari. Oltretutto, con i driver open manca ancora il supporto all'uscita TV, al doppio collegamento DVI, ed eventualmente ulteriori funzionalità. Dall'altro canto, ha un migliore supporto al dual-head.<br />
<br />
= Driver Open-Source =<br />
Ci sono due differenti driver open-source, <code>xf86-video-ati</code> e <code>xf86-video-radeonhd</code>.<br />
<br />
<code>xf86-video-ati</code> (versione 6.12.x) funziona con quasi tutte le schede video ATI, ma le schede più recenti tendono ad avere meno funzionalità implementate. I chip fino alla serie R5XX (grossomodo fino alla ATI X1950) sono pienamente supportati, in maniera stabile, e hanno il pieno supporto all'accelerazione 2D e 3D. I chip della serie R600 e R700 non hanno ancora (Aprile 2009) il supporto al 3D. Una lista comprensiva dei chipset supportati la si può trovare alla pagina [http://www.x.org/wiki/RadeonFeature].<br />
<br />
<code>xf86-video-radeonhd</code> è un driver sviluppato da Novell con le specifiche rese pubbliche da AMD per chip R500 e successivi. Inizialmente doveva rappresentare una rottura dal driver xf86-video-ati, ma allo stato attuale gran parte del codice risulta in comune. Supporta RandR 1.2 e rappresenta più che altro solo un driver in fase di sviluppo.<br />
<br />
== Installazione e Configurazione ==<br />
'''Nota:''' Se avete in precedenza installato i driver proprietari, assicuratevi di rimuovere i pacchetti <code>catalyst</code> e <code>catalyst-utils</code>.<br />
<br />
Per installare <code>xf86-video-ati</code> :<br />
pacman -S xf86-video-ati libgl<br />
<br />
Per installare <code>xf86-video-radeonhd</code> : <br />
pacman -S xf86-video-radeonhd libgl<br />
<br />
Modificate il vostro [[xorg.conf]], aggiungendo o assicurandovi di avere le righe seguenti nelle rispettive sezioni.<br />
<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
Load "dri"<br />
Load "drm"<br />
EndSection<br />
<br />
Sezione Device per <code>xf86-video-ati</code> :<br />
Section "Device"<br />
Identifier "name" # your alias<br />
Driver "radeon"<br />
Option "XAANoOffscreenPixmaps" "true" #needed for aiglx<br />
EndSection<br />
<br />
Sezione Device per <code>xf86-video-radeonhd</code> :<br />
Section "Device"<br />
Identifier "name" # your alias<br />
Driver "radeonhd"<br />
Option "XAANoOffscreenPixmaps" "true" #needed for aiglx<br />
EndSection<br />
<br />
Section "DRI"<br />
Group "video"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
<br />
Usando questo driver, assicuratevi di non avere il pacchetto <code>catalyst-utils</code> installato, ma usate <code>libgl-dri</code> al suo posto. Altrimenti, avrete sul sistema il file <code>libGL.so</code> sbagliato, il che impedirà il corretto funzionamento del direct rendering.<br />
<br />
=== Settaggi per aumentare le Prestazioni ===<br />
<br />
Le seguenti opzioni vanno messe nella sezione ''Device'':<br />
<br />
Di default, i driver open-source funzionano alla velocità AGP 1x. È in generale consigliabile e sicuro modificare questa impostazione. Se notate peggioramenti di prestazioni, provate a diminuire il valore od a eliminare del tutto la riga.<br />
Option "AGPMode" "4"<br />
ColorTiling è un opzione assolutamente sicura da abilitare, e si suppone che sia abilitata di default. Molti utenti hanno rilevato miglioramenti nelle prestazioni, quando questa opzione è abilitata nello xorg.conf.<br />
Option "ColorTiling" "on"<br />
Architettura di accellerazione; questa opzione funzionerà solo sulle schede più nuove: se abilitando questa opzione, non riuscite più ad avviare X, ovviamente rimuovetela.<br />
Option "AccelMethod" "EXA"<br />
Page Flip è un opzione che è generalmente sicura. Dovrebbe essere usata sopratutto con le schede più vecchie, poichè abilitando questa verrà disabilitata EXA. Con i driver più recenti si può però utilizzarla insieme con EXA.<br />
Option "EnablePageFlip" "on" <br />
Quest'ultima opzione abiliterà la cosiddetta "fastwrite" della porta AGP. Questa opzione può causare problemi, quindi preparatevi a rimuoverla nel caso non riusciate ad avviare il server X.<br />
Option "AGPFastWrite" "yes"<br />
<br />
Fare riferimento alla manpage per ulteriori opzioni di configurazione.<br />
<br />
Un tool molto utile da provare è [http://aur.archlinux.org/packages.php?do_Details=1&ID=2994 driconf]. Questo tool vi permetterà di modificare una serie di settaggi, come il vsync, il filtro anisotropico, la compressione delle texture, ecc.<br />
Usando questo tool è inoltre possibile "disabilitare il Low Impact fallback", cosa necessaria ad alcuni programmi (es. Google Earth).<br />
<br />
=== TV out ===<br />
<br />
Da Agosto 2007, c'è il supporto all'uscita TV per la maggior parte delle schede Radeon con uscita TV integrata.<br />
<br />
È un supporto in qualche maniera limitato poichè non sempre funziona l'autorilevamento dell'output, e per adesso solo la modalità NTSC funziona (?)<br />
<br />
Ecco come si deve procedere:<br />
<br />
Innanzitutto, controllate che abbiate un'uscita S-Video: il comando <code>xrandr</code> dovrebbe restituirvi a terminale qualcosa di simile a:<br />
<br />
Screen 0: minimum 320x200, current 1024x768, maximum 1280x1200<br />
...<br />
S-video disconnected (normal left inverted right x axis y axis)<br />
<br />
Adesso, sarà necessario dire a Xorg che la TV è attualmente connessa (''lo è'', vero?)<br />
<br />
xrandr --output S-video --set load_detection 1<br />
<br />
Impostiamo lo standard TV da utilizzare:<br />
<br />
xrandr --output S-video --set tv_standard ntsc<br />
<br />
Aggiungiamo una modalità di utilizzo per esso (per adesso è supportata solo la risoluzione 800x600)<br />
<br />
xrandr --addmode S-video 800x600<br />
<br />
Impostiamo ad esempio, il tutto con la modalità 'clone':<br />
xrandr --output S-video --same-as VGA-0<br />
<br />
Tutto a posto fino ad ora. Adesso vediamo di visualizzare il tutto sulla TV:<br />
<br />
xrandr --output S-video --mode 800x600<br />
<br />
Dovremmo a questo punto vedere una versione 800x600 del nostro desktop sulla TV.<br />
<br />
Per disabilitare l'output, usiamo il comando<br />
<br />
xrandr --output S-video --off<br />
<br />
Inoltre, potreste notare che un video verrà riprodotto sul monitor ma non sulla TV. Dove l'output di Xv è riprodotto, è controllato dall'attributo XV_CRTC.<br />
Per mandare l'output alla TV, usiamo il comando<br />
<br />
xvattr -a XV_CRTC -v 1<br />
<br />
Per tornare al monitor, cambiamo l'ultimo valore con <code>0</code>. Inoltre, il valore <code>-1</code> è utilizzato per lo switch automatico nei sistemi dualhead.<br />
<br />
= Driver Proprietari ATI Catalyst =<br />
{{warning|I driver proprietari ATI '''sono stati rimossi dai repository ufficiali'''. Sono però disponibili su AUR attraverso dei normali PKGBUILD, quindi il procedimento qui descritto, a parte quello per l'installazione, è ancora valido. Le motivazioni di questa decisione sono disponibili sulla mailing list di Arch Linux.}}<br />
<br />
<br />
Formalmente conosciuti come fglrx, ATI ha rinominato i suoi driver proprietari per Linux, ora chiamati Catalyst. Oggigiorno, solo il nome del pacchetto ha effettivamente cambiato nome, mentre il nome del modulo del kernel ha mantenuto il suo nome originale 'fglrx', dunque qualsiasi riferimento da qui in poi a 'fglrx' è un riferimento al modulo del kernel, e ''non al pacchetto''.<br />
<br />
== Schede Supportate ==<br />
<br />
Vedere [http://www2.ati.com/drivers/linux/catalyst_812_linux.pdf le note di rilascio ATI Catalyst 8.12 (Linux)] per una lista delle schede supportate da questa versione dei driver.<br />
<br />
== Installazione ==<br />
<br />
Dal rilascio di Xorg 7, Arch ha fornito dei pacchetti precompilati dei driver Catalyst nel repository <code>extra</code>. Se usate uno dei kernel forniti nei repository core o extra, il processo di installazione è molto semplice; se invece utilizzate un kernel personalizzato, sarà necessario eseguire degli ulteriori passi.<br />
<br />
=== Stock Kernel ===<br />
<br />
====kernel26====<br />
<br />
Per installare i driver ATI fglrx per il pacchetto <code>kernel26</code>, sarà necessario installare il pacchetto <code>catalyst</code>.<br />
<br />
# pacman -S catalyst<br />
<br />
Questo contiene '''solo''' il modulo del kernel, ma installa inoltre anche il pacchetto <code>catalyst-utils</code> come dipendenza. Quest'ultimo pacchetto è indipendente dal kernel in uso, e fornisce le librerie e le utility per Xorg, incluso il file personalizzato ATI <code>libGL.os</code>.<br />
<br />
=== Kernel Personalizzati ===<br />
<br />
Per installare il pacchetto catalyst per un kernel personalizzato, sarà necessario compilarsi il proprio pacchetto <code>catalyst-$kernel</code> contenente il modulo del kernel compilato nello specifico per il vostro kernel.<br />
<br />
Se non avete padronanza o esperienza nella creazione di pacchetti, date un'occhiata alla pagina [[ABS_-_Il_Sistema_Di_Compilazione_di_Arch_(Italiano)|ABS]] del wiki innanzitutto, così che possiate arrivare più velocemente al risultato.<br />
<br />
==== Procurarsi il PKGBUILD ====<br />
Procuratevi il <code>PKGBUILD</code> e il file <code>catalyst.install</code> da CVS o da ABS. Perciò, o<br />
<br />
* Aprite il link http://archlinux.org/packages/search/?q=catalyst , selezionate la vostra architettura, quindi cliccate su "View SVN Entries" per trovarli<br />
oppure<br />
* Eseguite il comando <code>abs</code> da utente root e localizzate i file nella cartella <code>/var/abs/extra/catalyst</code>.<br />
<br />
==== Modificare il PKGBUILD e costruirsi il pacchetto ====<br />
Andranno fatte tre modifiche: <br />
<br />
'''Primo''', cambiate<br />
pkgname=catalyst<br />
in<br />
pkgname=catalyst-NOME_KERNEL<br />
dove NOME_KERNEL è qualsiasi nome voi abbiate scelto per il vostro kernel (es custom, mm, ilmigliorkerneldisempre)<br />
<br />
'''Secondo''', togliete <code>kernel26</code> dalla lista delle dipendenze.<br />
<br />
'''Terzo''', cambiate<br />
_kernver=${_kernel_version}-ARCH<br />
to<br />
_kernver=`uname -r`<br />
(o inserite direttamente l'output del comando uname -r '''se avete il vostro kernel personalizzato già in esecuzione''')<br />
<br />
Infine, potrete compilare ed installare il pacchetto. (<code>makepkg -i</code> o <code>makepkg</code> seguito da un <code>pacman -A nomepacchetto.pkg.tar.gz</code>)<br />
<br />
==== Note ====<br />
* Se utilizzate abitualmente più di un kernel proveniente dai repository, allora installate i moduli catalyst per ognuno di essi. Non andranno in conflitto fra di loro.<br />
<br />
* Nessuna modifica andrà fatta al pacchetto <code>catalyst-utils</code>, il quale è completamente kernel-indipendente. '''Tutto ciò''' di cui avete bisogno è compilare il modulo del kernel.<br />
<br />
=== Installatore ATI/AMD ===<br />
{{warning| Utilizzare direttamente il file di installazione disponibile su ati.om/amd.com NON È raccomandato!}}<br />
<br />
Usare questo metodo causerà probabilmente conflitti di file con una molteplicità di pacchetti di pacman, e comporteranno probabilmente alcuni fallimenti di esecuzione del server X. I pacchetti disponibili tramite pacman sono configurati nello specifico per Arch Linux e dunque si consiglia caldamente di utilizzare quelli.<br />
<br />
Se avete tentato un'installazione manuale dal file di installazione ufficiale, e vi siete resi conto che non funziona più nulla, dovreste poter riuscire a recuperare la situazione eseguendo lo script di disinstallazione che dovrebbe essere in /usr/share/ati - eseguitelo e poi provate ad installare i pacchetti catalyst tramite pacman.<br />
<br />
SE ''dovete'' installare tramite lo script di installazione ufficiale, per qualche arcana ragione, i passi seguenti '''potrebbero''' funzionare per voi:<br />
<br />
*Scaricate l'installer dei driver AMD/ATI<br />
*Rendetelo eseguibile<br />
*Installate il pacchetto mesa<br />
# pacman -S mesa<br />
*Installate se non lo avete già fatto, Xorg<br />
*Controllate di avere tutti i requisiti per eseguire correttamente l'installer, i quali sono elencati sul loro sito<br />
# pacman -Q | grep NameOfPackage<br />
*Utilizzate aticonfig come descritto più avanti nel wiki, per aggiornare il vostro xorg.conf<br />
*Aggiungete la sezione ModulesPath nello xorg.conf in maniera che punti al modulo fglrx.so se necessario<br />
<br />
== Configurazione ==<br />
ATI fornisce l'utility <code>aticonfig</code> per modificare uno <code>xorg.conf</code> esistente e configurare in pratica qualsiasi aspetto della scheda ATI in vostro possesso. Per una lista completa delle opzioni di questo tool, eseguite:<br />
$ aticonfig --help<br />
<br />
Se non avete ancora un file xorg.conf, eseguite il seguente comando per generarne uno di base:<br />
# Xorg -configure<br />
<br />
La via più semplice per usare <code>aticonfig</code> in maniera da adattare il vostro file <code>xorg.conf</code> è visualizzato alla fine dell'output che si ottiene eseguendo <code>aticonfig</code> senza passargli nessun parametro:<br />
Esempi:<br />
1. Configurare i driver fglrx per la prima volta.<br />
Single head : aticonfig --initial --input=/etc/X11/xorg.conf<br />
Dual head : aticonfig --initial=dual-head --screen-layout=above<br />
Questo comando genererà una configurazione dual head con il secondo screen posto al di sopra del primo.<br />
<br />
Adattate semplicemente uno dei due esempi in base alle vostre necessità.<br />
<br />
<font color="red">'''Attenzione:''' Controllate il file xorg.conf generato prima di andare a sostituirlo al file /etc/X11/xorg.conf e partire senza freni col comando startx o con un bel riavvio del sistema. Altrimenti, potreste probabilmente ottenere una schermata bloccata del server X e potreste non riuscire ad utilizzare più il vostro sistema. Può capitare infatti che lo xorg.conf generato con i passi appena descritti non sia corretto. Se volete, potete confrontare il file da voi generato con uno dei [http://wiki.archlinux.org/index.php?title=Xorg7#Sample_Xorg.conf_Files file Xorg.conf di esempio] elencati sulla pagina wiki dedicata a Xorg.</font><br />
<br />
Assicuratevi inoltre di avere la linea "DefaultDepth 24" nella vostra sezione "Screen" e che ci sia la sezione "DRI" con al suo interno l'opzione "Mode 666". Il driver fglrx necessità di queste opzioni per funzionare correttamente, ma generalmente i file prodotti con i passi precedentemente descritti non le hanno. Senza queste righe, potreste ottenere una schermata nera che non dà risposta ai comandi dopo il riavvio. Comunque, date che molte delle opzioni sono oramai automaticamente impostate nelle versioni più recenti di Xorg, è verosimile che non ci sia bisogno di scrivere poi moltissime opzioni manualmente nello xorg.conf, anzi, può essere che a volte alcune sezioni presenti in quel file siano ridondanti\di troppo.<br />
<br />
Ecco un esempio di file xorg.conf minimale e funzionante.<br />
<pre><br />
Section "ServerLayout"<br />
Identifier "X.org Configured"<br />
Screen 0 "Screen0" 0 0<br />
InputDevice "Mouse0" "CorePointer"<br />
InputDevice "Keyboard0" "CoreKeyboard"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Files"<br />
RgbPath "/usr/share/X11/rgb"<br />
ModulePath "/usr/lib/xorg/modules"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/misc"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/100dpi:unscaled"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/75dpi:unscaled"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/TTF"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/Type1"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Module"<br />
Load "extmod"<br />
Load "dbe"<br />
Load "xtrap"<br />
Load "record"<br />
Load "dri"<br />
Load "glx"<br />
Load "GLcore"<br />
Load "freetype"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "InputDevice"<br />
Identifier "Keyboard0"<br />
Driver "kbd"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "InputDevice"<br />
Identifier "Mouse0"<br />
Driver "mouse"<br />
Option "Protocol" "auto"<br />
Option "Device" "/dev/input/mice"<br />
Option "ZAxisMapping" "4 5 6 7"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Monitor"<br />
Identifier "Monitor0"<br />
VendorName "Monitor Vendor"<br />
ModelName "Monitor Model"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Device"<br />
Identifier "Card0"<br />
Driver "fglrx"<br />
VendorName "ATI Technologies Inc"<br />
BoardName "Radeon Mobility X1400"<br />
BusID "PCI:1:0:0"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "Screen0"<br />
Device "Card0"<br />
Monitor "Monitor0"<br />
DefaultDepth 24<br />
SubSection "Display"<br />
Viewport 0 0<br />
Depth 24<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
<br />
Section "DRI"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
</pre><br />
<br />
Infine, potete eseguire Xorg col comando <code>startx</code> e verificare che l'accelerazione hardware sia attivata col comando seguente (da eseguire in un terminale):<br />
$ glxinfo | grep direct<br />
Se viene restituita la riga "direct rendering: yes" avete fatto tutto correttamente! Se invece il comando "glxinfo" non viene riconosciuto, potreste aver bisogno di installare il pacchetto ''mesa''.<br />
<br />
<font color="red">Nota: Nelle recenti versioni di Xorg, i percorsi delle librerie sono cambiati. Così, a volte il file libGL.so non è correttamente caricato, anche se risulta installato. Non dimenticate di controllare questa cosa se i vostri programmi GL non funzionano. Leggete la sezione "Risoluzione dei Problemi" per maggiori dettagli.</font><br />
<br />
== Risoluzione dei Problemi ==<br />
<br />
=== Corruzione dei "checkerbox" nei programmi OpenGL ===<br />
Questo problema è stato risolto con i driver Catalyst 8.9.<br />
<br />
Programmi OpenGL come blender eseguiti in finestra, mostrano una corruzione nei "checkerbox".<br />
Questo problema può essere risolto usando l'impostazione "Virtual Display" con un ampiezza multipla di 64, maggiore della vostra attuale risoluzione, ad esempio di 1664 invece di 1600 per la larghezza:<br />
<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "Screen0"<br />
Device "Card0"<br />
Monitor "Monitor0"<br />
SubSection "Display"<br />
Depth 24<br />
Virtual 1664 1200<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
<br />
===Schermate nere e blocco del sistema / fase di stallo dopo riavvio o startx===<br />
Questo problema è stato riportato da alcuni utenti. Procuratevi un LiveCD (anche il cd di installazione di Arch va bene).<br />
# Riavviate il sistema e bootate dal CD.<br />
# Montate la vostra partizione di sistema, e leggete /var/log/Xorg.0.log (col comando less o simili).<br />
# Cercate le linee che partono con "(EE)" le quali contengono eventuali messaggi di errore.<br />
# Vedete se riuscite a risolvere il problema con le informazioni contenute in quei messaggi di errore.<br />
# Fate riferimento alla sezione "Configurazione" di questa pagina, e assicuratevi di avere la voce "DefaultDepth 24" nell'apposita sezione dello xorg.conf.<br />
# Riavviate il sistema per testare se il problema è stato risolto.<br />
# Se non avete avuto fortuna, provate a rimpiazzare "fglrx" con "radeon", e riavviate. I driver open dovrebbero almeno permettervi di inizializzare correttamente il server X, anche se probabilmente senza accelerazione.<br />
<br />
=== Risoluzione errata nel gestore login ===<br />
Se la risoluzione del vostro gestore login è ad esempio 1600x1200 mentre voi desiderate la 1280x1024, potete sistemare il problema usando il file di configurazione xorg.conf (le versioni più nuove di X usando i driver open in teoria non necessitano più dello xorg.conf, quindi se non ne avege uno dovrete crearlo). Nella sezione "Screen" aggiungete delle righe relative alle risoluzioni:<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "aticonfig-Screen[0]-0"<br />
Device "aticonfig-Device[0]-0"<br />
Monitor "aticonfig-Monitor[0]-0"<br />
DefaultDepth 24<br />
SubSection "Display"<br />
Viewport 0 0<br />
Depth 24<br />
Modes "1280x1024" "2048x1536"#<-add this line to change the default login screen resolution<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
Il primo argomento della linea Modes è la risoluzione che verrà usata di default, la seconda è la massima risoluzione supportata dal vostro monitor. Ciò è necessario per far si che possiate selezionare diverse risoluzioni ad esempio nel pannello grafico di selezione presente in GNOME o in KDE.<br />
<br />
===KDM non si riavvia dopo un logout===<br />
Se state usando i driver proprietari Catalyst e vi ritrovate davanti a una console (vc/1) invece della consueta schermata di login di KDM, potreste dover istruire KDM di riavviare il server X dopo un logout:<br />
<br />
$ sudo nano /usr/share/config/kdm/kdmrc<br />
<br />
Decommentate la seguente riga (sotto la sezione [X-:*-Core] ):<br />
TerminateServer=True<br />
<br />
KDM dovrebbe ora riapparire correttamente dopo un logout da KDE.<br />
<br />
===Il Direct Rendering non funziona===<br />
<br />
Avete problemi nel far funzionare il direct rendering? eseguite innanzitutto<br />
$ LIBGL_DEBUG=verbose glxinfo > /dev/null<br />
in una console. Proprio all'inizio dell'output, il comando vi restituirà quale bell'errore vi impedisce di ottenere l'accelerazione.<br />
<br />
Ecco alcuni errori comuni, e le loro rispettive soluzioni:<br />
<br />
'''libGL error: XF86DRIQueryDirectRenderingCapable returned false'''<br />
<br />
* Assicuratevi di aver caricato i moduli AGP corretti per il vostro chipset '''prima''' che venga caricato il modulo fglrx. Per determinare quali sono i moduli AGP corretti per il vostro pc, eseguite <code>hwdetect --show-agp</code>, quindi assicuratevi di inserire tutti i moduli che sono stati elencati, nell'array MODULES nell'rc.conf, ovviamente '''prima''' di fglrx.<br />
<br />
'''libGL error: failed to open DRM: Operation not permitted'''<br />
'''libGL error: reverting to (slow) indirect rendering'''<br />
<br />
* Per questo errore, assicuratevi di avere la seguente sezione nel vostro <code>xorg.conf</code>, da qualche parte:<br />
Section "DRI"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
<br />
'''libGL: OpenDriver: trying /usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so'''<br />
'''libGL error: dlopen /usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so failed (/usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so: cannot open shared object file: No such file or directory)'''<br />
'''libGL error: unable to find driver: fglrx_dri.so'''<br />
<br />
* Qualcosa non è stato installato correttamente. Se i percorsi nell'errore sono <code>/usr/X11R6/lib/modules/dri/fglrx_dri.so</code>, provate innanzitutto a effettuare un completo logout dal sistema, per poi riloggarvi. Se usate un login grafico (gdm, kdm, xdm, slim ecc) assicuratevi che il file /etc/profile venga correttamente caricato ad ogni login. Ciò è solitamente fatto mediante l'inserimento nel file <code>~/.xsession</code> oppure in <code>~/.xinitrc</code> della riga <code>source /etc/profile</code>, ma in base al gestore del login che utilizzate, potrebbe essere necessario inserirla anche in altri file.<br />
<br />
* Se i percorsi nel messaggio di errore sono invece, <code>/usr/lib/xorg/modules/dri/fglrx_dri.so</code>, allora qualcosa non è stato installato correttamente. Provate a reinstallare il pacchetto <code>catalyst-utils</code>.<br />
<br />
<br />
'''fglrx: libGL version undetermined - OpenGL module is using glapi fallback'''<br />
<br />
* Questo errore può essere causato dal fatto di avere multiple versioni del file <code>libGL.so</code> nel vostro sistema. Eseguite i comandi<br />
$ sudo updatedb<br />
$ locate libGL.so<br />
<br />
Dovrebbe così esservi restituito a terminale l'ubicazione dei file, ad esempio:<br />
$ locate libGL.so<br />
/usr/lib/libGL.so<br />
/usr/lib/libGL.so.1<br />
/usr/lib/libGL.so.1.2<br />
$<br />
<br />
Queesti sono gli unici 3 file che dovreste avere sul vostro sistema. Se ne avete di più, (ad esempio <code>/usr/X11R6/lib/libGL.so.1.2</code>), provate a rimuoverli. Ciò dovrebbe risolvere il vostro problema.<br />
<br />
Potreste infine non avere nessun errore che indichi la presenza di un problema. Se usate Xorg 7, assicuratevi di '''non''' avere questi file nel vostro sistema:<br />
/usr/X11R6/lib/libGL.so.1.2<br />
/usr/X11R6/lib/libGL.so.1<br />
<br />
===Problemi con sospensione/ibernazione===<br />
==== Il video fallisce l'entrata in sospensione/ibernazione ====<br />
Se <code>fglrx</code> restituisce un errore nel tentativo di sospendere il sistema tramite gli appositi script, una soluzione potrebbe essere quella di aggiungere la linea seguente alla sezione "Device" nello <code>/etc/X11/xorg.conf</code>, la quale dovrebbe permettere al modulo <tt>fglrx</tt> di entrare in modalità sospensione.<br />
<br />
Option "UseInternalAGPGart" "no"<br />
<br />
==== Il video fallisce nella riesumazione dalla sospensione ====<br />
Il driver proprietario ATI <tt>catalyst</tt> non può riesumare se il framebuffer risulta attivato. Per disabilitare il framebuffer, aggiungete '''vga=0''' alle opzioni da passare al kernel nel file <code>/boot/grub/menu.lst</code>, ad esempio:<br />
# (0) Arch Linux<br />
title Arch Linux<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /vmlinuz26 root=/dev/sda3 resume=/dev/sda2 ro '''''vga=0'''''<br />
initrd /kernel26.img<br />
<br />
===Il sistema 'freeza'/si blocca===<br />
<br />
* Per prevenire blocchi del sistema, provate ad aggiungere le righe seguenti alla sezione "Device" del vostro <code>xorg.conf</code>, dove avete configurato i driver proprietari:<br />
<br />
Option "UseInternalAGPGART" "no"<br />
Option "KernelModuleParm" "agplock=0" # AGP locked user pages: disabled<br />
<br />
Nota: Queste opzioni non sono più necessarie, visto che a partire dalla versione 8.24.18 ATI ha rimosso il supporto interno all' AGP GART dai driver.<br />
<br />
* In maniera simile, è noto che anche i driver del framebuffer <code>radeonfb</code> in passato hanno causato problemi di questo tipo. Se il vostro kernel ha il supporto radeonfb compilato internamente, potreste provare ad utilizzare un kernel differente per vedere se ciò può aiutare.<br />
<br />
===Conflitti Hardware===<br />
<br />
Le schede Radeon usae in combinazione con alcune versione dei chipset nForce3 (es, nForce 3 250gb) non possono sfruttare l'accelerazione hardware. Oggigiorno, la causa di questo problema è ancora sconosciuta, ma alcune fonti indicano la possibilità di avere l'accelerazione attivando prima Windows con i driver di nVIDIA per poi riavviare il sistema. Questo può essere verificato in una console di root, col comando:<br />
<br />
dmesg | grep agp<br />
<br />
Se ottenete un messaggio simile a questo (usando un sistema basato su nForce3)<br />
<br />
agpgart: Detected AGP bridge 0<br />
agpgart: Setting up Nforce3 AGP.<br />
agpgart: aperture base > 4G<br />
<br />
e se usando quest'altro comando...<br />
<br />
tail -n 100 /var/log/Xorg.0.log | grep agp<br />
<br />
...ottenete un messaggio simile a:<br />
<br />
(EE) fglrx(0): [agp] unable to acquire AGP, error "xf86_ENODEV"<br />
<br />
Allora avete questo bug.<br />
<br />
Alcune altre fonti indicano come in certe situazioni, fare un downgrade del BIOS della scheda madre potrebbe aiutare, ma ciò non è verificato in tutti i casi. Inoltre, un downgrade del BIOS può nei casi più estremi rendere il vostro hardware della ferraglia inutilizzabile, quindi state attenti a quello che fate.<br />
<br />
Vedere il big su bugzilla http://bugzilla.kernel.org/show_bug.cgi?id=6350 per maggiori informazioni e potenziali soluzioni.<br />
<br />
===Portatili Compaq Presario===<br />
Anche dopo aver installato i driver e modificato la configurazione come richiesto, alcuni portatili (ad es. Presario R4000 con Xpress 200M) presentano la classica schermata nera.<br />
<br />
Il problema sembra essere la dimensione della memoria non correttamente rilevata dal kernel (anche se avete 128M lspci -v mostrerà sempre 256M). Cambiare l'impostazione del BIOS così che utilizzi l'opzione "SidePort+UMA" e 128M di memoria video più altri 128M presi dal sistema sembra far funzionare il tutto correttamente.<br />
<br />
Potrebbe essere un BUG nel BIOS o nel codice PCI del kernel Linux.<br />
<br />
===Blocchi temporanei durante la riproduzione video===<br />
Se avete dei blocchi temporanei, da pochi secondi a qualche minuto durante la riproduzione di video con mplayer, controllate /var/log/messages.log per la presenza di errori come:<br />
<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<f8bc628c>] ? ip_firegl_ioctl+0x1c/0x30 [fglrx]<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c0197038>] ? vfs_ioctl+0x78/0x90<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01970b7>] ? do_vfs_ioctl+0x67/0x2f0<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01973a6>] ? sys_ioctl+0x66/0x70<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c0103ef3>] ? sysenter_do_call+0x12/0x33<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium =======================<br />
<br />
Aggiungete l'opzione '''nopat''' alla riga del kernel nel file /boot/grub/menu.lst e riavviate, dovreste risolvere il problema.<br />
<br />
= Risorse Esterne =<br />
Maggiori informazioni potete trovarle qui<br />
* [http://ati.cchtml.com/buglist.cgi?query_format=specific&order=relevance+desc&bug_status=__open__&product=&content= ATI Linux Bugtracker non ufficiale]<br />
* [http://www.rage3d.com/board/forumdisplay.php?f=88 Forums Rage3D ATI Linux]<br />
* [http://www.thinkwiki.org/wiki/Problems_with_fglrx Pagina dei problemi con ThinkWiki fglrx]<br />
* [http://www.phoronix.com/scan.php?page=article&item=560 ATI R300: Driver Open vs Driver Proprietari]<br />
* [http://www.thinkwiki.org/wiki/Additional_options_for_the_radeon_driver Opzioni addizionali per il driver radeon]<br />
* [http://www.phoronix.com/scan.php?page=article&item=936&num=1 Funzionalità ATI nascosta per il Textured XRendering]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=ATI_(Italiano)&diff=67091
ATI (Italiano)
2009-04-18T15:49:25Z
<p>Dav2dev: /* Introduzione */</p>
<hr />
<div>[[Category: Graphics (Italiano)]]<br />
[[Category: X Server (Italiano)]]<br />
[[Category: HOWTOs (Italiano)]]<br />
<br />
{{i18n_links_start}}<br />
<br />
{{i18n_entry|English|ATI}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|ATI (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|ATI (Italiano)}}<br />
<br />
{{i18n_links_end}}<br />
= Introduzione =<br />
I possessori di schede video ATI hanno due possibilità per ciò che riguarda i driver da utilizzare: se non siete sicuri di quali driver utilizzare, provate prima di tutto quelli open-source, poichè generalmente soddisfano le esigenze più basilari e provocano in generale meno problemi.<br />
<br />
I driver proprietari supportano [[AIGLX]]. Per utilizzare dei composite manager come [[Compiz]] potete ora usare sia i driver liberi che quelli proprietari. Oggi come oggi, le prestazioni dei driver open non sono paragonabili a quelle raggiungibili con i driver proprietari. Oltretutto, con i driver open manca ancora il supporto all'uscita TV, al doppio collegamento DVI, ed eventualmente ulteriori funzionalità. Dall'altro canto, ha un migliore supporto al dual-head.<br />
<br />
= Driver ATI Open-Source =<br />
Ci sono 2 differenti driver open-source, <code>xf86-video-ati</code> e <code>xf86-video-radeonhd</code>.<br />
<br />
<code>xf86-video-ati</code> funzioneranno in maniera accettabile con i chipset Radeon fino al Radeon X850. I chip fino alla serie 9200 sono pienamente supportati, in maniera stabile, e hanno il pieno supporto all'accellerazione 2D e 3D. I chipset dal 9500 al X850 hanno piena accelerazione 2D, e forniscono una accelerazione 3D anche se non supportano tutte le caratteristiche che sono supportate dai driver proprietari. Una lista completa di tutti i chipset supportati la si può trovare [http://dri.freedesktop.org/wiki/ATI qui].<br />
<br />
<code>xf86-video-radeonhd</code> è un driver per i chipset ATI R500 (serie Radeon X1000) e più recenti. È sviluppato da Novell con le specifiche rese pubbliche da AMD. Supporta RandR 1.2 e rappresenta più che altro solo un driver in fase di sviluppo.<br />
<br />
== Installazione e Configurazione ==<br />
'''Nota:''' Se avete in precedenza installato i driver proprietari, assicuratevi di rimuovere i pacchetti <code>catalyst</code> e <code>catalyst-utils</code>.<br />
<br />
Per installare <code>xf86-video-ati</code> :<br />
pacman -S xf86-video-ati libgl<br />
<br />
Per installare <code>xf86-video-radeonhd</code> : <br />
pacman -S xf86-video-radeonhd libgl<br />
<br />
Modificate il vostro [[xorg.conf]], aggiungendo o assicurandovi di avere le righe seguenti nelle rispettive sezioni.<br />
<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
Load "dri"<br />
Load "drm"<br />
EndSection<br />
<br />
Sezione Device per <code>xf86-video-ati</code> :<br />
Section "Device"<br />
Identifier "name" # your alias<br />
Driver "radeon"<br />
Option "XAANoOffscreenPixmaps" "true" #needed for aiglx<br />
EndSection<br />
<br />
Sezione Device per <code>xf86-video-radeonhd</code> :<br />
Section "Device"<br />
Identifier "name" # your alias<br />
Driver "radeonhd"<br />
Option "XAANoOffscreenPixmaps" "true" #needed for aiglx<br />
EndSection<br />
<br />
Section "DRI"<br />
Group "video"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
<br />
Usando questo driver, assicuratevi di non avere il pacchetto <code>catalyst-utils</code> installato, ma usate <code>libgl-dri</code> al suo posto. Altrimenti, avrete sul sistema il file <code>libGL.so</code> sbagliato il che impedirà il corretto funzionamento del direct rendering.<br />
<br />
=== Settaggi per aumentare le Prestazioni ===<br />
<br />
Le seguenti opzioni vanno messe nella sezione ''Device'':<br />
<br />
Di default, i driver open-source funzionano alla velocità AGP 1x. È in generale consigliabile e sicuro modificare questa impostazione. Se notate peggioramenti di prestazioni, provate a diminuire il valore od a eliminare del tutto la riga.<br />
Option "AGPMode" "4"<br />
ColorTiling è un opzione assolutamente sicura da abilitare, e si suppone che sia abilitata di default. Molti utenti hanno rilevato miglioramenti nelle prestazioni, quando questa opzione è abilitata nello xorg.conf.<br />
Option "ColorTiling" "on"<br />
Architettura di accellerazione; questa opzione funzionerà solo sulle schede più nuove: se abilitando questa opzione, non riuscite più ad avviare X, ovviamente rimuovetela.<br />
Option "AccelMethod" "EXA"<br />
Page Flip è un opzione che è generalmente sicura. Dovrebbe essere usate sopratutto con le schede più vecchie, poichè abilitando questa verrà disabilitata EXA. Con i driver più recenti si può però utilizzarla insieme con EXA.<br />
Option "EnablePageFlip" "on" <br />
Quest'ultima opzione abiliterà la cosiddetta "fastwrite" della porta AGP. Questa opzione può causare problemi, quindi preparatevi a rimuoverla nel caso non riusciate ad avviare il server X.<br />
Option "AGPFastWrite" "yes"<br />
<br />
Fare riferimento alla manpage per ulteriori opzioni di configurazione.<br />
<br />
Un tool molto utile da provare è [http://aur.archlinux.org/packages.php?do_Details=1&ID=2994 driconf]. Questo tool vi permetterà di modificare una serie di settaggi, come il vsync, il filtro anisotropico, la compressione delle texture, ecc.<br />
Usando questo tool è inoltre possibile "disabilitare il Low Impact fallback", cosa necessaria ad alcuni programmi (es. Google Earth).<br />
<br />
=== TV out ===<br />
<br />
Da Agosto 2007, c'è il supporto all'uscita TV per tutte le schede Radeon con uscita TV integrata.<br />
<br />
È un supporto in qualche maniera limitato poichè non sempre funziona l'autorilevamento dell'output, e per adesso solo la modalità NTSC funziona (?)<br />
<br />
Comunque, funziona abbastanza bene con, ad esempio, la scheda Radeon 7000. Ecco come si deve procedere:<br />
<br />
Innanzitutto, controllate che abbiate un'uscita S-Video: il comando <code>xrandr</code> dovrebbe restituirvi a terminale qualcosa di simile a:<br />
<br />
Screen 0: minimum 320x200, current 1024x768, maximum 1280x1200<br />
...<br />
S-video disconnected (normal left inverted right x axis y axis)<br />
<br />
Adesso, sarà necessario dire a Xorg che la TV è attualmente connessa (''lo è'', vero?)<br />
<br />
xrandr --output S-video --set load_detection 1<br />
<br />
Impostiamo lo standard TV da utilizzare:<br />
<br />
xrandr --output S-video --set tv_standard ntsc<br />
<br />
Aggiungiamo una modalità di utilizzo per esso (per adesso è supportata solo la risoluzione 800x600)<br />
<br />
xrandr --addmode S-video 800x600<br />
<br />
Impostiamo ad esempio, il tutto con la modalità 'clone':<br />
xrandr --output S-video --same-as VGA-0<br />
<br />
Tutto a posto fino ad ora. Adesso vediamo di visualizzare il tutto sulla TV:<br />
<br />
xrandr --output S-video --mode 800x600<br />
<br />
Dovremmo a questo punto vedere una versione 800x600 del nostro desktop sulla TV.<br />
<br />
Per disabilitare l'output, usiamo il comando<br />
<br />
xrandr --output S-video --off<br />
<br />
Inoltre, potreste notare che un video verrà riprodotto sul monitor ma non sulla TV. Dove l'output di Xv è riprodotto, è controllato dall'attributo XV_CRTC.<br />
Per mandare l'output alla TV, usiamo il comando<br />
<br />
xvattr -a XV_CRTC -v 1<br />
<br />
Per tornare al monitor, cambiamo l'ultimo valore con <code>0</code>. Inoltre, il valore <code>-1</code> è utilizzato per lo switch automatico nei sistemi dualhead.<br />
<br />
= Driver Proprietari ATI Catalyst =<br />
{{warning|I driver proprietari ATI '''sono stati rimossi dai repository ufficiali'''. Sono però disponibili su AUR attraverso dei normali PKGBUILD, quindi il procedimento qui descritto, a parte quello per l'installazione, è ancora valido. Le motivazioni di questa decisione sono disponibili sulla mailing list di Arch Linux.}}<br />
<br />
<br />
Formalmente conosciuti come fglrx, ATI ha rinominato i suoi driver proprietari per Linux, ora chiamati Catalyst. Oggigiorno, solo il nome del pacchetto ha effettivamente cambiato nome, mentre il nome del modulo del kernel ha mantenuto il suo nome originale 'fglrx', dunque qualsiasi riferimento da qui in poi a 'fglrx' è un riferimento al modulo del kernel, e ''non al pacchetto''.<br />
<br />
== Schede Supportate ==<br />
<br />
Vedere [http://www2.ati.com/drivers/linux/catalyst_812_linux.pdf le note di rilascio ATI Catalyst 8.12 (Linux)] per una lista delle schede supportate da questa versione dei driver.<br />
<br />
== Installazione ==<br />
<br />
Dal rilascio di Xorg 7, Arch ha fornito dei pacchetti precompilati dei driver Catalyst nel repository <code>extra</code>. Se usate uno dei kernel forniti nei repository core o extra, il processo di installazione è molto semplice; se invece utilizzate un kernel personalizzato, sarà necessario eseguire degli ulteriori passi.<br />
<br />
=== Stock Kernel ===<br />
<br />
====kernel26====<br />
<br />
Per installare i driver ATI fglrx per il pacchetto <code>kernel26</code>, sarà necessario installare il pacchetto <code>catalyst</code>.<br />
<br />
# pacman -S catalyst<br />
<br />
Questo contiene '''solo''' il modulo del kernel, ma installa inoltre anche il pacchetto <code>catalyst-utils</code> come dipendenza. Quest'ultimo pacchetto è indipendente dal kernel in uso, e fornisce le librerie e le utility per Xorg, incluso il file personalizzato ATI <code>libGL.os</code>.<br />
<br />
=== Kernel Personalizzati ===<br />
<br />
Per installare il pacchetto catalyst per un kernel personalizzato, sarà necessario compilarsi il proprio pacchetto <code>catalyst-$kernel</code> contenente il modulo del kernel compilato nello specifico per il vostro kernel.<br />
<br />
Se non avete padronanza o esperienza nella creazione di pacchetti, date un'occhiata alla pagina [[ABS_-_Il_Sistema_Di_Compilazione_di_Arch_(Italiano)|ABS]] del wiki innanzitutto, così che possiate arrivare più velocemente al risultato.<br />
<br />
==== Procurarsi il PKGBUILD ====<br />
Procuratevi il <code>PKGBUILD</code> e il file <code>catalyst.install</code> da CVS o da ABS. Perciò, o<br />
<br />
* Aprite il link http://archlinux.org/packages/search/?q=catalyst , selezionate la vostra architettura, quindi cliccate su "View SVN Entries" per trovarli<br />
oppure<br />
* Eseguite il comando <code>abs</code> da utente root e localizzate i file nella cartella <code>/var/abs/extra/catalyst</code>.<br />
<br />
==== Modificare il PKGBUILD e costruirsi il pacchetto ====<br />
Andranno fatte tre modifiche: <br />
<br />
'''Primo''', cambiate<br />
pkgname=catalyst<br />
in<br />
pkgname=catalyst-NOME_KERNEL<br />
dove NOME_KERNEL è qualsiasi nome voi abbiate scelto per il vostro kernel (es custom, mm, ilmigliorkerneldisempre)<br />
<br />
'''Secondo''', togliete <code>kernel26</code> dalla lista delle dipendenze.<br />
<br />
'''Terzo''', cambiate<br />
_kernver=${_kernel_version}-ARCH<br />
to<br />
_kernver=`uname -r`<br />
(o inserite direttamente l'output del comando uname -r '''se avete il vostro kernel personalizzato già in esecuzione''')<br />
<br />
Infine, potrete compilare ed installare il pacchetto. (<code>makepkg -i</code> o <code>makepkg</code> seguito da un <code>pacman -A nomepacchetto.pkg.tar.gz</code>)<br />
<br />
==== Note ====<br />
* Se utilizzate abitualmente più di un kernel proveniente dai repository, allora installate i moduli catalyst per ognuno di essi. Non andranno in conflitto fra di loro.<br />
<br />
* Nessuna modifica andrà fatta al pacchetto <code>catalyst-utils</code>, il quale è completamente kernel-indipendente. '''Tutto ciò''' di cui avete bisogno è compilare il modulo del kernel.<br />
<br />
=== Installatore ATI/AMD ===<br />
{{warning| Utilizzare direttamente il file di installazione disponibile su ati.om/amd.com NON È raccomandato!}}<br />
<br />
Usare questo metodo causerà probabilmente conflitti di file con una molteplicità di pacchetti di pacman, e comporteranno probabilmente alcuni fallimenti di esecuzione del server X. I pacchetti disponibili tramite pacman sono configurati nello specifico per Arch Linux e dunque si consiglia caldamente di utilizzare quelli.<br />
<br />
Se avete tentato un'installazione manuale dal file di installazione ufficiale, e vi siete resi conto che non funziona più nulla, dovreste poter riuscire a recuperare la situazione eseguendo lo script di disinstallazione che dovrebbe essere in /usr/share/ati - eseguitelo e poi provate ad installare i pacchetti catalyst tramite pacman.<br />
<br />
SE ''dovete'' installare tramite lo script di installazione ufficiale, per qualche arcana ragione, i passi seguenti '''potrebbero''' funzionare per voi:<br />
<br />
*Scaricate l'installer dei driver AMD/ATI<br />
*Rendetelo eseguibile<br />
*Installate il pacchetto mesa<br />
# pacman -S mesa<br />
*Installate se non lo avete già fatto, Xorg<br />
*Controllate di avere tutti i requisiti per eseguire correttamente l'installer, i quali sono elencati sul loro sito<br />
# pacman -Q | grep NameOfPackage<br />
*Utilizzate aticonfig come descritto più avanti nel wiki, per aggiornare il vostro xorg.conf<br />
*Aggiungete la sezione ModulesPath nello xorg.conf in maniera che punti al modulo fglrx.so se necessario<br />
<br />
== Configurazione ==<br />
ATI fornisce l'utility <code>aticonfig</code> per modificare uno <code>xorg.conf</code> esistente e configurare in pratica qualsiasi aspetto della scheda ATI in vostro possesso. Per una lista completa delle opzioni di questo tool, eseguite:<br />
$ aticonfig --help<br />
<br />
Se non avete ancora un file xorg.conf, eseguite il seguente comando per generarne uno di base:<br />
# Xorg -configure<br />
<br />
La via più semplice per usare <code>aticonfig</code> in maniera da adattare il vostro file <code>xorg.conf</code> è visualizzato alla fine dell'output che si ottiene eseguendo <code>aticonfig</code> senza passargli nessun parametro:<br />
Esempi:<br />
1. Configurare i driver fglrx per la prima volta.<br />
Single head : aticonfig --initial --input=/etc/X11/xorg.conf<br />
Dual head : aticonfig --initial=dual-head --screen-layout=above<br />
Questo comando genererà una configurazione dual head con il secondo screen posto al di sopra del primo.<br />
<br />
Adattate semplicemente uno dei due esempi in base alle vostre necessità.<br />
<br />
<font color="red">'''Attenzione:''' Controllate il file xorg.conf generato prima di andare a sostituirlo al file /etc/X11/xorg.conf e partire senza freni col comando startx o con un bel riavvio del sistema. Altrimenti, potreste probabilmente ottenere una schermata bloccata del server X e potreste non riuscire ad utilizzare più il vostro sistema. Può capitare infatti che lo xorg.conf generato con i passi appena descritti non sia corretto. Se volete, potete confrontare il file da voi generato con uno dei [http://wiki.archlinux.org/index.php?title=Xorg7#Sample_Xorg.conf_Files file Xorg.conf di esempio] elencati sulla pagina wiki dedicata a Xorg.</font><br />
<br />
Assicuratevi inoltre di avere la linea "DefaultDepth 24" nella vostra sezione "Screen" e che ci sia la sezione "DRI" con al suo interno l'opzione "Mode 666". Il driver fglrx necessità di queste opzioni per funzionare correttamente, ma generalmente i file prodotti con i passi precedentemente descritti non le hanno. Senza queste righe, potreste ottenere una schermata nera che non dà risposta ai comandi dopo il riavvio. Comunque, date che molte delle opzioni sono oramai automaticamente impostate nelle versioni più recenti di Xorg, è verosimile che non ci sia bisogno di scrivere poi moltissime opzioni manualmente nello xorg.conf, anzi, può essere che a volte alcune sezioni presenti in quel file siano ridondanti\di troppo.<br />
<br />
Ecco un esempio di file xorg.conf minimale e funzionante.<br />
<pre><br />
Section "ServerLayout"<br />
Identifier "X.org Configured"<br />
Screen 0 "Screen0" 0 0<br />
InputDevice "Mouse0" "CorePointer"<br />
InputDevice "Keyboard0" "CoreKeyboard"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Files"<br />
RgbPath "/usr/share/X11/rgb"<br />
ModulePath "/usr/lib/xorg/modules"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/misc"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/100dpi:unscaled"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/75dpi:unscaled"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/TTF"<br />
FontPath "/usr/share/fonts/Type1"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Module"<br />
Load "extmod"<br />
Load "dbe"<br />
Load "xtrap"<br />
Load "record"<br />
Load "dri"<br />
Load "glx"<br />
Load "GLcore"<br />
Load "freetype"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "InputDevice"<br />
Identifier "Keyboard0"<br />
Driver "kbd"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "InputDevice"<br />
Identifier "Mouse0"<br />
Driver "mouse"<br />
Option "Protocol" "auto"<br />
Option "Device" "/dev/input/mice"<br />
Option "ZAxisMapping" "4 5 6 7"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Monitor"<br />
Identifier "Monitor0"<br />
VendorName "Monitor Vendor"<br />
ModelName "Monitor Model"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Device"<br />
Identifier "Card0"<br />
Driver "fglrx"<br />
VendorName "ATI Technologies Inc"<br />
BoardName "Radeon Mobility X1400"<br />
BusID "PCI:1:0:0"<br />
EndSection<br />
<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "Screen0"<br />
Device "Card0"<br />
Monitor "Monitor0"<br />
DefaultDepth 24<br />
SubSection "Display"<br />
Viewport 0 0<br />
Depth 24<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
<br />
Section "DRI"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
</pre><br />
<br />
Infine, potete eseguire Xorg col comando <code>startx</code> e verificare che l'accelerazione hardware sia attivata col comando seguente (da eseguire in un terminale):<br />
$ glxinfo | grep direct<br />
Se viene restituita la riga "direct rendering: yes" avete fatto tutto correttamente! Se invece il comando "glxinfo" non viene riconosciuto, potreste aver bisogno di installare il pacchetto ''mesa''.<br />
<br />
<font color="red">Nota: Nelle recenti versioni di Xorg, i percorsi delle librerie sono cambiati. Così, a volte il file libGL.so non è correttamente caricato, anche se risulta installato. Non dimenticate di controllare questa cosa se i vostri programmi GL non funzionano. Leggete la sezione "Risoluzione dei Problemi" per maggiori dettagli.</font><br />
<br />
== Risoluzione dei Problemi ==<br />
<br />
=== Corruzione dei "checkerbox" nei programmi OpenGL ===<br />
Questo problema è stato risolto con i driver Catalyst 8.9.<br />
<br />
Programmi OpenGL come blender eseguiti in finestra, mostrano una corruzione nei "checkerbox".<br />
Questo problema può essere risolto usando l'impostazione "Virtual Display" con un ampiezza multipla di 64, maggiore della vostra attuale risoluzione, ad esempio di 1664 invece di 1600 per la larghezza:<br />
<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "Screen0"<br />
Device "Card0"<br />
Monitor "Monitor0"<br />
SubSection "Display"<br />
Depth 24<br />
Virtual 1664 1200<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
<br />
===Schermate nere e blocco del sistema / fase di stallo dopo riavvio o startx===<br />
Questo problema è stato riportato da alcuni utenti. Procuratevi un LiveCD (anche il cd di installazione di Arch va bene).<br />
# Riavviate il sistema e bootate dal CD.<br />
# Montate la vostra partizione di sistema, e leggete /var/log/Xorg.0.log (col comando less o simili).<br />
# Cercate le linee che partono con "(EE)" le quali contengono eventuali messaggi di errore.<br />
# Vedete se riuscite a risolvere il problema con le informazioni contenute in quei messaggi di errore.<br />
# Fate riferimento alla sezione "Configurazione" di questa pagina, e assicuratevi di avere la voce "DefaultDepth 24" nell'apposita sezione dello xorg.conf.<br />
# Riavviate il sistema per testare se il problema è stato risolto.<br />
# Se non avete avuto fortuna, provate a rimpiazzare "fglrx" con "radeon", e riavviate. I driver open dovrebbero almeno permettervi di inizializzare correttamente il server X, anche se probabilmente senza accelerazione.<br />
<br />
=== Risoluzione errata nel gestore login ===<br />
Se la risoluzione del vostro gestore login è ad esempio 1600x1200 mentre voi desiderate la 1280x1024, potete sistemare il problema usando il file di configurazione xorg.conf (le versioni più nuove di X usando i driver open in teoria non necessitano più dello xorg.conf, quindi se non ne avege uno dovrete crearlo). Nella sezione "Screen" aggiungete delle righe relative alle risoluzioni:<br />
Section "Screen"<br />
Identifier "aticonfig-Screen[0]-0"<br />
Device "aticonfig-Device[0]-0"<br />
Monitor "aticonfig-Monitor[0]-0"<br />
DefaultDepth 24<br />
SubSection "Display"<br />
Viewport 0 0<br />
Depth 24<br />
Modes "1280x1024" "2048x1536"#<-add this line to change the default login screen resolution<br />
EndSubSection<br />
EndSection<br />
Il primo argomento della linea Modes è la risoluzione che verrà usata di default, la seconda è la massima risoluzione supportata dal vostro monitor. Ciò è necessario per far si che possiate selezionare diverse risoluzioni ad esempio nel pannello grafico di selezione presente in GNOME o in KDE.<br />
<br />
===KDM non si riavvia dopo un logout===<br />
Se state usando i driver proprietari Catalyst e vi ritrovate davanti a una console (vc/1) invece della consueta schermata di login di KDM, potreste dover istruire KDM di riavviare il server X dopo un logout:<br />
<br />
$ sudo nano /usr/share/config/kdm/kdmrc<br />
<br />
Decommentate la seguente riga (sotto la sezione [X-:*-Core] ):<br />
TerminateServer=True<br />
<br />
KDM dovrebbe ora riapparire correttamente dopo un logout da KDE.<br />
<br />
===Il Direct Rendering non funziona===<br />
<br />
Avete problemi nel far funzionare il direct rendering? eseguite innanzitutto<br />
$ LIBGL_DEBUG=verbose glxinfo > /dev/null<br />
in una console. Proprio all'inizio dell'output, il comando vi restituirà quale bell'errore vi impedisce di ottenere l'accelerazione.<br />
<br />
Ecco alcuni errori comuni, e le loro rispettive soluzioni:<br />
<br />
'''libGL error: XF86DRIQueryDirectRenderingCapable returned false'''<br />
<br />
* Assicuratevi di aver caricato i moduli AGP corretti per il vostro chipset '''prima''' che venga caricato il modulo fglrx. Per determinare quali sono i moduli AGP corretti per il vostro pc, eseguite <code>hwdetect --show-agp</code>, quindi assicuratevi di inserire tutti i moduli che sono stati elencati, nell'array MODULES nell'rc.conf, ovviamente '''prima''' di fglrx.<br />
<br />
'''libGL error: failed to open DRM: Operation not permitted'''<br />
'''libGL error: reverting to (slow) indirect rendering'''<br />
<br />
* Per questo errore, assicuratevi di avere la seguente sezione nel vostro <code>xorg.conf</code>, da qualche parte:<br />
Section "DRI"<br />
Mode 0666<br />
EndSection<br />
<br />
'''libGL: OpenDriver: trying /usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so'''<br />
'''libGL error: dlopen /usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so failed (/usr/lib/xorg/modules/dri//fglrx_dri.so: cannot open shared object file: No such file or directory)'''<br />
'''libGL error: unable to find driver: fglrx_dri.so'''<br />
<br />
* Qualcosa non è stato installato correttamente. Se i percorsi nell'errore sono <code>/usr/X11R6/lib/modules/dri/fglrx_dri.so</code>, provate innanzitutto a effettuare un completo logout dal sistema, per poi riloggarvi. Se usate un login grafico (gdm, kdm, xdm, slim ecc) assicuratevi che il file /etc/profile venga correttamente caricato ad ogni login. Ciò è solitamente fatto mediante l'inserimento nel file <code>~/.xsession</code> oppure in <code>~/.xinitrc</code> della riga <code>source /etc/profile</code>, ma in base al gestore del login che utilizzate, potrebbe essere necessario inserirla anche in altri file.<br />
<br />
* Se i percorsi nel messaggio di errore sono invece, <code>/usr/lib/xorg/modules/dri/fglrx_dri.so</code>, allora qualcosa non è stato installato correttamente. Provate a reinstallare il pacchetto <code>catalyst-utils</code>.<br />
<br />
<br />
'''fglrx: libGL version undetermined - OpenGL module is using glapi fallback'''<br />
<br />
* Questo errore può essere causato dal fatto di avere multiple versioni del file <code>libGL.so</code> nel vostro sistema. Eseguite i comandi<br />
$ sudo updatedb<br />
$ locate libGL.so<br />
<br />
Dovrebbe così esservi restituito a terminale l'ubicazione dei file, ad esempio:<br />
$ locate libGL.so<br />
/usr/lib/libGL.so<br />
/usr/lib/libGL.so.1<br />
/usr/lib/libGL.so.1.2<br />
$<br />
<br />
Queesti sono gli unici 3 file che dovreste avere sul vostro sistema. Se ne avete di più, (ad esempio <code>/usr/X11R6/lib/libGL.so.1.2</code>), provate a rimuoverli. Ciò dovrebbe risolvere il vostro problema.<br />
<br />
Potreste infine non avere nessun errore che indichi la presenza di un problema. Se usate Xorg 7, assicuratevi di '''non''' avere questi file nel vostro sistema:<br />
/usr/X11R6/lib/libGL.so.1.2<br />
/usr/X11R6/lib/libGL.so.1<br />
<br />
===Problemi con sospensione/ibernazione===<br />
==== Il video fallisce l'entrata in sospensione/ibernazione ====<br />
Se <code>fglrx</code> restituisce un errore nel tentativo di sospendere il sistema tramite gli appositi script, una soluzione potrebbe essere quella di aggiungere la linea seguente alla sezione "Device" nello <code>/etc/X11/xorg.conf</code>, la quale dovrebbe permettere al modulo <tt>fglrx</tt> di entrare in modalità sospensione.<br />
<br />
Option "UseInternalAGPGart" "no"<br />
<br />
==== Il video fallisce nella riesumazione dalla sospensione ====<br />
Il driver proprietario ATI <tt>catalyst</tt> non può riesumare se il framebuffer risulta attivato. Per disabilitare il framebuffer, aggiungete '''vga=0''' alle opzioni da passare al kernel nel file <code>/boot/grub/menu.lst</code>, ad esempio:<br />
# (0) Arch Linux<br />
title Arch Linux<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /vmlinuz26 root=/dev/sda3 resume=/dev/sda2 ro '''''vga=0'''''<br />
initrd /kernel26.img<br />
<br />
===Il sistema 'freeza'/si blocca===<br />
<br />
* Per prevenire blocchi del sistema, provate ad aggiungere le righe seguenti alla sezione "Device" del vostro <code>xorg.conf</code>, dove avete configurato i driver proprietari:<br />
<br />
Option "UseInternalAGPGART" "no"<br />
Option "KernelModuleParm" "agplock=0" # AGP locked user pages: disabled<br />
<br />
Nota: Queste opzioni non sono più necessarie, visto che a partire dalla versione 8.24.18 ATI ha rimosso il supporto interno all' AGP GART dai driver.<br />
<br />
* In maniera simile, è noto che anche i driver del framebuffer <code>radeonfb</code> in passato hanno causato problemi di questo tipo. Se il vostro kernel ha il supporto radeonfb compilato internamente, potreste provare ad utilizzare un kernel differente per vedere se ciò può aiutare.<br />
<br />
===Conflitti Hardware===<br />
<br />
Le schede Radeon usae in combinazione con alcune versione dei chipset nForce3 (es, nForce 3 250gb) non possono sfruttare l'accelerazione hardware. Oggigiorno, la causa di questo problema è ancora sconosciuta, ma alcune fonti indicano la possibilità di avere l'accelerazione attivando prima Windows con i driver di nVIDIA per poi riavviare il sistema. Questo può essere verificato in una console di root, col comando:<br />
<br />
dmesg | grep agp<br />
<br />
Se ottenete un messaggio simile a questo (usando un sistema basato su nForce3)<br />
<br />
agpgart: Detected AGP bridge 0<br />
agpgart: Setting up Nforce3 AGP.<br />
agpgart: aperture base > 4G<br />
<br />
e se usando quest'altro comando...<br />
<br />
tail -n 100 /var/log/Xorg.0.log | grep agp<br />
<br />
...ottenete un messaggio simile a:<br />
<br />
(EE) fglrx(0): [agp] unable to acquire AGP, error "xf86_ENODEV"<br />
<br />
Allora avete questo bug.<br />
<br />
Alcune altre fonti indicano come in certe situazioni, fare un downgrade del BIOS della scheda madre potrebbe aiutare, ma ciò non è verificato in tutti i casi. Inoltre, un downgrade del BIOS può nei casi più estremi rendere il vostro hardware della ferraglia inutilizzabile, quindi state attenti a quello che fate.<br />
<br />
Vedere il big su bugzilla http://bugzilla.kernel.org/show_bug.cgi?id=6350 per maggiori informazioni e potenziali soluzioni.<br />
<br />
===Portatili Compaq Presario===<br />
Anche dopo aver installato i driver e modificato la configurazione come richiesto, alcuni portatili (ad es. Presario R4000 con Xpress 200M) presentano la classica schermata nera.<br />
<br />
Il problema sembra essere la dimensione della memoria non correttamente rilevata dal kernel (anche se avete 128M lspci -v mostrerà sempre 256M). Cambiare l'impostazione del BIOS così che utilizzi l'opzione "SidePort+UMA" e 128M di memoria video più altri 128M presi dal sistema sembra far funzionare il tutto correttamente.<br />
<br />
Potrebbe essere un BUG nel BIOS o nel codice PCI del kernel Linux.<br />
<br />
===Blocchi temporanei durante la riproduzione video===<br />
Se avete dei blocchi temporanei, da pochi secondi a qualche minuto durante la riproduzione di video con mplayer, controllate /var/log/messages.log per la presenza di errori come:<br />
<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<f8bc628c>] ? ip_firegl_ioctl+0x1c/0x30 [fglrx]<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c0197038>] ? vfs_ioctl+0x78/0x90<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01970b7>] ? do_vfs_ioctl+0x67/0x2f0<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01973a6>] ? sys_ioctl+0x66/0x70<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c0103ef3>] ? sysenter_do_call+0x12/0x33<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium [<c01c64a6>] ? proc_get_sb+0xc6/0x160<br />
Nov 28 18:31:56 pandemonium =======================<br />
<br />
Aggiungete l'opzione '''nopat''' alla riga del kernel nel file /boot/grub/menu.lst e riavviate, dovreste risolvere il problema.<br />
<br />
= Risorse Esterne =<br />
Maggiori informazioni potete trovarle qui<br />
* [http://ati.cchtml.com/buglist.cgi?query_format=specific&order=relevance+desc&bug_status=__open__&product=&content= ATI Linux Bugtracker non ufficiale]<br />
* [http://www.rage3d.com/board/forumdisplay.php?f=88 Forums Rage3D ATI Linux]<br />
* [http://www.thinkwiki.org/wiki/Problems_with_fglrx Pagina dei problemi con ThinkWiki fglrx]<br />
* [http://www.phoronix.com/scan.php?page=article&item=560 ATI R300: Driver Open vs Driver Proprietari]<br />
* [http://www.thinkwiki.org/wiki/Additional_options_for_the_radeon_driver Opzioni addizionali per il driver radeon]<br />
* [http://www.phoronix.com/scan.php?page=article&item=936&num=1 Funzionalità ATI nascosta per il Textured XRendering]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=66827
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-14T12:20:25Z
<p>Dav2dev: /* Configurare la rete */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet.<br />
<br />
====Testare la rete====<br />
Un semplice test per verificare se il collegamento a Internet funziona consiste nel "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
{{Warning|Alcune reti sono configurate per non far funzionare il ping; in tali casi bisogna testare la rete in altri modi, come aprire un sito tramite il proprio browser web.}}<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete funziona correttamente.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora probabilmente i DNS non sono configurati a dovere. Aprire «/etc/resolv.conf» e controllare.<br />
<br />
Se viene segnalato un errore "host unreachable", allora probabilmente l'instradamento predefinito dei pacchetti non è configurato bene. Usare il comando ''route'' per risolvere il problema.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=66664
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-11T12:18:13Z
<p>Dav2dev: /* /etc/rc.conf: */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': configurazione per connettere il computer a una rete durante l'avvio del sistema (mediante lo script d'avvio «network»). Se si prevede di installare un ambiente desktop (vedere più sotto) che usa un proprio gestore delle connessioni (per esempio NetworkManager o Wicd), si può saltare questa sezione. È comunque necessario specificare subito HOSTNAME.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=66662
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-11T11:46:14Z
<p>Dav2dev: /* /etc/rc.conf: */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: forza il caricamento (o il non caricamento) di un modulo del kernel. Utile nei casi in cui un modulo non venga caricato automaticamente, o venga caricato un modulo sbagliato, o si desideri disabilitare moduli specifici (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) o abilitarli (per esempio kvm per la macchina virtuale). Per forzare il non caricamento bisogna mettere un punto esclamativo davanti al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=66596
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-10T11:47:10Z
<p>Dav2dev: /* Ottenere il più recente supporto per l'installazione */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet durante l'installazione stessa, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
# dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' è il percorso del file immagine (in formato '''.img''') e ''of='' è il file di dispositivo della chiavetta USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Bluetooth_(Italiano)&diff=66452
Bluetooth (Italiano)
2009-04-08T09:18:57Z
<p>Dav2dev: /* Bluetooth con GNOME */</p>
<hr />
<div>{{stub}}<br />
<br />
[[Category:Periferiche_wireless]]<br />
[[Category:Communication and network (English)]]<br />
[[Category:HOWTOs (English)]]<br />
<br />
== Introduzione ==<br />
In questo articolo viene spiegato come installare e configurare il supporto al Bluetooth su Archlinux.<br />
<br />
== Installazione ==<br />
Il kernel di Arch integra già i driver per gli adattatori Bluetooth, quindi bisogna solo installare il pacchetto ''bluez''.<br />
<br />
Quando viene collegato un adattatore Bluetooth al computer, bisogna avviare manualmente il demone bluetooth:<br />
# /etc/rc.d/bluetooth start<br />
Se si desidera che il demone venga avviato in avvio di sistema, è possibile aggiungere '''bluetooth''' in coda alla lista '''DAEMONS''' nel file [[rc.conf]].<br />
<br />
Per controllare che l'adattatore sia stato effettivamente riconosciuto e attivato:<br />
<br />
# grep bluetooth /var/log/messages.log<br />
Feb 17 16:38:02 bloom Bluetooth: Core ver 2.13<br />
Feb 17 16:38:02 bloom Bluetooth: HCI device and connection manager initialized<br />
Feb 17 16:38:02 bloom Bluetooth: HCI socket layer initialized<br />
Feb 17 16:38:02 bloom Bluetooth: Generic Bluetooth USB driver ver 0.3<br />
Feb 17 16:40:50 bloom bluetoothd[4426]: Bluetooth daemon<br />
Feb 17 16:40:50 bloom bluetoothd[4426]: Starting SDP server<br />
Feb 17 16:40:50 bloom Bluetooth: L2CAP ver 2.11<br />
Feb 17 16:40:50 bloom Bluetooth: L2CAP socket layer initialized<br />
Feb 17 16:40:50 bloom bluetoothd[4426]: Registered interface org.bluez.Service on path /org/bluez/4426/any<br />
Feb 17 16:40:50 bloom Bluetooth: SCO (Voice Link) ver 0.6<br />
Feb 17 16:40:50 bloom Bluetooth: SCO socket layer initialized<br />
Feb 17 16:40:50 bloom Bluetooth: BNEP (Ethernet Emulation) ver 1.3<br />
Feb 17 16:40:50 bloom bluetoothd[4426]: bridge pan0 created<br />
Feb 17 16:40:50 bloom bluetoothd[4426]: HCI dev 0 registered<br />
Feb 17 16:40:50 bloom bluetoothd[4426]: HCI dev 0 up<br />
Feb 17 16:40:50 bloom bluetoothd[4426]: Starting security manager 0<br />
Feb 17 16:40:50 bloom bluetoothd[4426]: Registered interface org.bluez.Service on path /org/bluez/4426/hci0<br />
Feb 17 16:40:51 bloom Bluetooth: RFCOMM socket layer initialized<br />
Feb 17 16:40:51 bloom Bluetooth: RFCOMM TTY layer initialized<br />
Feb 17 16:40:51 bloom Bluetooth: RFCOMM ver 1.10<br />
Feb 17 16:40:51 bloom bluetoothd[4426]: Registered interface org.bluez.SerialProxyManager on path /org/bluez/4426/hci0<br />
Feb 17 16:40:51 bloom bluetoothd[4426]: Registered interface org.bluez.NetworkPeer on path /org/bluez/4426/hci0<br />
Feb 17 16:40:51 bloom bluetoothd[4426]: Registered interface org.bluez.NetworkHub on path /org/bluez/4426/hci0<br />
Feb 17 16:40:51 bloom bluetoothd[4426]: Registered interface org.bluez.NetworkRouter on path /org/bluez/4426/hci0<br />
Feb 17 16:40:51 bloom bluetoothd[4426]: Adapter /org/bluez/4426/hci0 has been enabled<br />
<br />
Il seguente comando rileva gli adattatori bluetooth collegati al computer:<br />
<br />
$ hcitool dev<br />
Devices:<br />
hci0 00:1B:DC:0F:DB:40<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate:<br />
<br />
$ hciconfig -a <u>hci0</u><br />
hci0: Type: USB<br />
BD Address: 00:1B:DC:0F:DB:40 ACL MTU: 310:10 SCO MTU: 64:8<br />
UP RUNNING PSCAN ISCAN <br />
RX bytes:1226 acl:0 sco:0 events:27 errors:0<br />
TX bytes:351 acl:0 sco:0 commands:26 errors:0<br />
Features: 0xff 0xff 0x8f 0xfe 0x9b 0xf9 0x00 0x80<br />
Packet type: DM1 DM3 DM5 DH1 DH3 DH5 HV1 HV2 HV3 <br />
Link policy: RSWITCH HOLD SNIFF PARK <br />
Link mode: SLAVE ACCEPT <br />
Name: 'BlueZ (0)'<br />
Class: 0x000100<br />
Service Classes: Unspecified<br />
Device Class: Computer, Uncategorized<br />
HCI Ver: 2.0 (0x3) HCI Rev: 0xc5c LMP Ver: 2.0 (0x3) LMP Subver: 0xc5c<br />
Manufacturer: Cambridge Silicon Radio (10)<br />
<br />
== Configurazione ==<br />
I file di configurazione per il Bluetooth si trovano in <tt>/etc/bluetooth</tt><br />
$ ls -1 /etc/bluetooth <br />
audio.conf<br />
input.conf<br />
main.conf<br />
network.conf<br />
rfcomm.conf<br />
<!--hcid.conf non esiste più con bluez4!!<br />
<br />
The default configuration file of the <tt>hcid</tt> daemon should fit most purposes. However, you probably have to change the <tt>passkey</tt> option to the one of your phone (most mobile phones use either 1234 or 0000).<br />
<br />
# HCId options<br />
options {<br />
<br />
...<br />
<br />
# Default PIN code for incoming connections<br />
passkey "0000";<br />
}<br />
<br />
For some mobile phones you maybe also have to change the device class in the device section (I haven't found a comprehensive list of device classes yet, in my case the default setting worked).<br />
<br />
# Default settings for HCI devices<br />
device {<br />
<br />
...<br />
<br />
# Local device class<br />
class 0x000100;<br />
<br />
...<br />
}--><br />
<br />
<br />
<br />
== Bluetooth con GNOME ==<br />
Per controllare i dispositivi Bluetooth tramite interfaccia grafica, installare il pacchetto '''bluez-gnome''' (verrà sostituito in futuro da '''gnome-bluetooth'''). <br />
<br />
Per mandare e ricevere file verso la maggior parte dei telefoni cellulari, installare i pacchetti '''obex-data-server''' e '''gnome-user-share'''.<br />
<br />
== Examples ==<br />
=== Siemens S55 ===<br />
This is what I did to connect to my S55. (I have not figured out how to initiate the connection from the phone)<br />
* The steps under installation<br />
* <br />
$> hcitool scan<br />
Scanning ...<br />
XX:XX:XX:XX:XX:XX NAME<br />
$> B=XX:XX:XX:XX:XX:XX<br />
$> passkey-agent --default 1234 $B &<br />
[1] 5386<br />
$> obexftp -b $B -l "Address book"<br />
# Phone ask for pin, I enter it and answer yes when asked if I want to save the device<br />
...<br />
<file name="5F07.adr" size="78712" modified="20030101T001858" user-perm="WD" group-perm="" /><br />
...<br />
$> obexftp -b 00:01:E3:6B:FF:D7 -g "Address book/5F07.adr"<br />
Browsing 00:01:E3:6B:FF:D7 ...<br />
Channel: 5<br />
Connecting...done<br />
Receiving "Address book/5F07.adr"... Sending "Address book"... done<br />
Disconnecting...done<br />
$> obexftp -b 00:01:E3:6B:FF:D7 -p a <br />
...<br />
Sending "a"... done<br />
Disconnecting...done<br />
<br />
=== Logitech Mouse MX Laser===<br />
Connect Bluetooth Logitech Mouse MX Laser without Dongle.<br />
$> hidd --connect XX:XX:XX:XX:XX:XX<br />
<br />
== Troubleshooting ==<br />
<br />
=== passkey-agent ===<br />
$> passkey-agent --default 1234<br />
Can't register passkey agent<br />
The name org.bluez was not provided by any .service files<br />
You probably started <tt>/etc/rc.d/bluetooth</tt> before <tt>/etc/rc.d/dbus</tt><br />
$> hciconfig dev<br />
# (no listing)<br />
Try running <tt>hciconfig hc0 up</tt><br />
<br />
=== bluez-gnome ===<br />
If you see this when trying to enable receiving files in bluetooth-properties:<br />
Bluetooth OBEX start failed: Invalid path<br />
Bluetooth FTP start failed: Invalid path<br />
Then run:<br />
# pacman -S xdg-user-dirs<br />
$ xdg-user-dirs-update<br />
You can edit the paths using:<br />
$ vi ~/.config/user-dirs.dirs<br />
<br />
== Resources ==<br />
*[http://www.bluez.org Official Linux Bluetooth protocol stack]<br />
*[http://www.holtmann.org/linux/bluetooth/devices.html List of Linux supported Bluetooth Hardware]<br />
*[http://www.gentoo.org/doc/en/bluetooth-guide.xml Gentoo wiki is usually good]<br />
*[http://linuxgazette.net/109/oregan3.html Accessing a Bluetooth phone on Linux Gazette]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=66282
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-05T14:29:10Z
<p>Dav2dev: /* /etc/hosts: */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts=====<br />
Questo file mantiene alcune corrispondenze fra indirizzi IP e relativi nomi.<br />
<br />
Aggiungere l'''hostname'' definito prima in rc.conf come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato è richiesto per la compatibilità dei programmi che usano la rete per dialogare con altre parti del sistema operativo.<br />
<br />
Se si usa un IP statico in una rete locale, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
{{Tip|È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.}}<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=66081
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-01T12:07:41Z
<p>Dav2dev: /* Configurazione iniziale */ intro</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Potrebbe sembrare un lavoro difficile o inutile (altre distribuzioni dispongono di procedure più automatizzate) ma una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=66080
Beginners' guide (Italiano)
2009-04-01T11:58:29Z
<p>Dav2dev: /* Configurazione iniziale */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
La configurazione di Arch Linux è per la maggior parte manuale, al fine di ottenere ''trasparenza'' e controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=66030
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-31T11:15:28Z
<p>Dav2dev: /* Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati) */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''nvidia-xconfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"nvidia"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Per abilitare il driver si può usare lo strumento '''aticonfig''' oppure si può modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» specificando '''"fglrx"''' alla voce '''Driver''' nella sezione '''Device'''.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file «/etc/X11/xorg.conf» nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65980
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-30T11:50:59Z
<p>Dav2dev: /* Configurazione del server grafico */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice «/etc/X11/xorg.conf», ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Device, Monitor, Screen, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor").<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65979
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-30T09:32:49Z
<p>Dav2dev: /* DEMONI */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che intercetta eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo) e li notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che, su richiesta, scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65978
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-30T09:27:42Z
<p>Dav2dev: /* /etc/rc.conf: */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(fuse kvm !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65977
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-30T08:54:52Z
<p>Dav2dev: /* Rete locale */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni casi si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65976
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-30T08:54:23Z
<p>Dav2dev: /* Avviare l'installer */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
{{Note|Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
}}<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65888
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-28T20:48:04Z
<p>Dav2dev: /* /etc/fstab */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
UUID=077ff7b4-d2c1-460c-80ea-530969831aa0 /media/dati ext4 defaults,noatime 0 0<br />
LABEL=VIDEO /media/video ext4 defaults,noatime 0 0<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza energetica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', indica il filesystem da montare. È possibile specificare l'UUID ('''U'''niversally '''U'''nique '''ID'''entifier) della partizione, il file di dispositivo della partizione, la LABEL della partizione, oppure il percorso per i filesystem remoti.<br />
{{Box Note | A seconda di diversi fattori, alla stessa partizione potrebbe venire assegnato un file di dispositivo come /dev/sda durante un avvio di sistema, e magari /dev/sdb all'avvio successivo, motivo per cui conviene usare l'UUID invece del file di dispositivo per identificare una partizione in fstab.''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modificare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65880
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-28T18:19:34Z
<p>Dav2dev: /* Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* Un sistema di pacchettizzazione ports-like (ABS - Arch Build System) che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* Un repository di script (AUR - Arch User Repository) per compilare pacchetti, condivisi da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65826
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-27T16:48:16Z
<p>Dav2dev: /* Selezionare i Pacchetti */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Selezionare ora alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br />
<br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare subito anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la scheda di rete wifi.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65820
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-27T15:27:42Z
<p>Dav2dev: /* Parte I: Installare il Sistema di Base */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
Il sistema Arch Linux di base è un sistema utilizzabile da linea di comando (senza interfaccia grafica) e composto principalmente di kernel Linux, GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili) e alcune librerie e moduli. A questo sistema di base andranno poi aggiunte le parti che si desidera.<br />
<br />
Il modo più semplice per installare Arch Linux consiste nell'usare il sistema live Arch Linux il quale, oltre ad essere utilizzabile come sistema di ripristino o per vari altri scopi, dispone anche dell'installatore per installare il sistema operativo nella macchina.<br />
<br />
===Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'immagine del sistema live, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base'''. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base, aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima.}}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Dal menu di avvio scegliere «Boot Archlive». Se si presentano problemi relativi al disco rigido, riavviare e scegliere invece «Boot Archlive [legacy IDE]».<br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65799
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-27T03:09:02Z
<p>Dav2dev: /* Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like (basato su GNU/Linux) che vanta le seguenti caratteristiche:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive.<br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in italiano ([http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in inglese).<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=65576
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-23T17:55:26Z
<p>Dav2dev: /* Aggiungere un utente e impostare i gruppi */ aggiunto 'power' ai gruppi utili.</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
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# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
*'''power''' - per spegnere il computer da utente normale<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel,power<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64946
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-13T13:40:08Z
<p>Dav2dev: /* Installare ed impostare Sudo (Optional) */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sintassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
<u>USER_NAME</u> ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64945
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-13T13:21:29Z
<p>Dav2dev: /* Configurare il sistema */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurazione iniziale===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64944
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-13T13:02:40Z
<p>Dav2dev: /* Installare un driver video specifico */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato nel paragrafo successivo.<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Nome a piacere per la scheda video</u>"<br />
Driver "<u>i810</u>"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbe voler utilizzare i driver proprietari nVIDIA or ATI.<br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Arch ha attualmente 3 driver, adatti ognuno a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
La configurazione dei driver la si può fare in 2 modi:<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Modifica il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente, ne viene creato uno minimale).<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file «/etc/X11/xorg.conf» (se non è presente bisogna crearlo) per far figurare al suo interno la seguente sezione:<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=LVM_(Italiano)&diff=64834
LVM (Italiano)
2009-03-12T01:16:12Z
<p>Dav2dev: /* Introduzione */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (English)]]<br />
[[Category:Storage (English)]]<br />
[[Category:HOWTOs (English)]]<br />
<br />
{{Article summary start}}<br />
{{Article summary text|Guida su come usare LVM per partizionare i propri dischi fissi in maniera flessibile.}}<br />
{{Article summary heading|Traduzioni disponibili}}<br />
{{i18n_entry|English|Lvm}}<br />
{{Article summary end}}<br />
<br />
<br />
=Introduzione=<br />
<br />
LVM (Logical Volume Manager) è una tecnologia che permette di creare dischi e partizioni "virtuali" a partire dalle normali partizioni dei dispositivi di archiviazione presenti, ottenendo un sistema molto più flessibile del partizionamento classico dei dischi. <br />
<br />
In LVM, la funzione della partizione è svolta dal Volume Logico (LV, Logical Volume). Ogni Volume Logico fa parte di un Gruppo di Volumi (VG, Volume Group), che sarebbe il dispositivo di archiviazione "virtuale" e corrisponde a una o più partizioni reali (chiamate ognuna Volume Fisico - Physical Volume, PV), anche su dischi rigidi distinti. Un disco rigido può per esempio avere 3 partizioni primarie usate con il metodo classico e una quarta partizione primaria marcata per essere usata da LVM. LVM vedrà quindi un Volume Fisico (PV) sul quale può creare un Gruppo di Volumi Logici (VG), e all'interno di questo creare i Volumi Logici (LV) da formattare e usare per archiviare file.<br />
<br />
LVM permette una gestione più flessibile dello spazio di memoria. Per esempio, è possibile:<br />
* Usare diversi dischi rigidi come se fossero uno solo (VG)<br />
* Distribuire le "partizioni" (LV) su più dischi.<br />
* Ridimensionare/creare/eliminare a piacere le "partizioni" (LV) e i "dischi" (VG), senza preoccuparsi della posizione dei LV all'interno dei VG.<br />
* Ridimensionare/creare/eliminare partizioni (LV) e dischi (VG) ''online'' (i filesystem su di essi vanno ridimensionati a parte, anche se non tutti permettono di farlo ''online'')<br />
* Usare nomi arbitrari per i VG e i LV<br />
* Creare LV piccoli e ingrandirli in seguito se necessario<br />
* Se finisce lo spazio su disco, si può comprare un disco aggiuntivo e aggiungere lo spazio a una partizione già esistente, senza fare passaggi vari di dati o ripartizionamenti.<br />
* ...<br />
<br />
Esempio: <br />
<br />
<br />
Disco 1: /dev/sda Disco 2: /dev/sdb<br />
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
|Partition1 50GB tipo «Linux» |Partition2 80GB tipo «Linux LVM» | |Partition1 100GB tipo «Linux LVM» |<br />
|/dev/sda1 |/dev/sda2 (Volume fisico PV) | |/dev/sdb1 (Volume fisico PV) |<br />
|_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _|_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _| | _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _|<br />
<br />
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ <br />
|Volume Logico 1 20GB |Volume Logico 2 30GB |Volume Logico 3 130GB |<br />
|/dev/MyStorage/rootvol|/dev/MyStorage/homevol |/dev/MyStorage/mediavol |<br />
|_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ |_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ |_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _|<br />
Gruppo di Volumi Logici (VG) 1: /dev/MyStorage/ (= /dev/sda2 + /dev/sdb1)<br />
<br />
Svantaggi:<br />
* Microsoft Windows non è compatibile con il sistema LVM usato da GNU/Linux.<br />
<br />
=Installazione=<br />
<br />
Il sistema ArchLinux di base possiede già il necessario per sfruttare LVM.<br />
<br />
Per prima cosa bisogna caricare il modulo seguente:<br />
# modprobe dm-mod<br />
<br />
====Partizionare i dischi====<br />
Creare le partizioni da dedicare a LVM. Il tipo (''type'' nel menu di cfdisk) di partizione da scegliere è 'Linux LVM', che ha codice '8E'. Dopo aver creato le partizioni si può uscire dal programma di partizionamento.<br />
<br />
====Creare i Volumi Fisici (PV)====<br />
Un Volume fisico è una partizione inizializzata per essere usata da LVM mediante il comando: <br />
# pvcreate /dev/<u>sda2</u><br />
ripetere il comando per tutte le partizioni che si intende usare con LVM.<br />
Per visualizzare i Volumi Fisici attualmente presenti:<br />
# pvdisplay<br />
<br />
====Creare i Gruppi di Volumi (VG)====<br />
Un Gruppo di Volumi (VG) è un nuovo dispositivo di archiviazione "virtuale" formato da uno o più Volumi Fisici (PV). Si inizia creando un VG su un PV e poi si aggiungono altri PV allo stesso VG, in modo da aumentarne la capacità:<br />
# vgcreate <u>VolGroup00</u> /dev/<u>sda2</u><br />
# vgextend <u>VolGroup00</u> /dev/<u>sdb1</u><br />
Al posto di VolGroup00 si può usareun nome qualunque.<br />
<br />
Per visualizzare i VG creati e la loro composizione:<br />
# vgdisplay<br />
<br />
====Creare i Volumi Logici (LV)====<br />
Un Volume Logico (LV) è l'omologo della partizione, quindi al suo interno verrà creato un filesystem e salvati file. Per creare un LV si usa il seguente comando:<br />
# lvcreate <u>VolGroup00</u> -L <u>10</u>G -n <u>lvolhome</u><br />
Il nuovo LV ha nome ''lvolhome'' (ma si può usare un nome a piacere), è grande 10GB, si trova sul VG ''VolGroup00'' e vi si può accedere tramite il percorso /dev/VolGroup00/lvolhome o anche /dev/mapper/Volgroup00-lvolhome.<br />
<br />
Per visualizzare tutti gli LV presenti:<br />
# lvdisplay<br />
<br />
'''Attenzione''': per creare un LV da usare come swap, usare il comando:<br />
# lvcreate -C y -L 10G VolGroup00 -n lvolswap<br />
L'opzione ''-C y'' serve ad assegnare dello spazio contiguo al LV, in modo da velocizzarne l'accesso.<br />
<br />
'''Suggerimento''': per creare un LV usando tutto lo spazio rimasto nel VG, usare:<br />
# lvcreate -l +100%FREE VolGroup00 -n lvolmedia<br />
<br />
====Formattare e montare i Volumi Logici (LV)====<br />
I file di dispositivo relativi ai Volumi Logici (LV) creati sono disponibili in /dev/<u>NomeDelGruppoDiVolumi</u> e anche in /dev/mapper/. Se non sono presenti, provare a dare i seguenti comandi:<br />
# modprobe dm-mod<br />
# vgchange -ay<br />
A questo punto è possibile creare i filesystem sugli LV e montarli come normali partizioni:<br />
# mkfs.ext3 /dev/VolGroup00/lvolhome<br />
# mount -t ext3 /dev/VolGroup00/lvolhome /home<br />
<br />
<br />
=Installare ArchLinux su un Volume Logico=<br />
<br />
È possibile installare ArchLinux su dei Volumi Logici (LV), basta seguire alcune precauzioni:<br />
# Dal momento che GRUB (0.9x) non supporta LVM, bisogna creare una partizione a parte per la directory /boot, la configurazione minima sarà: 1 partizione primaria di tipo «Linux» (codice 83) per "/boot", e una partizione di tipo «Linux LVM» (codice 8E) con all'interno un Volume Logico per la directory radice "/". In alternativa è possibile usare GRUB2 (1.9x) o Lilo, che sono compatibili con LVM, e partizionare il disco a piacere.<br />
# Le partizioni di tipo «Linux LVM» (codice 8E) NON vanno usate per i mountpoints. Usare invece i Volumi Logici che verranno presentati insieme alle partizioni (es: /dev/mapper/Volgroup00-lvolhome). (''Set Filesystem Mountpoints'')<br />
# Assicurarsi di avere la riga ''USELVM="yes"'' in '''/etc/rc.conf''', se la directory radice del sistema si trova su un Volume Logico. (''Configure System'')<br />
# Aggiungere ''lvm2'' alla lista HOOKS in '''/etc/mkinitcpio.conf''' subito prima di ''filesystems'' così il kernel sarà in grado di accedere ai Volumi Logici in avvio del sistema. (''Configure System'')<br />
# Assicurarsi che in '''/boot/grub/menu.lst''' l'opzione "root=" sia corretta: (''Install Bootloader'')<br />
...<br />
# (0) Arch Linux<br />
title Arch Linux<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /vmlinuz26 '''root=/dev/mapper/VolGroup00-lvolroot''' resume=/dev/mapper/VolGroup00-lvolswap ro<br />
initrd /kernel26.img<br />
...<br />
Se si usa Lilo, controllare invece nel file '''/etc/lilo.conf''':<br />
image=/boot/vmlinuz26<br />
label=arch<br />
append="'''root=/dev/mapper/VolGroup00-lvolroot''' resume=/dev/mapper/VolGroup00-lvolswap ro"<br />
initrd=/boot/kernel26.img<br />
<br />
= Ridimensionare un Volume Logico =<br />
<br />
== Ingrandire un Volume Logico (LV) ==<br />
Per ingrandire un Volume Logico (LV) basta dare il comando:<br />
# lvextend -L <u>20G</u> <u>VolGroup00/lvolhome</u><br />
L'opzione ''-L 20G'' indica la nuova dimensione del volume logico, o anche di quanto si vuole aumentare la partizione:<br />
# lvextend -L <u>+5G</u> <u>VolGroup00/lvolhome</u><br />
Per ingrandire il volume fino al massimo disponibile:<br />
# lvextend -l +100%FREE <u>VolGroup00/lvolhome</u><br />
Una volta esteso il volume, bisogna estendere anche il filesystem in esso contenuto:<br />
# resize2fs /dev/<u>VolGroup00/lvolhome</u><br />
'''Attenzione''': alcuni filesystem potrebbero subire delle perdite di dati, o necessitare di essere prima smontati. <br />
<br />
== Rimpicciolire un Volume Logico (LV) ==<br />
{{Warning|Se la nuova dimensione del volume è minore dello spazio occupato dai file, verranno eliminati dati dal volume!}} <br />
Per ridurre un volume bisogna prima ridurre il filesystem in esso contenuto, ma per sicurezza è meglio ridurlo prima un po' di più e successivamente ingrandirlo quel tanto che basta per riempire il volume:<br />
# resize2fs /dev/<u>VolGroup00/lvolhome</u> <u>9G</u><br />
A questo punto basta assegnare la nuova dimensione al volume:<br />
# lvreduce -L 10G VolGroup00/lvolhome<br />
Si può in alternativa indicare di quanto ridurre il volume:<br />
# lvreduce -L -5G VolGroup00/lvolhome<br />
Per ultimo, ingrandire nuovamente il filesystem per riempire il volume appena ridimensionato:<br />
# resize2fs /dev/VolGroup00/lvolhome<br />
<br />
== Add partition to a volume group ==<br />
To add partition to you volume group you must first make its type 'Linux LVM' (for example with cfdisk). Then you need to create physical volume on it and extend volume group over it:<br />
# pvcreate /dev/sdb1<br />
# vgextend VolGroup00 /dev/sdb1<br />
Now you have free space in your volume group that can be used by logical volumes in this group.<br />
<br />
'''Information''': You can add partitions from any disks to volume groups.<br />
<br />
== Remove partition from a volume group ==<br />
All of the data on that partition needs to be moved to another partition. Fortunately, lvm makes this easy:<br />
# pvmove /dev/mapper/myvg-mypv<br />
If you want to have the data on a specific physical volume, specify that as the second argument to pvmove.<br />
<br />
Then the physical volume needs to be removed from the volume group:<br />
# vgreduce myVg /dev/mapper/myvg-mypv<br />
Or remove all empty physical volumes:<br />
# vgreduce --all vg0<br />
<br />
And lastly, if you want to use the partition for something else, and want to avoid lvm thinking that the partition is a physical volume:<br />
# pvremove /dev/mapper/myvg-removedpv<br />
<br />
== Snapshots ==<br />
====Introduction====<br />
LVM allows you to take a snapshot of your system in a much more efficient way than a traditional backup. It does this efficiently by using a COW (copy-on-write) policy. The initial snapshot you take simply contains hard-links to the inodes of your actual data. So long as your data remains unchanged, the snapshot merely contains there inode pointers and not the data itself. Whenever you modify a file or directory that the snapshot points to, LVM automatically clones the data, the old copy referenced by the snapshot, and the new copy referenced by your active system. Thus, you can snapshot a system with 35GB of data using just 2GB of free space so long as you modify less than 2GB (on both the original and snapshot).<br />
<br />
====Configuration====<br />
You create snapshot logical volumes just like normal ones.<br />
<br />
# lvcreate --size 100M --snapshot --name snap01 /dev/mapper/vg0-pv<br />
With that volume, you may modify less than 100M of data, before the snapshot volume fills up.<br />
<br />
Todo: scripts to automate snapshots of root before updates, to rollback... updating menu.lst to boot snapshots (separate article?)<br />
<br />
snapshots are primarily used to provide a frozen copy of a filesystem to make backups; a backup taking two hours provides a more consistent image of the filesystem than directly backing up the partition.<br />
<br />
= Troubleshooting =<br />
====LVM commands don't work====<br />
try preceeding commands with ''lvm'' like this:<br />
# lvm pvdisplay<br />
<br />
= Tips & Tricks =<br />
Todo<br />
<br />
= More Resources =<br />
Other LVM articles on the Archwiki:<br />
* [[Installing_with_Software_RAID_or_LVM|Installing with software RAID or LVM]]<br />
* [[RAID_Encryption_LVM|RAID encryption LVM]]<br />
External resources:<br />
* [http://en.wikipedia.org/wiki/Logical_Volume_Manager_(Linux) LVM on wikipedia]<br />
* [http://tldp.org/HOWTO/LVM-HOWTO/ LVM HOWTO]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64819
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-11T14:30:21Z
<p>Dav2dev: /* Gnome */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base, mentre il gruppo ''gnome-extra'' installa programmi aggiuntivi sempre facenti parte del progetto GNOME:<br />
pacman -S gnome gnome-extra<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64817
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-11T14:25:41Z
<p>Dav2dev: /* Scheda grafica Nvidia */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg, per informazioni più dettagliate vedere «man nvidia-xconfig».<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Identifier "<u>Scheda video</u>"<br />
Driver "nvidia" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo all'avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64816
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-11T14:21:55Z
<p>Dav2dev: /* Scheda grafica Nvidia */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta le schede vecchie fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64814
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-11T13:41:12Z
<p>Dav2dev: /* /etc/fstab */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', indica la directory (mount point) su cui verrà montato il filesystem. Per la partizione di swap bisogna mettere 'swap' (le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem).<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', indica il tipo di filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). Per la partizione di swap va usato 'swap'. Il valore 'ignore' invece fa sì che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio, separate da virgola, per il filesystem di riferimento. Di solito include il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', stabilisce se '''dump''' (non installato di default) deve gestire il backup della partizione. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup.<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0 (o nessun valore), a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware.<br />
<br />
* Se si ha intenzione di usare un ambiente Desktop che gestisce automaticamente il montaggio di supporti come i DVD o particolari partizioni, si possono commentare le righe che vi fanno riferimento.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64670
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-09T15:11:06Z
<p>Dav2dev: /* Testare il corretto funzionamento */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm (con il comando "exit" o premendo CTRL+D) e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64669
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-09T15:08:39Z
<p>Dav2dev: /* Configurare l'audio con alsamixer */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere ''alsa'' alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf».<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64662
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-09T13:09:06Z
<p>Dav2dev: /* Configurazione del server grafico */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
man xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64661
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-09T13:02:13Z
<p>Dav2dev: /* Login grafico */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop ma richiede più attenzioni nella configurazione.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file «/etc/rc.conf», in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64660
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-09T12:31:35Z
<p>Dav2dev: /* Installare un bootloader */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Se è già presente un bootloader nel sistema (installato da un'altra distribuzione GNU/Linux) allora non c'è bisogno di installarne un altro ma è sufficiente modificare la configurazione di quello esistente per aggiungere la voce per Archlinux. Se non è presente nessun bootloader (perchè l'intero disco è stato formattato) o è presente il bootloader di Microsoft Windows (incompatibile con sistemi GNU/linux) sarà necessario installarne uno nuovo. Si consiglia di installare [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]).<br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf, in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64659
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-09T12:15:22Z
<p>Dav2dev: /* /etc/locale.gen */ aggiunta descrizione dal wiki inglese</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
Il file di configurazione «/etc/locale.gen» viene letto dal programma /usr/bin/locale-gen durante l'installazione del sistema operativo e dopo ogni aggiornamento del pacchetto ''glibc'' per rigenerare i "locale", in modo che tutte le applicazioni che sfruttano questo sistema possano usare la stessa lingua e i simboli specifici della lingua.<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Si consiglia [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]. <br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf, in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64523
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-08T14:17:22Z
<p>Dav2dev: /* KDE */ tolgo kdemod, sarebbe un argomento secondario ma occupa più del resto della sezione, e poi c'è già un wiki dedicato.</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Si consiglia [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]. <br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix che unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''[[KDEmod]]''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3. <br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf, in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64518
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-08T12:52:25Z
<p>Dav2dev: /* Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop */ Modifica pesante, vedere http://www.archlinux.it/forum/viewtopic.php?pid=32121#p32121</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Si consiglia [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]. <br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Installare l'ambiente desktop===<br />
====Gnome====<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
====KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix. Unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria con la superiorità tecnologica dei sistemi operativi UNIX-like.<br />
<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod'''. Scegliere '''una''' delle seguenti e proseguire con '''"Useful KDE DAEMONS"''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''KDEmod''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3.<br />
<br />
Per installare KDEmod:<br />
<br />
<br />
*1. Per prima cosa rimuovere KDE core e Qt, se presenti, in quanto KDEmod va in conflitto con il KDE dei repo ufficiali:<br />
pacman -Rd kde qt<br />
I programmi come Amarok o Ktorrent, e le librerie come pyqt o poppler-qt possono rimanere. <br />
*2. Modificare il proprio /etc/pacman.conf per abilitare il repository [community] (necessario per alcuni pacchetti) ed aggiungere il repo [kdemod-core] più, se lo si desidera, il repo [kdemod-extragear] contenente versioni stabili di software aggiuntivo, oppure il repo [kdemod-playground] per testare software instabile (che potrebbe rovinare il proprio sistema):<br />
nano /etc/pacman.conf<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-core]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/core/i686<br />
[kdemod-extragear]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/extragear/i686<br />
[kdemod-playground]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/playground/i686<br />
Per Arch 64bit è sufficiente sostituire '''i686''' con '''x86_64''' nelle righe precedenti. Verrà installato KDE4.<br />
<br />
Se si preferisce KDE3, usare invece:<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-legacy]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/legacy/i686<br />
Per Arch 64bit, sostituire '''i686''' con '''x86_64'''.<br />
<br />
<br />
*3. Aggiornare il sistema con pacman -Syu. Adesso è possibile scegliere tra kdemod, l'ambiente grafico di base da ~340MB; e kdemod-complete, l'ambiente grafico completo da ~620MB:<br />
pacman -S kdemod<br />
pacman -S kdemod-complete<br />
Se si riscontrano errori o conflitti, potrebbe essere colpa di qualche vecchio pacchetto di KDE o Qt. Controllare l'output di pacman.<br />
<br />
*4. Installare la propria localizzazione e altra roba. Per vedere una lista delle localizzazioni disponibili: pacman -Ss kdemod-kde-l10n. Per vedere il contenuto completo del repository: pacman -Sl kdemod-core. Per installare un modulo completo di KDE (per es. PIM): pacman -S kdemod-kdepim. Altri moduli sono kdemod-kdetoys, kdemod-kdegames, eccetera.<br />
<br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
====Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
====LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides: The OpenBox windowmanager, PCManFM File manager, LXpanel system panel, LXSession session manager, LXAppearance GTK+ theme switcher, GPicView image viewer, Leafpad simple text editor, XArchiver file archiver, LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections.<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
====fvwm2====<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
Nota che la versione stabile di fvwm è ferma da qualche anno. Se si desidera provare la versione in sviluppo di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
===Avviare l'ambiente desktop===<br />
Ci sono due modi per avviare un ambiente desktop: fare login testuale e avviare il Server X da console; installare un programma grafico per il login che parta in automatico all'avvio del sistema.<br />
<br />
====Login da terminale====<br />
Per fare il login da terminale bisogna prima modificare il file di configurazione personale per l'avvio del server X ''~/.xinitrc'', che dovrebbe presentarsi così:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
# exec gnome-session<br />
# exec startkde<br />
# exec startxfce4<br />
# exec icewm<br />
# exec openbox<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
# exec ratpoison<br />
# exec dwm<br />
# ... or any other WM of your choosing ...<br />
è sufficiente decommentare la riga corrispondente al proprio ambiente desktop, oppure aggiungere la riga adatta fra le seguenti:<br />
<br />
per GNOME: '''exec gnome-session'''<br />
<br />
per KDE: '''exec startkde'''<br />
<br />
per Xfce: '''exec startxfce4'''<br />
<br />
per LXDE: '''exec startlxde'''<br />
<br />
per Fluxbox: '''exec startfluxbox'''<br />
<br />
per Openbox: '''exec openbox'''<br />
<br />
per Fvwm: '''exec fvwm'''<br />
<br />
A questo punto, per far partire il proprio ambiente desktop è sufficiente fare il login testuale e dare il comando:<br />
startx<br />
<br />
====Login grafico====<br />
Il Diplay Manager è il programma che si occupa del login grafico. I principali DM sono:<br />
* GDM: sfrutta alcune librerie di GNOME ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* KDM: sfrutta alcune librerie di KDE ed è quindi più adatto se si usa questo ambiente desktop.<br />
* SLIM: leggero e minimale DM, va bene con tutti gli ambienti desktop.<br />
Una volta installato il pacchetto desiderato fra ''gdm'', ''kdm'' e ''slim'', è sufficiente aggiungere il demone corrispondente (''gdm'', ''kdm'' o ''slim'') in coda alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf, in modo che in avvio del sistema verrà presentato un login grafico (personalizzabile in vari modi, dall'immagine di sfondo alla foto per ogni utente, ecc) invece del classico login testuale.<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64515
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-08T11:18:47Z
<p>Dav2dev: /* Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Si consiglia [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]. <br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa di più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcosa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Gnome===<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME fornisce un intuitivo e completo ambiente desktop, e una piattaforma di sviluppo per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Il gruppo di pacchetti ''gnome'' installa l'ambiente desktop GNOME di base:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si possono installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Assicurarsi di avere i demoni '''hal''' e '''fam''' in /etc/rc.conf nella sezione DAEMONS, così partiranno automaticamente all' avvio del sistema:<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''hal fam''')<br />
<br />
====Avviare GNOME====<br />
<br />
=====Login grafico=====<br />
Se si desidera fare il login grafico, installare '''gdm''' (GNOME Display Manager) con:<br />
pacman -S gdm<br />
Aggiungere quindi lo script '''gdm''' alla lista DAEMONS in /etc/rc.conf:<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''gdm''')<br />
<br />
=====Login da terminale=====<br />
Se si preferisce loggarsi in console e far partire GNOME manualmente come da 'tradizione Slackware', modificare /home/username/.xinitrc per utilizzare GNOME:<br />
<br />
nano ~/.xinitrc<br />
<br />
Decommentare la linea 'exec gnome-session' in modo che somigli a qualcosa di simile:<br />
<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
#exec xterm<br />
#exec wmaker<br />
# exec startkde<br />
exec gnome-session<br />
# exec icewm<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
<br />
Se il file ~/.xinitrc non esiste, bisogna crearlo e inserirvi le informazioni indicate qui sopra. Tenere ben presente che si deve avere '''solo una''' linea decommentata nel file ~/.xinitrc.<br />
<br />
Passare all'utente normale:<br />
su USERNAME<br />
<br />
e provare con:<br />
startx<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
<br />
<br />
===KDE===<br />
====Generalità su KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix. Unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria con la superiorità tecnologica dei sistemi operativi UNIX-like.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod'''. Scegliere '''una''' delle seguenti e proseguire con '''"Useful KDE DAEMONS"''':<br />
<br />
'''1.)''' Il gruppo di pacchetti ''kde'' comprende KDE4 vanilla completo. ~1GB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto ''kdebase'' installa lo stretto necessario al quale andranno aggiunti i programmi desiderati. ~220MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''KDEmod''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un progetto esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3.<br />
<br />
Per installare KDEmod:<br />
<br />
<br />
*1. Per prima cosa rimuovere KDE core e Qt, se presenti, in quanto KDEmod va in conflitto con il KDE dei repo ufficiali:<br />
pacman -Rd kde qt<br />
I programmi come Amarok o Ktorrent, e le librerie come pyqt o poppler-qt possono rimanere. <br />
*2. Modificare il proprio /etc/pacman.conf per abilitare il repository [community] (necessario per alcuni pacchetti) ed aggiungere il repo [kdemod-core] più, se lo si desidera, il repo [kdemod-extragear] contenente versioni stabili di software aggiuntivo, oppure il repo [kdemod-playground] per testare software instabile (che potrebbe rovinare il proprio sistema):<br />
nano /etc/pacman.conf<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-core]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/core/i686<br />
[kdemod-extragear]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/extragear/i686<br />
[kdemod-playground]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/playground/i686<br />
Per Arch 64bit è sufficiente sostituire '''i686''' con '''x86_64''' nelle righe precedenti. Verrà installato KDE4.<br />
<br />
Se si preferisce KDE3, usare invece:<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-legacy]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/legacy/i686<br />
Per Arch 64bit, sostituire '''i686''' con '''x86_64'''.<br />
<br />
<br />
*3. Aggiornare il sistema con pacman -Syu. Adesso è possibile scegliere tra kdemod, l'ambiente grafico di base da ~340MB; e kdemod-complete, l'ambiente grafico completo da ~620MB:<br />
pacman -S kdemod<br />
pacman -S kdemod-complete<br />
Se si riscontrano errori o conflitti, potrebbe essere colpa di qualche vecchio pacchetto di KDE o Qt. Controllare l'output di pacman.<br />
<br />
*4. Installare la propria localizzazione e altra roba. Per vedere una lista delle localizzazioni disponibili: pacman -Ss kdemod-kde-l10n. Per vedere il contenuto completo del repository: pacman -Sl kdemod-core. Per installare un modulo completo di KDE (per es. PIM): pacman -S kdemod-kdepim. Altri moduli sono kdemod-kdetoys, kdemod-kdegames, eccetera.<br />
<br />
<br />
Modificare la propria sezione DAEMONS nell' /etc/rc.conf:<br />
nano /etc/rc.conf<br />
Aggiungere '''hal''' e '''fam''' alla sezione DAEMONS, per farli partire al boot: <br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''hal fam''')<br />
<br />
====Avviare KDE====<br />
<br />
=====Login grafico=====<br />
Se si desidera fare il login grafico, installare '''kdm''' (K Display Manager) con:<br />
pacman -S kdm<br />
Aggiungere quindi lo script '''kdm''' alla lista DAEMONS in /etc/rc.conf:<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa hal fam '''kdm''')<br />
<br />
=====Login da terminale=====<br />
Se si preferisce loggarsi in console e far partire KDE manualmente come da 'tradizione Slackware', modificare /home/username/.xinitrc, il quale controlla cosa succede quando si da il comando 'startx'.<br />
<br />
nano ~/.xinitrc<br />
<br />
Decommentate la riga 'exec startkde':<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
#exec xterm<br />
#exec wmaker<br />
exec startkde<br />
# exec gnome-session<br />
# exec icewm<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
Se non avete un file ~/.xinitrc, semplicemente createne uno con le informazioni qua sopra. Ricordate, dovete avere solo '''una''' riga decommentata nel vostro ~/.xinitrc.<br />
<br />
Tornate al vostro utente normale:<br />
su username<br />
Adesso provate a far partire il server X:<br />
startx<br />
<br />
Congratulazioni! Benvenuti nel vostro Kde Desktop Environment! Potreste continuare il discorso guardando i [[Post Installation Tips]] o il resto delle informazioni qua sotto.<br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
===Xfce===<br />
====Generalità su Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
In kdm o gdm xfce compare nell'elenco delle nuove sessioni. In alternativa si può usare<br />
startxfce4<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
===LXDE===<br />
====About LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides:<br />
# The OpenBox windowmanager<br />
# PCManFM File manager<br />
# LXpanel system panel<br />
# LXSession session manager<br />
# LXAppearance GTK+ theme switcher<br />
# GPicView image viewer<br />
# Leafpad simple text editor<br />
# XArchiver: Lightweight, fast, and desktop-independent gtk+-based file archiver<br />
# LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
Add:<br />
exec startlxde<br />
to your ~/.xinitrc and start with ''startx'' or ''xinit''<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
===*box===<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Se usi gdm/kdm come gestori dei login sarà aggiunta una nuova sessione fluxbox automaticamente. Altrimenti dovrai modificare il file .xinitrc del tuo utente ed aggiungere questo:<br />
exec startfluxbox<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Per poter fare l'accesso ad openbox puoi fare il login grafico con KDM/GDM oppure con startx, nel qual caso dovrai editare il tuo ~/.xinitrc (come utente) e aggiungere <br />
<br />
exec openbox<br />
<br />
Per KDM non c'è nient'altro da fare, openbox è aggiunta nel menu "Sessioni" di KDM.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
===fvwm2===<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
fvwm sarà automaticamente aggiunto al menu sessioni di kdm/gdm. Altrimenti aggiungi<br />
exec fvwm<br />
<br />
al .xinitrc del tuo utente.<br />
<br />
Nota che questa versione stabile di fvwm è vecchia di qualche anno. Se si desidera una versione più recenti di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure provare fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64511
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-08T10:55:30Z
<p>Dav2dev: /* Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop */</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Si consiglia [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]. <br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi con interfaccia grafica omogenea, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di completo e simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcolsa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Gnome===<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME prevede due cose: l'ambiente desktop GNOME, intuitivo e attraente, e la piattaforma di sviluppo GNOME, un'architettura estesa per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Installare l'ambiente GNOME con:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si può installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Assicurarsi di avere i demoni '''hal''' e '''fam''' in /etc/rc.conf nella sezione DAEMONS, così partiranno automaticamente all' avvio del sistema:<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''hal fam''')<br />
<br />
====Avviare GNOME====<br />
<br />
=====Login grafico=====<br />
Se si desidera fare il login grafico, installare '''gdm''' (GNOME Display Manager) con:<br />
pacman -S gdm<br />
Aggiungere quindi lo script '''gdm''' alla lista DAEMONS in /etc/rc.conf:<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''gdm''')<br />
<br />
=====Login da terminale=====<br />
Se si preferisce loggarsi in console e far partire GNOME manualmente come da 'tradizione Slackware', modificare /home/username/.xinitrc per utilizzare GNOME:<br />
<br />
nano ~/.xinitrc<br />
<br />
Decommentare la linea 'exec gnome-session' in modo che somigli a qualcosa di simile:<br />
<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
#exec xterm<br />
#exec wmaker<br />
# exec startkde<br />
exec gnome-session<br />
# exec icewm<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
<br />
Se il file ~/.xinitrc non esiste, bisogna crearlo e inserirvi le informazioni indicate qui sopra. Tenere ben presente che si deve avere '''solo una''' linea decommentata nel file ~/.xinitrc.<br />
<br />
Passare all'utente normale:<br />
su USERNAME<br />
<br />
e provare con:<br />
startx<br />
<br />
Sarebbe opportuno installare anche un terminale e un editor di testo. Tra le possibili scelte si segnalano gnome-terminal e geany:<br />
pacman -S geany gnome-terminal<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
<br />
<br />
===KDE===<br />
====Generalità su KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix. Unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria con la superiorità tecnologica dei sistemi operativi UNIX-like.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod'''. Scegliere '''una''' delle seguenti e proseguire con '''"Useful KDE DAEMONS"''':<br />
<br />
'''1.)''' Il pacchetto '''kde''' è il pacchetto KDE4 vanilla completo, ~300MB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto '''kdebase''' è una versione più snella con meno applicazioni, ~80MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''KDEmod''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un sistema esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3.<br />
<br />
Per installare KDEmod:<br />
<br />
<br />
*1. Per prima cosa rimuovere KDE core e Qt, se presenti, in quanto KDEmod va in conflitto con il KDE dei repo ufficiali:<br />
pacman -Rd kde qt<br />
I programmi come Amarok o Ktorrent, e le librerie come pyqt o poppler-qt possono rimanere. <br />
*2. Modificare il proprio /etc/pacman.conf per abilitare il repository [community] (necessario per alcuni pacchetti) ed aggiungere il repo [kdemod-core] più, se lo si desidera, il repo [kdemod-extragear] contenente versioni stabili di software aggiuntivo, oppure il repo [kdemod-playground] per testare software instabile (che potrebbe rovinare il proprio sistema):<br />
nano /etc/pacman.conf<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-core]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/core/i686<br />
[kdemod-extragear]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/extragear/i686<br />
[kdemod-playground]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/playground/i686<br />
Per Arch 64bit è sufficiente sostituire '''i686''' con '''x86_64''' nelle righe precedenti. Verrà installato KDE4.<br />
<br />
Se si preferisce KDE3, usare invece:<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-legacy]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/legacy/i686<br />
Per Arch 64bit, sostituire '''i686''' con '''x86_64'''.<br />
<br />
<br />
*3. Aggiornare il sistema con pacman -Syu. Adesso è possibile scegliere tra kdemod, l'ambiente grafico di base da ~340MB; e kdemod-complete, l'ambiente grafico completo da ~620MB:<br />
pacman -S kdemod<br />
pacman -S kdemod-complete<br />
Se si riscontrano errori o conflitti, potrebbe essere colpa di qualche vecchio pacchetto di KDE o Qt. Controllare l'output di pacman.<br />
<br />
*4. Installare la propria localizzazione e altra roba. Per vedere una lista delle localizzazioni disponibili: pacman -Ss kdemod-kde-l10n. Per vedere il contenuto completo del repository: pacman -Sl kdemod-core. Per installare un modulo completo di KDE (per es. PIM): pacman -S kdemod-kdepim. Altri moduli sono kdemod-kdetoys, kdemod-kdegames, eccetera.<br />
<br />
<br />
Modificare la propria sezione DAEMONS nell' /etc/rc.conf:<br />
nano /etc/rc.conf<br />
Aggiungere '''hal''' e '''fam''' alla sezione DAEMONS, per farli partire al boot. Se si preferisce un login grafico, aggiungere anche '''kdm''' alla lista: <br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''hal fam''')<br />
<br />
====Avviare KDE====<br />
<br />
=====Login grafico=====<br />
Se si desidera fare il login grafico, installare '''kdm''' (K Display Manager) con:<br />
pacman -S kdm<br />
Aggiungere quindi lo script '''kdm''' alla lista DAEMONS in /etc/rc.conf:<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa hal fam '''kdm''')<br />
<br />
=====Login da terminale=====<br />
Se si preferisce loggarsi in console e far partire KDE manualmente come da 'tradizione Slackware', modificare /home/username/.xinitrc, il quale controlla cosa succede quando si da il comando 'startx'.<br />
<br />
nano ~/.xinitrc<br />
<br />
Decommentate la riga 'exec startkde' così da far apparire una cosa simile a questa:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
#exec xterm<br />
#exec wmaker<br />
exec startkde<br />
# exec gnome-session<br />
# exec icewm<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
Se non avete un file ~/.xinitrc, semplicemente createne uno con le informazioni qua sopra. Ricordate, dovete avere solo '''una''' riga decommentata nel vostro ~/.xinitrc.<br />
<br />
Tornate al vostro utente normale:<br />
su username<br />
Adesso provate a far partire il server X:<br />
startx<br />
<br />
Congratulazioni! Benvenuti nel vostro Kde Desktop Environment e al vostro nuovo sistema Arch Linux! Potreste continuare il discorso guardando i [[Post Installation Tips]] o il resto delle informazioni qua sotto.<br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
===Xfce===<br />
====Generalità su Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
In kdm o gdm xfce compare nell'elenco delle nuove sessioni. In alternativa si può usare<br />
startxfce4<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
===LXDE===<br />
====About LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides:<br />
# The OpenBox windowmanager<br />
# PCManFM File manager<br />
# LXpanel system panel<br />
# LXSession session manager<br />
# LXAppearance GTK+ theme switcher<br />
# GPicView image viewer<br />
# Leafpad simple text editor<br />
# XArchiver: Lightweight, fast, and desktop-independent gtk+-based file archiver<br />
# LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
Add:<br />
exec startlxde<br />
to your ~/.xinitrc and start with ''startx'' or ''xinit''<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
===*box===<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Se usi gdm/kdm come gestori dei login sarà aggiunta una nuova sessione fluxbox automaticamente. Altrimenti dovrai modificare il file .xinitrc del tuo utente ed aggiungere questo:<br />
exec startfluxbox<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Per poter fare l'accesso ad openbox puoi fare il login grafico con KDM/GDM oppure con startx, nel qual caso dovrai editare il tuo ~/.xinitrc (come utente) e aggiungere <br />
<br />
exec openbox<br />
<br />
Per KDM non c'è nient'altro da fare, openbox è aggiunta nel menu "Sessioni" di KDM.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
===fvwm2===<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
fvwm sarà automaticamente aggiunto al menu sessioni di kdm/gdm. Altrimenti aggiungi<br />
exec fvwm<br />
<br />
al .xinitrc del tuo utente.<br />
<br />
Nota che questa versione stabile di fvwm è vecchia di qualche anno. Se si desidera una versione più recenti di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure provare fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64510
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-08T10:54:05Z
<p>Dav2dev: /* Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop */ Piccola intro per ambienti desktop</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Si consiglia [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]. <br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Con ambiente desktop si intende un insieme di programmi a interfaccia grafica, riuniti sotto un unico progetto, atti a soddisfare le esigenze di base dell'utente di personal computer, come avere uno sfondo per il desktop, esplorare i file sul computer, masterizzare CD/DVD, guardare video e ascoltare musica, navigare su Internet, scrivere testi, eccetera.<br />
<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per sistemi GNU/Linux, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di completo e simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcolsa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Gnome===<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME prevede due cose: l'ambiente desktop GNOME, intuitivo e attraente, e la piattaforma di sviluppo GNOME, un'architettura estesa per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Installare l'ambiente GNOME con:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si può installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Assicurarsi di avere i demoni '''hal''' e '''fam''' in /etc/rc.conf nella sezione DAEMONS, così partiranno automaticamente all' avvio del sistema:<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''hal fam''')<br />
<br />
====Avviare GNOME====<br />
<br />
=====Login grafico=====<br />
Se si desidera fare il login grafico, installare '''gdm''' (GNOME Display Manager) con:<br />
pacman -S gdm<br />
Aggiungere quindi lo script '''gdm''' alla lista DAEMONS in /etc/rc.conf:<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''gdm''')<br />
<br />
=====Login da terminale=====<br />
Se si preferisce loggarsi in console e far partire GNOME manualmente come da 'tradizione Slackware', modificare /home/username/.xinitrc per utilizzare GNOME:<br />
<br />
nano ~/.xinitrc<br />
<br />
Decommentare la linea 'exec gnome-session' in modo che somigli a qualcosa di simile:<br />
<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
#exec xterm<br />
#exec wmaker<br />
# exec startkde<br />
exec gnome-session<br />
# exec icewm<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
<br />
Se il file ~/.xinitrc non esiste, bisogna crearlo e inserirvi le informazioni indicate qui sopra. Tenere ben presente che si deve avere '''solo una''' linea decommentata nel file ~/.xinitrc.<br />
<br />
Passare all'utente normale:<br />
su USERNAME<br />
<br />
e provare con:<br />
startx<br />
<br />
Sarebbe opportuno installare anche un terminale e un editor di testo. Tra le possibili scelte si segnalano gnome-terminal e geany:<br />
pacman -S geany gnome-terminal<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
<br />
<br />
===KDE===<br />
====Generalità su KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix. Unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria con la superiorità tecnologica dei sistemi operativi UNIX-like.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod'''. Scegliere '''una''' delle seguenti e proseguire con '''"Useful KDE DAEMONS"''':<br />
<br />
'''1.)''' Il pacchetto '''kde''' è il pacchetto KDE4 vanilla completo, ~300MB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto '''kdebase''' è una versione più snella con meno applicazioni, ~80MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''KDEmod''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un sistema esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3.<br />
<br />
Per installare KDEmod:<br />
<br />
<br />
*1. Per prima cosa rimuovere KDE core e Qt, se presenti, in quanto KDEmod va in conflitto con il KDE dei repo ufficiali:<br />
pacman -Rd kde qt<br />
I programmi come Amarok o Ktorrent, e le librerie come pyqt o poppler-qt possono rimanere. <br />
*2. Modificare il proprio /etc/pacman.conf per abilitare il repository [community] (necessario per alcuni pacchetti) ed aggiungere il repo [kdemod-core] più, se lo si desidera, il repo [kdemod-extragear] contenente versioni stabili di software aggiuntivo, oppure il repo [kdemod-playground] per testare software instabile (che potrebbe rovinare il proprio sistema):<br />
nano /etc/pacman.conf<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-core]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/core/i686<br />
[kdemod-extragear]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/extragear/i686<br />
[kdemod-playground]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/playground/i686<br />
Per Arch 64bit è sufficiente sostituire '''i686''' con '''x86_64''' nelle righe precedenti. Verrà installato KDE4.<br />
<br />
Se si preferisce KDE3, usare invece:<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-legacy]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/legacy/i686<br />
Per Arch 64bit, sostituire '''i686''' con '''x86_64'''.<br />
<br />
<br />
*3. Aggiornare il sistema con pacman -Syu. Adesso è possibile scegliere tra kdemod, l'ambiente grafico di base da ~340MB; e kdemod-complete, l'ambiente grafico completo da ~620MB:<br />
pacman -S kdemod<br />
pacman -S kdemod-complete<br />
Se si riscontrano errori o conflitti, potrebbe essere colpa di qualche vecchio pacchetto di KDE o Qt. Controllare l'output di pacman.<br />
<br />
*4. Installare la propria localizzazione e altra roba. Per vedere una lista delle localizzazioni disponibili: pacman -Ss kdemod-kde-l10n. Per vedere il contenuto completo del repository: pacman -Sl kdemod-core. Per installare un modulo completo di KDE (per es. PIM): pacman -S kdemod-kdepim. Altri moduli sono kdemod-kdetoys, kdemod-kdegames, eccetera.<br />
<br />
<br />
Modificare la propria sezione DAEMONS nell' /etc/rc.conf:<br />
nano /etc/rc.conf<br />
Aggiungere '''hal''' e '''fam''' alla sezione DAEMONS, per farli partire al boot. Se si preferisce un login grafico, aggiungere anche '''kdm''' alla lista: <br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''hal fam''')<br />
<br />
====Avviare KDE====<br />
<br />
=====Login grafico=====<br />
Se si desidera fare il login grafico, installare '''kdm''' (K Display Manager) con:<br />
pacman -S kdm<br />
Aggiungere quindi lo script '''kdm''' alla lista DAEMONS in /etc/rc.conf:<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa hal fam '''kdm''')<br />
<br />
=====Login da terminale=====<br />
Se si preferisce loggarsi in console e far partire KDE manualmente come da 'tradizione Slackware', modificare /home/username/.xinitrc, il quale controlla cosa succede quando si da il comando 'startx'.<br />
<br />
nano ~/.xinitrc<br />
<br />
Decommentate la riga 'exec startkde' così da far apparire una cosa simile a questa:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
#exec xterm<br />
#exec wmaker<br />
exec startkde<br />
# exec gnome-session<br />
# exec icewm<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
Se non avete un file ~/.xinitrc, semplicemente createne uno con le informazioni qua sopra. Ricordate, dovete avere solo '''una''' riga decommentata nel vostro ~/.xinitrc.<br />
<br />
Tornate al vostro utente normale:<br />
su username<br />
Adesso provate a far partire il server X:<br />
startx<br />
<br />
Congratulazioni! Benvenuti nel vostro Kde Desktop Environment e al vostro nuovo sistema Arch Linux! Potreste continuare il discorso guardando i [[Post Installation Tips]] o il resto delle informazioni qua sotto.<br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
===Xfce===<br />
====Generalità su Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
In kdm o gdm xfce compare nell'elenco delle nuove sessioni. In alternativa si può usare<br />
startxfce4<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
===LXDE===<br />
====About LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides:<br />
# The OpenBox windowmanager<br />
# PCManFM File manager<br />
# LXpanel system panel<br />
# LXSession session manager<br />
# LXAppearance GTK+ theme switcher<br />
# GPicView image viewer<br />
# Leafpad simple text editor<br />
# XArchiver: Lightweight, fast, and desktop-independent gtk+-based file archiver<br />
# LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
Add:<br />
exec startlxde<br />
to your ~/.xinitrc and start with ''startx'' or ''xinit''<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
===*box===<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Se usi gdm/kdm come gestori dei login sarà aggiunta una nuova sessione fluxbox automaticamente. Altrimenti dovrai modificare il file .xinitrc del tuo utente ed aggiungere questo:<br />
exec startfluxbox<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Per poter fare l'accesso ad openbox puoi fare il login grafico con KDM/GDM oppure con startx, nel qual caso dovrai editare il tuo ~/.xinitrc (come utente) e aggiungere <br />
<br />
exec openbox<br />
<br />
Per KDM non c'è nient'altro da fare, openbox è aggiunta nel menu "Sessioni" di KDM.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
===fvwm2===<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
fvwm sarà automaticamente aggiunto al menu sessioni di kdm/gdm. Altrimenti aggiungi<br />
exec fvwm<br />
<br />
al .xinitrc del tuo utente.<br />
<br />
Nota che questa versione stabile di fvwm è vecchia di qualche anno. Se si desidera una versione più recenti di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure provare fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
Dav2dev
https://wiki.archlinux.org/index.php?title=Beginners%27_guide_(Italiano)&diff=64499
Beginners' guide (Italiano)
2009-03-08T10:46:17Z
<p>Dav2dev: /* Installazione */ Corretta la riga per il repo community</p>
<hr />
<div>[[Category:Getting and installing Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:About Arch (Italiano)]]<br />
[[Category:Tutorials (Italiano)]]<br />
<br />
{{translateme}}<br />
<br />
{{Article summary start| Sommario }}<br />
{{Article summary text|Fornisce una guida molto dettagliata per l'installazione e la configurazione di un sistema Arch Linux full-optional.}}<br />
{{Article summary heading|Lingue disponibili}}<br />
{{i18n_entry|Česky|Průvodce začátečníka (Česky)}}<br />
{{i18n_entry|Dansk|Dansk_Begynderguide}}<br />
{{i18n_entry|简体中文|Arch 新手安装指南 (简体中文)}}<br />
{{i18n_entry|正體中文|Beginner's Guide 新手指南}}<br />
{{i18n_entry|Deutsch|Beginners Guide (Deutsch)}}<br />
{{i18n_entry|English|Beginners Guide}}<br />
{{i18n_entry|Español|Guía para Principiantes (Español)}}<br />
{{i18n_entry|Français|Manuel_du_Débutant_(Français)}}<br />
{{i18n_entry|Italiano|Beginners Guide (Italiano)}}<br />
{{i18n_entry|Lietuviškai|Pradedančiųjų gidas (Lietuviškai)}}<br />
{{i18n_entry|Português Brasil|Guia do Iniciante(Português do Brasil)}}<br />
{{i18n_entry|Türkçe|Başlangıç Rehberi (Türkçe)}}<br />
{{Article summary heading|Articoli correlati}}<br />
{{Article summary wiki|Official Arch Linux Install Guide (Italiano)}} (fornisce un approccio più generale)<br />
{{Article summary end}}<br />
==Prefazione==<br />
<br />
===== Tutto ciò che avete sempre voluto sapere sull' installazione di Arch, ma non avete mai osato chiedere =====<br />
<br />
Benvenuto. Questa guida copre il processo di installazione e configurazione di [[ArchLinux|Arch Linux]], un sistema operativo UNIX-like basato su GNU/Linux, semplice, snello e leggero. Arch Linux richiede una certa dose di conoscenze sulla sua configurazione e sulla metodologia dei sistemi <code>UNIX</code>-like e per questa ragione sono state incluse delle informazioni aggiuntive. <br />
Questa guida, pur essendo indirizzata ai nuovi utenti Arch, si propone come solido punto di riferimento e fonte di informazioni per chiunque.<br />
<br />
Così come è stata concepita, questa guida concentrerà l'attenzione su alcuni punti ritenuti particolarmente utili; per approfondire si può utilizzare il [[Main Page (Italiano)|Wiki di Arch Linux]] o i [http://bbs.archlinux.org/ forum di Arch Linux]. Una lettura interessante è [[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]], che delinea i principi fondamentali della distribuzione Arch Linux.<br />
<br />
Per chi si avvicina per la prima volta a un sistema GNU/Linux si consiglia qualche lettura sul sistema in generale. Il testo più completo in lingua italiana è [http://a2.pluto.it/ Appunti di informatica libera]. Una buona documentazione sui sistemi GNU/Linux è reperibile sul sito del [http://www.pluto.it/ PLUTO Project] in Italiano, e sul sito del [http://tldp.org/ The Linux Documentation Project] in lingua inglese.<br />
<br />
Punti salienti della distribuzione Arch Linux:<br />
* Design e filosofia improntati alla semplicità<br />
* Distro comunitaria indirizzata a utenti GNU/Linux competenti<br />
* Pacchetti binari sia per '''i686''' che per '''x86_64'''<br />
* Sistema altamente personalizzabile in quanto assemblato pezzo per pezzo dall'utente<br />
* Script di avvio BSD-style, con un file di configurazione centralizzato<br />
* Modello di aggiornamento "Rolling Release"<br />
* Gestore di pacchetti (pacman) veloce, scritto in '''C''', leggero e agile, con un uso di memoria davvero modesto <br />
* ABS (Arch Build System), un sistema di pacchettizzazione ports-like che rende facile ottenere dal sorgente un pacchetto binario da installare e/o da condividere su AUR<br />
* AUR (Arch User Repository), un repository di script per compilare pacchetti forniti da utenti Arch<br />
<br />
=====DON'T PANIC!=====<br />
Un sistema Arch Linux è costruito '''dall'utente''', partendo da semplici strumenti a linea di comando. Diversamente da altre distribuzioni, non vi sono ambienti di default né configurazioni imposte all'utente. Dalla linea di comando si aggiungeranno pacchetti dai repository Arch usando [[pacman]] e si procederà alla configurazione manuale dell'installazione, fino a che il sistema sarà adattato alle proprie esigenze. Questo permette la massima flessibilità, scelta, e controllo delle risorse occupate dal sistema. Dato che è l''''utente''' che lo costruisce, egli conoscerà perfettamente i pregi e i difetti del proprio sistema, e acquisterà familiarità con quello che c'è sotto l'involucro.<br />
<br />
Il sistema Arch Linux viene configurato editando file di testo, non ci sono utilità grafiche preinstallate e quindi la progettazione e personalizzazione del proprio sistema è fatta a mano.<br />
Arch Linux è destinato all'utente competente di GNU/Linux o all'utente disposto ad investire del tempo per imparare i meccanismi del sistema.<br />
<br />
=====Licenza (in inglese)=====<br />
<br />
Arch Linux, pacman, documentation, and scripts are copyright<br />
©2002-2007 by Judd Vinet, ©2007-2008 by Aaron Griffin and are licensed under the GNU General Public License Version 2.<br />
<br />
=====[[The Arch Way (Italiano) | Il metodo Arch]]=====<br />
<br />
'''''Il principio su cui Arch si basa è "mantenersi semplice" (KISS, Keep It Simple Stupid).'' '''<br />
<br />
Da notare che, in questo contesto, "semplice" ''non'' significa né "facile" né "amichevole", ma piuttosto "senza inutili aggiunte, modifiche o complicazioni". In breve, un approccio elegante e minimalistico.<br />
<br />
''"Semplice" è definito da un punto di vista tecnico, non dell'usabilità. È meglio essere tecnicamente eleganti, con un'alta curva di apprendimento, che facili da usare ma tecnicamente schifosi" - Aaron Griffin''<br />
<br />
''"La parte straordinaria [del mio metodo] sta nella sua semplicità...Ho sempre pensato che un metodo semplice è un metodo giusto."'' - Bruce Lee<br />
<br />
Il rasoio di Occam: ''Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem'' cioè "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Il termine rasoio si riferisce all'atto di grattare via le assunzioni non strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.<br />
<br />
{{Box Note |'''Seguire questa guida è essenziale per installare con successo un sistema Arch Linux ben configurato. Leggere attentamente!'''}}<br />
* Si può stampare questa guida come utile prontuario per l'utente di Arch Linux. <br />
*''Se si desidera aggiungere qualcosa a questo wiki, si prega di includere il "Perchè" e il "Come", in modo appropriato. La migliore documentazione insegna come fare ma anche il perché!''<br />
* Il wiki di Arch è un'ottima risorsa e dovrebbe essere consultata per ogni problema '''prima di tutto'''; Sono disponibili anche IRC e i forum, nel caso in cui non fosse possibile trovare una risposta.<br />
----<br />
Benvenuto in Arch! Ora cominciamo.<br />
<br />
Questa guida è strutturata in 4 parti principali:<br />
<br />
'''[[#Parte I: Installare il Sistema di Base|Parte I: Installare il sistema di base]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte II: Configurare e aggiornare il sistema|Parte II: Configurare e aggiornare il sistema]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte III: Installare X e configurare ALSA|Parte III: Installare X e configurare ALSA]]'''<br />
<br />
'''[[#Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop|Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop]]'''<br />
<br />
==Parte I: Installare il Sistema di Base==<br />
<br />
=== Ottenere il più recente supporto per l'installazione===<br />
<br />
Dalla [http://www.archlinux.org/download/ pagina di download] è possibile scaricare la versione '''2009.02''' dell'installatore ufficiale, che include il kernel 2.6.28 e la possibilità di usare il filesystem ext4.<br />
<br />
Ci sono due tipi di immagine, la '''FTP''' e la '''Core''', entrambe installano un '''sistema operativo Arch Linux di base''' utilizzabile da linea di comando e composto principalmente di GNU toolchain (compilatore, assembler, linker, librerie, shell e alcuni servizi utili), kernel Linux, e qualche libreria e modulo. L'immagine '''FTP''' contiene il sistema live ma non contiene nessun pacchetto da installare. I pacchetti necessari all'installazione verranno invece scaricati tutti da internet, ottenendo in questo modo un sistema già completamente aggiornato; consigliato per chi ha una connessione veloce ed è capace di configurarla da linea di comando (una scheda di rete in una LAN si configura facilmente, una scheda wifi o un modem ADSL USB possono presentare difficoltà). L'immagine '''Core''' contiene sia il sistema live che i pacchetti per installare il sistema di base (il core), aggiornati però alla data di rilascio del supporto d'installazione (quindi il sistema appena installato sarà già da aggiornare). Consigliato a chi vuole installare subito il sistema, in assenza di collegamento a Internet.<br />
<br />
Ognuna delle due versioni è poi disponibile sia come immagine ISO da masterizzare su cd, sia come immagine da scrivere su memoria flash USB.<br />
<br />
====Installer su CD====<br />
Masterizzare la iso su un CD col proprio programma preferito, e procedere con [[#Avviare l'installer | Avviare l'installer Arch Linux]].<br />
{{Box Note| In generale, per masterizzazioni affidabili è raccomandata una velocità bassa (alcuni utenti consigliano 4x o 2x). Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzare un altro cd usando la velocità minima. }}<br />
<br />
====Installer su Memoria Flash USB====<br />
{{warning|verranno distrutti tutti i dati e le partizioni presenti nella chiavetta USB.}}<br />
Inserire una chiavetta USB vuota (ne basta una da 512MB), determinare il percorso (/dev/sdx), assicurarsi che le partizioni presenti nella chiavetta siano smontate e scrivere l'immagine così:<br />
dd if=<u>/percorso/</u>archlinux-*.img of=/dev/sd''<u>x</u>''<br />
dove ''if='' sta per l' immagine del sistema live che avete scaricato (immagine in formato '''.img''') e ''of='' sta per il dispositivo USB. Assicurarsi di usare /dev/sd''x'' (l'intero dispositivo) '''e non''' /dev/sd''x1'' (una sua partizione). In questo modo la tabella delle partizioni del dispositivo verrà sovrascritta, quindi tutti i dati precedentemente presenti nella chiavetta verranno persi.<br />
<br />
<br />
'''Controllo md5sum (opzionale):'''<br />
<br />
Annotare il numero di blocchi letti e scritti, quindi eseguire il seguente controllo:<br />
dd if=/dev/sd''<u>x</u>'' count=''<u>number_of_records</u>'' status=noxfer | md5sum<br />
Il risultato dovrebbe essere identico a quello restituito da md5sum usato sull'immagine CD scaricata, ed entrambi dovrebbero concordare con quello presente nel file md5sum reperibile nel sito Internet della distribuzione.<br />
<br />
===Avviare l'installer===<br />
Inserire il CD oppure la chiave USB e avviare il pc da lì. Potrebbe essere necessario cambiare l'ordine di avvio nel bios del computer o premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase del bios.<br />
<br />
Requisiti di memoria:<br />
<br />
* CORE : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
* FTP : 160 MB RAM x86_64/i686 (all packages selected, with swap partition)<br />
<br />
Scegliere Boot Archlive, o Boot Archlive [legacy IDE] se ci sono problemi con libata/PATA. <br />
<br />
Per modificare le opzioni di boot, premere '''e''' ed editare le linee. È possibile cambiare la risoluzione dello schermo, per un output più leggibile durante l'installazione:<br />
<br />
vga=773<br />
<br />
aggiungerlo alla fine della linea del kernel, così da avere una risoluzione di 1024x768. Premere '''b''' per procedere nel boot.(avvio)<br />
<br />
Il sistema live si avvierà e presenterà una schermata di login nella console virtuale numero 1. Sono disponibili sei console virtuali identificate da vc/1 a vc/6, ed è possibile spostarsi dall'una all'altra premendo una combinazione di tasti da ALT+F1 ad ALT+F6.<br />
<br />
====Login e Cambio della mappatura della tastiera====<br />
Loggarsi come 'root'.<br />
<br />
Inizialmente è attiva la mappatura dei caratteri per una tastiera inglese. <br />
Per impostare la tastiera italiana scrivere:<br />
km<br />
e scegliere la mappatura '''i386/qwerty/it.map.gz'''. <br />
La scelta del font per la console si può tralasciare (''<skip>'').<br />
<br />
In alternativa a ''km'', si può usare direttamente il comando<br />
loadkeys it<br />
<br />
====Documentazione====<br />
Questa guida è disponibile in inglese sul sistema live. Aprire il terminale virtuale 2 premendo <ALT>+F2 e fare:<br />
# less /arch/beginnersguide.txt<br />
Per tornare al terminale virtuale 1 e proseguire l'installazione premere <ALT>+F1. In qualunque momento dell'installazione si potrà tornare al terminale virtuale 2 per consultare la guida.<br />
<br />
===Iniziare l'installazione===<br />
Per far partire l'installazione:<br />
/arch/setup<br />
===Selezionare una fonte per i pacchetti===<br />
Scegliere «0 Select Source» per scegliere da quale fonte reperire i pacchetti. <br />
*Se si desidera scaricare i pacchetti da Internet per installare un sistema già aggiornato, scegliere «FTP/HTTP». È possibile configurare la propria rete in un'altra console virtuale o seguire la procedura guidata «0 Setup Network». Selezionare un'interfaccia di rete (se non è stata riconosciuta, aprire una seconda console virtuale, provare a caricare manualmente i driver corretti e riprovare). Se la propria rete dispone di un server DHCP, scegliere di usare DHCP per ottenere automaticamente gli indirizzi necessari, altrimenti si dovrà immettere manualmente indirizzo IP statico, netmask, broadcast, gateway, DNS e, se necessari, HTTP proxy e FTP proxy. Infine, verrà presentato un quadro generale per controllare le voci immesse. Per istruzioni più dettagliate sulla connessione a Internet, consultare più sotto nella guida la sezione «Configurare la rete». Scegliere la voce «1 Choose Mirror» e selezionare un server in uno Stato vicino, per esempio ''ftp://mi.mirror.garr.it'' che si trova direttamente in Italia.<br />
<br />
*Se si usa l'immagine CORE o comunque si dispone già dei pacchetti per l'installazione, scegliere "CD-ROM or OTHER SOURCE" e selezionare il dispositivo o la fonte adeguata.<br />
<br />
===Preparare il Disco Rigido===<br />
{{Warning|Partizionare un hard disk è sempre un'operazione rischiosa, e può distruggere i dati presenti in esso. Siete avvisati, è fortemente consigliato fare prima una copia di sicurezza dei dati importanti.}}<br />
<br />
Prima di procedere in un'operazione così delicata, si ritiene opportuno fornire informazioni generali riguardo le partizioni, la gerarchia di file UNIX e i filesystem. Se si conosce già la teoria, è possibile saltare alla sezione "Partizionare il disco rigido".<br />
<br />
=====Le partizioni=====<br />
<br />
Una partizione è una porzione del dispositivo di archiviazione (disco rigido, memoria USB Flash, disco a stato solido SSD, ecc.) che viene vista dal sistema operativo come un dispositivo separato. Il sistema più usato su personal computer prevede 3 tipi di partizione: '''Primaria, Estesa e Logica'''.<br />
<br />
Le partizioni '''primarie''' possono essere massimo 4. Se si desidera avere più di 4 partizioni, una partizione primaria deve essere impostata come partizione '''estesa''', inutilizzabile per archiviare dati ma capace di contenere al suo interno le partizioni '''logiche'''.<br />
<br />
Quando si partiziona un disco, le partizioni primarie (compresa l'eventuale partizione estesa) ricevono una numerazione da 1 a 4, mentre le eventuali partizioni logiche partono sempre dal numero 5. Se per esempio si crea una partizione primaria, una estesa e all'interno di questa due partizioni logiche, la primaria sarà sda1, l'estesa sda2 (inutilizzabile), le logiche sda5 e sda6.<br />
<br />
====I Filesystem====<br />
<br />
Un filesystem è, detta informalmente, un meccanismo con il quale i file sono scritti e organizzati su una partizione di un dispositivo di archiviazione. Invece, con "file system" (notare lo spazio) si indica in genere una struttura gerarchica imposta alle directory di un dato sistema e al loro contenuto. I sistemi Unix-like come Archlinux seguono il [http://www.pathname.com/fhs/ Filesystem Hierarchy Standard (FHS)]. Pertanto, quando viene chiesto se si desidera creare un "filesystem" su una partizione, viene chiesto se si desidera formattare la partizione e ricrearla in un "formato" a scelta (ext3, fat, reiserfs ecc.). Ma quando viene chiesto un punto di mount, si sta chiedendo dove risiederà (in quale directory) una data partizione nel "file system" (gerarchia di directory) di Arch Linux.<br />
<br />
Non esiste il filesystem migliore in assoluto, ognuno può essere ottimizzato per un certo uso e perdere colpi per un uso differente. Di seguito è riportata una breve panoramica sui filesystem supportati.<br />
<br />
# '''ext2''' ''Second Extended Filesystem''- È il vecchio filesystem GNU/Linux. Veloce e molto stabile, ma senza supporto al journaling. ''Un filesystem ext2 può facilmente essere convertito in ext3.'' Generalmente è una buona scelta per /boot.<br />
<br />
# '''ext3''' ''Third Extended Filesystem''- Essenzialmente è il sistema ext2, ma col supporto per il journaling. Ext3 è completamente compatibile con Ext2, perciò si può montarlo anche con CD di ripristino molto vecchi. Estremamente stabile, maturo e di gran lunga il più usato, supportato e sviluppato da GNU/Linux FS. ''Leggermente'' più lento di ext2 ed altri filesystem.<br />
<br />
# '''ext4''' ''Fourth Extended Filesystem''- Evoluzione di ext3, introduce numerose migliorie e abbatte i limiti di ext3 per la dimensione del singolo file e dell'intera partizione e il limite per il numero di sottodirectory. Compatibile con i bootloader GRUB(>=0.97) e GRUB2.<br />
<br />
# '''ReiserFS''' - il journaling FS ad alte prestazioni di Hans Reiser usa un metodo molto interessante di data throughput. ReiserFSè molto veloce, specialmente quando opera con molti file piccoli. ReiserFS è piuttosto ben affermato e stabile.<br />
<br />
# '''JFS''' - è il journaling FS di IBM. JFS è piuttosto ben affermato, veloce e stabile.<br />
<br />
# '''XFS''' - è un veloce journaling filesystem che è più adatto per file di grandi dimensioni, maggiori 1 GB; è più lento con piccoli file. Piuttosto stabile.<br />
<br />
====Schema di partizionamento e punti di montaggio nella gerarchia di file====<br />
<br />
Il processo di partizionamento del disco consiste nello scegliere quante partizioni creare, con quali filesystem formattarle e per quali scopi utilizzarle, in base alle proprie abitudini, alle esigenze e ai requisiti hardware. <br />
<br />
Ci sono molti vantaggi nel distribuire le directory su più partizioni invece che tenerle tutte in una sola:<br />
<br />
*Sicurezza: i filesystem possono essere configurati in /etc/fstab come 'nosuid', 'nodev', 'noexec', 'readonly', ecc.<br />
*Stabilità: un utente, o un programma malfunzionante, può riempire completamente il filesystem di spazzatura se ne ha i permessi di scrittura. Programmi critici che risiedono in un filesystem differente non vengono interrotti.<br />
*Velocità: un filesystem su cui viene scritto di frequente può diventare frammentato. (Un buon metodo per evitare la frammentazione è assicurarsi che ogni filesystem non sia mai in pericolo di essere riempito completamente.) Filesystem separati non vengono compromessi e possono essere comunque deframmentati separatamente.<br />
*Integrità: Se un filesystem viene danneggiato, filesystem separati non vengono compromessi.<br />
*Versatilità: Condividere dati fra vari sistemi diventa più comodo usando filesystem indipendenti. Inoltre possono essere scelti tipi di filesystem differenti in base alla natura dei dati e all'utilizzo.<br />
<br />
Alcune directory che possono risiedere in partizioni separate:<br />
<br />
'''/''' (root) La directory radice sta in cima alla gerarchia di file nei sistemi Unix, pertanto un sistema Unix deve avere minimo una partizione e questa partizione deve contenere la directory radice. Tutti gli altri file e directory appaiono all'interno di questa directory, anche se fisicamente possono trovarsi in altre partizioni, altri dispositivi o altri computer. Soltanto le directory ''/bin'', ''/dev'', ''/etc'', ''/lib'', ''/proc'', ''/sbin'' e i loro contenuti sono vincolate a risiedere nella stessa partizione della directory radice, perchè sono indispensabili per avviare, ripristinare, recuperare, e/o riparare il sistema anche in caso non si riesca a montare eventuali altre partizioni. Una scelta sicura per la partizione radice è Ext3.<br />
<br />
'''/boot''' Questa directory contiene i kernel (ed eventuali immagini ramdisk associate) e i file necessari al bootloader per avviare il sistema. Contiene anche dati usati prima che il kernel esegua programmi in spazio utente. Può avere una dimensione ridotta, anche di 32MB, ma se si prevede di usare diversi kernel o di condividerla con altri sistemi operativi che installeranno i loro kernel, bisogna aumentare la dimensione in proporzione. Ext2, Ext3, Reiserfs, XFS e JFS vanno ugualmente bene dal momento che il bootloader GRUB (verrà installato più avanti) può avviare da tutti questi.<br />
<br />
'''/home''' Al suo interno è presente una directory per ogni utente, in cui vengono salvati i dati personali e le configurazioni personalizzate. Si può scegliere, una volta dimensionate le altre partizioni, di lasciare il resto dello spazio a questa partizione in modo che ogni utente abbia ampio spazio nella propria cartella personale; o per esempio si può creare un'altra partizione più grande per i file condivisi tra gli utenti (file scaricati, immagini, video, ecc), da montare in /media.<br />
<br />
'''/usr''' Contiene la maggior parte delle applicazioni utente, il suo contenuto è in sola lettura (tranne in caso di aggiornamento del parco applicazioni) e può essere condiviso fra più macchine. Se si intende usare un ambiente Desktop completo (comprensivo di suite per l'ufficio, la posta, internet, ecc), è meglio prevedere almeno 6GB per questa partizione.<br />
<br />
'''/tmp''' I programmi che hanno bisogno di file temporanei usano questa directory. Da dimensionare a seconda degli usi (programmi per l'editing audio o video hanno bisogno di molto spazio in questa directory).<br />
<br />
'''/var''' Contiene dati di sistema variabili, come log di sistema, l'albero ABS, dati sulle connessioni bluetooth, ecc. Il filesystem /var conterrà, fra l'altro, la cache di pacman. Mantenere i pacchetti nella cache è utile poiché consente il downgrade dei pacchetti, se necessario. Col passare del tempo la cache può crescere di dimensioni ma può essere periodicamente pulita. Dal momento che /var contiene molti file di piccole dimensioni, si può anche usare un filesystem ottimizzato apposta.<br />
<br />
'''Swap''' La memoria di swap è uno spazio sul disco rigido (può essere un file o una partizione) che viene trattata come ram virtuale, aumentando quindi la ram totale a disposizione del sistema. Rispetto alla RAM reale, la swap è molto più lenta, di conseguenza il sistema cerca di usarla il meno possibile. In generale, su macchine fino a 512MB di RAM, una swap grande il doppio della RAM è di solito più che sufficiente. Su macchine con 1GB RAM, un gigabyte di swap è in genere sufficiente. Se si dispone di più di 1GB di RAM può essere possibile rinunciare completamente alla partizione di swap, ma se si vuole usare la sospensione su disco è necessaria una swap pari almeno alla dimensione della RAM più un 10-15% (per evitare problemi legati a possibili settori danneggiati).<br />
<br />
==== Partizionare il disco rigido ====<br />
Il menu "Prepare Hard Drive" offre due opzioni (le prime due) per partizionare il disco rigido.<br />
# '''Auto-Prepare (erases the ENTIRE hard drive)''': cancella un intero disco, quindi è utile solo se si vuole eliminare qualunque sistema operativo e qualunque altro dato preesistente nel disco; il disco viene poi diviso in quattro partizioni:<br />
#* partizione ext2 per la /boot da 32MB. ''Verrà chiesto di modificare la dimensione.''<br />
#* partizione swap da 256MB. ''Vi verrà chiesto di modificare la dimensione.'' <br />
#* Partizione separata per / e per /home, (la dimensione può anche essere specificata). È possibile scegliere tra ext2, ext3, ReiserFS, XFS e JFS, ma nota che ''sia '''/''' che '''/home''' devono condividere lo stesso tipo di fs'' condizione necessaria per usare Auto Prepare.<br />
:Tenere bene in conto che Auto-prepare cancella completamente il disco rigido scelto. <font color="red">Attenzione</font>. Leggere l'avviso presentato con molta attenzione e assicurarsi di partizionare il dispositivo corretto.<br />
<br />
# '''Partition Hard Drives''': avvia il programma ''cfdisk'' per un partizionamento manuale, più elaborato e personalizzato per le proprie esigenze.<br />
<br />
=====Esempio di utilizzo di cfdisk=====<br />
Cominciare creando la partizione primaria che conterrà la directory radice "''/''": scegliere '''N'''ew -> Primary e immettere la dimensione desiderata per la partizione di root. Inserire la partizione all'inizio del disco.<br />
Scegliere come tipo di partizione (alla voce '''T'''ype) '83 Linux'. La partizione creata apparirà come sda1 nel nostro esempio.<br />
<br />
Creare una partizione primaria per /var, dandole ancora come tipo '83 Linux'. Questa partizione apparirà come sda2.<br />
<br />
Creare adesso una partizione per la swap, specificando come tipo '82 Linux swap / Solaris'. Questa partizione apparirà come sda3.<br />
<br />
Per ultimo, creare una partizione per la /home directory. Scegliere ancora una partizione primaria di tipo '83 Linux' e impostare la dimensione desiderata. Questa partizione apparirà come sda4.<br />
<br />
Esempio:<br />
<br />
Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)<br />
-------------------------------------------------------------------------<br />
sda1 Boot Primary Linux 15440<br />
sda2 Primary Linux 6256<br />
sda3 Primary Linux swap / Solaris 1024<br />
sda4 Primary Linux 140480<br />
Scegliere '''W'''rite e digita ''''yes''''. Attenzione, questa operazione distruggerà i dati sul disco. Scegliere '''Q'''uit per abbandonare il partizionatore. <br />
Scegliere Done per abbandonare questo menù e continuare con "Set Filesystem Mountpoints"<br />
<br />
{{Box Note | Il kernel linux attuale ha abbandonato il vecchio schema di denominazione «hd'''x'''» per i dischi rigidi ATA, in favore del più generico schema «sd'''x'''» per tutti i dischi PATA, SATA e SCSI e USB. Ciò è perfettamente normale e non deve essere una preoccupazione.}}<br />
<br />
===Selezionare i Pacchetti===<br />
Ora selezioniamo alcuni pacchetti da installare. Scegliere CD come sorgente e selezionare il drive cd appropriato, se ce n'è più d'uno.<br/><br />
La categoria ''base'' è già selezionata. Se si desidera installare anche vari strumenti per la compilazione, selezionare anche ''base-devel''. Nella schermata successiva, eventualmente e solo se si sa cosa si sta facendo, è possibile affinare la selezione dei pacchetti base aggiungendone o togliendone qualcuno in base alle proprie esigenze, per esempio i driver per la sceda di rete wifi. Il software così selezionato permetterà, una volta portata a termine l'installazione, di avere un sistema base funzionante che permetterà di installare altro software dal cd di installazione o dalla rete.<br />
<br />
===Installare i Pacchetti===<br />
Questo è un lavoro facile perchè tutto si svolge automaticamente. Andare a prendere un caffè e attendere la fine dell'installazione (premere ''continue'' se necessario).<br />
<br />
===Configurare il sistema===<br />
<br />
Gli utenti avanzati che hanno familiarità con il loro hardware e moduli relativi possono configurare manualmente /etc/rc.conf, /etc/mkinitcpio e /etc/fstab, ecc da zero (Inutile dire che questa opzione va al di là del campo di applicazione di questa guida e, pertanto, non è coperta).<br />
<br />
Ora verrà chiesto quale editor di testo si desidera utilizzare tra [http://en.wikipedia.org/wiki/Nano_%28text_editor%29 nano] (raccomandato) e [http://en.wikipedia.org/wiki/Vim_%28text_editor%29 vim]. <br />
<br />
=====Nota sull'editor di testo «nano»=====<br />
Per selezionare un testo, premere una volta ALT+A e muoversi con i tasti freccia. Per copiare il testo selezionato, premere ALT+SHIFT+ì, per tagliarlo premere CTRL+K, per incollarlo CTRL+U. Una volta modificato il file di testo, premere CTRL+O per salvarlo (occorre premere invio per confermare il nome del file) e premere CTRL+X per uscire dall'editor.<br />
<br />
Verrà presentato un menu tra cui i principali file di configurazione per il nuovo sistema.<br />
<br />
=====Perchè non lasciar fare tutto all'installer in automatico?=====<br />
<br />
Nascondere il processo di configurazione del sistema è in diretta opposizione al [[The Arch Way]]. Anche se le recenti versioni di kernel e strumenti per sondare Hardware offrono eccellente supporto all'auto-configurazione, Arch presenta all'utente tutti i file di configurazione durante l'installazione; il fine è la ''trasparenza'' e il controllo sulle risorse di sistema. Una volta finito di modificare questi file per le vostre esigenze specifiche, avrete imparato il semplice metodo della configurazione manuale di Arch Linux e sarete diventati più familiari con la struttura di base e più preparati a usare e gestire produttivamente il nuovo sistema.<br />
<br />
=====/etc/rc.conf:=====<br />
<br />
Seguendo la tradizione '''*BSD''', Arch Linux utilizza '''/etc/rc.conf''' e i file associati come principale centro di configurazione del sistema. Questi file contengono una vasta gamma di informazioni di configurazione, principalmente utilizzati all'avvio del sistema.<br />
<br />
* sezione '''LOCALIZATION'''<br />
** '''LOCALE'''=: imposta la lingua per tutte le applicazioni che rispettano ''i18n''. Per impostare l'italiano: "it_IT.utf8"; per conoscere i codici lingua installati nel proprio pc: 'locale -a' in un terminale. <br />
** '''HARDWARECLOCK'''=: UTC (orario universale), oppure localtime (preso dalla scheda madre).<br />
** '''TIMEZONE'''=: "Europe/Rome"<br />
** '''KEYMAP'''=: "it"<br />
** '''CONSOLEFONT'''=: i font per la console si trovano sotto /usr/share/kbd/consolefonts/. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''CONSOLEMAP'''=: le mappature tasti-caratteri per la console si trovano in /usr/share/kbd/consoletrans. Può essere lasciato vuoto.<br />
** '''USECOLOR'''=: selezionare "yes" se si dispone di un monitor a colori e si desidera avere i colori nella console.<br />
<br />
LOCALE="it_IT.utf8"<br />
HARDWARECLOCK="localtime"<br />
TIMEZONE="Europe/Rome"<br />
KEYMAP="it"<br />
CONSOLEFONT=<br />
CONSOLEMAP=<br />
USECOLOR="yes"<br />
<br />
* sezione '''HARDWARE'''<br />
** '''MOD_AUTOLOAD'''=: impostarlo su "yes" per far caricare automaticamente i driver appropriati per l'hardware in uso, tramite '''udev''' (scelta raccomandata se si usa il kernel fornito da Arch Linux). Impostandolo su "no" dovranno essere specificati manualmente i moduli da caricare in avvio (utile se si compila un kernel personalizzato).<br />
** '''MOD_BLACKLIST'''=: deprecato, usare la linea '''MODULES=''' (qui di sotto) per specificare i moduli da non caricare.<br />
** '''MODULES'''=: se si è a conoscenza che un modulo importante non viene caricato, aggiungerlo qui. È possibile anche forzare un modulo a non venire caricato (per esempio il modulo per l'IPv6 o il driver per l'altoparlante incorporato) anteponendo un punto esclamativo al modulo.<br />
<br />
# Scan hardware and load required modules at boot<br />
MOD_AUTOLOAD="yes"<br />
# Module Blacklist - Deprecated<br />
MOD_BLACKLIST=()<br />
#<br />
MODULES=(e100 eepro100 mii slhc snd-ac97-codec snd-intel8x0 soundcore !net-pf-10 !pcspkr)<br />
<br />
* sezione '''NETWORKING''': è necessario specificare subito solo HOSTNAME; le altre opzioni si possono aggiungere in un secondo momento, dopo aver controllato che il collegamento alla rete sia funzionante, seguendo la sezione «Configurare la rete» più sotto in questa guida.<br />
** '''HOSTNAME'''=: nome per il computer, appare sulla console e può essere usato per identificare il computer in una rete locale.<br />
** '''eth0'''=: configurazione dell'interfaccia di rete eth0. Se la propria rete LAN usa il DHCP, impostare "dhcp". Se si usano invece indirizzi IP statici, impostare la linea come si farebbe usando manualmente '''ifconfig''' (vedere l'esempio più sotto). <!--Oltre alla scheda di rete è possibile aggiungere altre righe per configurare scheda wifi, modem analogico, ecc.--><br />
** '''INTERFACES'''=: Specifica quali interfacce di rete verranno attivate all'avvio del sistema se nella lista DAEMONS è presente "network" (vedere più sotto).<br />
** '''gateway'''=: Se si usa un '''IP statico''', settare l' indirizzo IP del gateway come si farebbe usando manualmente '''route''' (vedere l'esempio più sotto). Se si usa il '''DHCP''' si può ignorare questa variabile (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque).<br />
** '''ROUTES'''=: Se si usa un '''IP''' statico, rimuovere '''!''' davanti a 'gateway', di modo che venga attivato il gateway definito alla riga precedente. Se si usa il DHCP si può lasciare il '''!''' davanti a 'gateway' (alcuni utenti hanno segnalato la necessità di definirla comunque, in caso di malfunzionamenti della rete si può quindi provare a ridefinire queste variabili).<br />
<br />
Esempio, usando '''DHCP''':<br />
HOSTNAME="arch"<br />
#eth0="eth0 192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 broadcast 192.168.0.255" <br />
eth0="dhcp"<br />
INTERFACES=(eth0)<br />
gateway="default gw 192.168.0.1"<br />
ROUTES=(!gateway)<br />
{{Box Note | Arch usa '''dhcpcd''' per ottenere un indirizzo dal server DHCP. In alternativa si può installare '''dhclient''' dal repository [extra] usando pacman.}}<br />
<br />
* sezione '''DAEMONS'''<br />
Questo elenco contiene i nomi degli script (presenti in /etc/rc.d/) da eseguire all'avvio del sistema, nell'ordine in cui verranno eseguiti.<br />
<br />
DAEMONS=(@network syslog-ng netfs crond)<br />
<br />
* un punto esclamativo davanti a uno script ne impedisce l'esecuzione.<br />
* una chiocciola '''@''' davanti a uno script ne forza l'esecuzione in background, in modo che lo script successivo non ne attende il completamento (utile per migliorare il tempo di avvio, ma da usare con cautela in quanto uno script potrebbe dipendere dalla corretta conclusione di uno script precedente).<br />
* è necessario modificare questo elenco ogni volta che viene installato un nuovo servizio di sistema, se si desidera che tale servizio venga attivato all'avvio del sistema (per esempio il demone Hal).<br />
<br />
Questo sistema di inizializzazione in stile BSD è il metodo Arch di gestire ciò che altre distribuzioni gestiscono con vari link alla directory /etc/init.d.<br />
<br />
=====DEMONI=====<br />
Non si deve cambiare la linea [[daemons]] in questo momento, però è utile spiegare cosa sono i demoni, perchè ne avremo bisogno più avanti in questa guida.<br/><br />
Un demone (daemon in inglese, da '''d'''isk '''a'''nd '''e'''xecution '''mon'''itor) è un programma che viene eseguito in background, rimane in attesa di eventi e fornisce servizi. Un buon esempio è HAL, che notifica sul bus di sistema Dbus (un altro demone) eventi come il collegamento di un dispositivo al computer (chiavetta usb, mouse o tastiera usb, fotocamera, monitor, batteria, cavo della corrente o qualunque altro dispositivo). Xorg (il server grafico di Arch, vedi più sotto) fa affidamento su HAL per riconoscere mouse e tastiera, altrimenti questi non funzioneranno. Altri esempi: un demone che scrive messaggi in un file di log (e.g. syslog, metalog), un demone che abbassa la frequenza della cpu se il sistema non ha niente da fare o un demone che fornisce un login grafico (e.g. gdm, kdm).<br/><br />
Tutti questi programmi possono essere aggiunti alla linea daemons e verranno eseguiti all'avvio del sistema. Demoni utili saranno presentati nel corso di questa guida.<br />
<br />
=====/etc/fstab=====<br />
Il file '''/etc/fstab''' (che sta per '''f'''ile '''s'''ystems '''tab'''le) permette di specificare regole particolari per il montaggio di dispositivi di memoria. È usato principalmente dal comando '''mount''', il quale rende disponibile il contenuto di un filesystem "montandolo sopra" una directory già presente nel sistema. Il comando <code>mount -a</code> è richiamato dallo script di avvio /etc/rc.sysinit, a circa 3/4 del processo di avvio, e monta tutti i dispositivi presenti in fstab (tranne quelli con l'opzione '''noauto''') usando le relative opzioni e punti di montaggio.<br />
<br />
Ecco un file '''/etc/fstab''' di esempio:<br />
# <file system> <dir> <type> <options> <dump> <pass><br />
none /dev/pts devpts defaults 0 0<br />
none /dev/shm tmpfs defaults 0 0<br />
#/dev/cdrom /media/cdrom auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/dvd /media/dvd auto ro,user,noauto,unhide 0 0<br />
#/dev/fd0 /media/fl auto user,noauto 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/0ec-933.. / jfs defaults,noatime 0 1<br />
/dev/disk/by-uuid/7ef-223.. /home jfs defaults,noatime 0 2<br />
/dev/disk/by-uuid/530-1e-.. swap swap defaults 0 0<br />
/dev/disk/by-uuid/4fe-110.. /var reiserfs defaults,noatime,notail 0 2<br />
{{Box Note | L'opzione 'noatime' disabilita i tempi di accesso in lettura ai metadata dei file e può essere tranquillamente accodata alle partizioni /, /home indipendentemente dal filesystem utilizzato, per incrementare la velocità, le prestazioni e l'efficienza enegretica. L'opzione 'notail' disabilita la funzionalità 'tailpacking' di ReiserFS, per migliori performance al costo di una minore efficienza di utilizzo dello spazio su disco.}}<br />
{{Box Note | Potrebbe essere utile prendere nota dell'UUID della partizione di root (/), dato che può essere utile successivamente nella configurazione del bootloader GRUB.}}<br />
<br />
* Il primo campo, '''<file system>''', descrive la periferica a blocchi o il filesystem remoto da montare in quello di sistema. Per dei montaggi 'normali', questo campo contiene il nome di uno dei nodi che puntano a delle periferiche a blocchi (così come create da mknod che è eseguito all'avvio da udev) che devono essere montate; ad esempio, '/dev/cdrom', o '/dev/sda1'. Invece di nominare esplicitamente la periferica, l'installer di Arch fa riferimento di default all'indirizzo UUID della stessa.<br />
{{Box Note | A partire dalla release 2008-04rc, Arch utilizza il sistema UUID, altresi detta denominazione tramite '''U'''niversally '''U'''nique '''Id'''entifier, per una mappatura consistente delle periferiche. Questa scelta è dovuta ai recenti sviluppi nel kernel e in udev, che senza questi UUID potrebbe casualmente cambiare l'ordine con il quale vengono caricati i driver dei controller delle periferiche, causando così dei cambiamenti nella denominazione delle stesse e quindi a un sistema non inizializzabile o al classico kernel panic. Ormai tutte le schede madri hanno diversi controller (SATA e IDE), e dunque grazie ai recenti sviluppi sopracitati, /dev/sda potrebbe divenire /dev/sdb in maniera casuale ad ogni riavvio - per questo motivo si è deciso di adottare di default le denominazioni UUID che sono appunto uniche per ogni periferica. ''Se non necessitate o non desiderate utilizzare gli UUID, potete semplicemente modifcare a mano l'fstab usando il sistema di denominazione che preferite.'' (Vedere [[Persistent block device naming| questo articolo del wiki]] per maggiori informazioni sulla denominazione persistente delle periferiche a blocchi.)}}<br />
Il comando<br />
ls -lF /dev/disk/by-uuid/<br />
visualizzerà tutte le partizioni del sistema con i loro UUID.<br />
<br />
* Il secondo campo, '''<dir>''', descrive il punto di montaggio per il filesystem. Per la partizione swap, questo campo deve essere definito appunto, come 'swap'.(Le partizioni swap di fatto non vengono montate sul filesystem.)<br />
<br />
* Il terzo campo, '''<type>''', descrive il tipo del filesystem. Il kernel Linux supporta molteplici tipi di filesystem. (per una lista dei filesystem supportati dal kernel in uso, dare un occhiata a /proc/filesystems). In questo campo, 'swap' indica che la partizione di riferimento è utilizzata per lo swapping. Il valore 'ignore' invece fa si che la partizione non venga considerata; è utile per mostrare dischi che non vengono utilizzati.<br />
<br />
* Il quarto campo, '''<options>''', descrive le opzioni di montaggio associate con il filesystem di riferimento. La sintassi di questo campo consiste nella serie di opzioni separate dalla virgola. Di solito, deve includere almeno il tipo di montaggio più altre eventuali opzioni che possono differire in base al tipo di filesystem utilizzato. Per ulteriore documentazione sulle opzioni disponibili per filesystem che non siano di tipo nfs, far riferimento alla pagina man del comando '''mount'''.<br />
<br />
* Il quinto campo, '''<dump>''', è utilizzato per il filesystem di riferimento, dal comando '''dump''' per determinare quale filesystem necessita di essere ''dumpata''. Dump è un utility di backup. Se il quinto campo non è presente, di default gli verrà assegnato il valore zero e dump assumerà che il filesystem non necessita di backup. ''Notare che il comando dump non è installato di default.''<br />
<br />
* Il sesto campo, '''<pass>''', è utilizzato dal programma '''fsck''' per determinare l'ordine col quale i filesystem devono essere controllati al boot del sistema. Il filesystem di root dovrebbe essere contrassegnato col valore pass di 1, mentre tutti gli altri dovrebbero avere il valore 2 o 0, a seconda se debbano essere controllati oppure no. I filesystem presenti su uno stesso disco verranno controllati uno ad uno, mentre filesystem posti su dischi differenti verranno controllati contemporaneamente per sfruttare il parallelismo disponibile dall'hardware. Se nel sesto campo non viene messo nessun valore (o viene messo 0), viene assunto da parte del programma fsck il fatto che il filesystem non debba essere controllato.<br />
<br />
* Se pensate di utilizzare sul vostro sistema il demone '''hal''' per effettuare l'automount dei supporti come i DVD o particolari partizioni, dovreste commentare qualsiasi riga faccia riferimento ad essi per delegare la loro gestione proprio ad hal (il quale verrà installato più in là in questa stessa guida.<br />
<br />
<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili nel wiki [[Fstab]] dedicato.<br />
<br />
====='''[[Configuring mkinitcpio | /etc/mkinitcpio]].conf'''=====<br />
Modificare questa configurazione non è necessario a questo punto della installazione: queste informazioni sono fornite qui a titolo di spiegazione.<br />
<br />
Questo file permette di configurare a puntino il cosiddetto ''initial ram filesystem'' o ''initrd'', cioè un immagine g-zippata che caricata all'avvio dal kernel, permette di portare il sistema in uno stato dove può correttamente accedere al filesystem di root; ciò significa che l'initrd permette di caricare correttamente i moduli necessari per leggere dalle unità IDE, SCSI o SATA (o anche USB/FW se state caricando un sistema da un disco USB). Dopo che initrd ha caricato correttamente i moduli (sia in maniera manuale, sia tramite udev), esso passa il controllo del sistema al kernel vero e proprio, e la fase di boot continua. Per questa ragione, l'initrd necessita solo di contenere i moduli necessari ad accedere al filesystem di root, non necessita di contenere qualsiasi modulo vogliate voi caricare effettivamente nel sistema. La maggioranza dei moduli generici verranno poi caricati in un momento successivo da udev, durante il caricamento vero e proprio del sistema.<br />
<br />
'''mkinitcpio''' è la nuova generazione dell'utility per la '''creazione dell'initramfs'''. Esso possiede molti vantaggi rispetto ai vecchi scripts '''mkinitrd''' e '''mkinitramfs'''.<br />
<br />
* Usa '''klibc''' e '''kinit''' che sono sviluppati dagli sviluppatori del kernel in maniera da fornire una piccola e leggera base per l'userspace iniziale.<br />
* Può utilizzare '''udev''' per il riconoscimento automatico dell'hardware, ciò evita all'utente di dover caricare tonnellate di moduli non necessari.<br />
* Il suo script di inizializzazione basato sui cosiddetti hooks è facilmente estendibile con degli hooks personalizzati, che possono facilmente essere inclusi i pacchetti per pacman senza la necessità di modificare lo stesso mkinitcpio.<br />
* Fornisce già supporto a '''lvm2''', '''dm-crypt''' per entrambi i volumi legacy e luks, '''raid''', '''swsusp''' e '''suspend2''' riesumazione e boot da periferiche '''usb mass storage'''.<br />
* Molte caratteristiche possono essere configurate dalla linea di comando del kernel senza dover ricompilarne l'immagine.<br />
* Lo script '''mkinitcpio''' rende possibile l'inclusione dell'immagine nel kernel stesso, così da rendere la creazione di un kernel incluso in sè stesso (monolitico?) possibile.<br />
* La sua flessibilità rende la ricompilazione del kernel in molti casi non necessaria.<br />
'''mkinitcpio''' è sviluppato da Aaron Griffin e Tobias Powalowski con un po' di aiuto dalla comunità.<br />
<br />
===== /etc/modprobe.conf=====<br />
It is unnecessary to configure this file at this time.<br />
<br />
* '''modprobe.conf''' can be used to set special configuration options for the kernel modules<br />
<br />
=====/etc/resolv.conf (per IP statico)=====<br />
Il file /etc/resolv.conf contiene i DNS (Domain Name Server), cioè l'indirizzo IP da contattare per convertire il nome di un sito nel corrispondente indirizzo IP.<br />
Questo file viene sovrascritto di volta in volta dal programma che si occupa della connessione (pppd, NetworkManager, DHCP o altri), ma se si usa una configurazione statica, per esempio in una LAN, si può impostare manualmente uno o più server dns:<br />
nameserver 208.67.222.222 # Server OpenDNS funzionante<br />
nameserver 208.67.220.220 # Server OpenDNS funzionante<br />
<br />
In una LAN con DHCP è possibile specificare i server DNS nel router stesso, e semplicemente inserire nel file resolv.conf l'indirizzo IP del router (che è anche il proprio gateway da /etc/rc.conf), e.g.:<br />
nameserver 192.168.1.1<br />
per fare ciò bisogna anche configurare il proprio client DHCP perchè non chieda i DNS durante la connessione.<br />
<br />
=====/etc/hosts:=====<br />
Aggiungere l'''hostname'' desiderato (quello definito prima in rc.conf) come nel seguente esempio:<br />
127.0.0.1 localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
Questo formato, '''incluso i nomi dei 'localhost'''', è richiesto per la compatibilità del programma.<br />
Per la maggior parte degli utenti il semplice aggiungere il nome dell'''hostname'' alla fine della linea di default funziona, comunque alcuni utenti raccomandano di usare la seguente sintassi:<br />
127.0.0.1 <u>miohostname.miodominio</u> localhost.localdomain localhost <u>miohostname</u><br />
<br />
Se si usa un IP statico, aggiungere una nuova linea <static-ip> hostname.domainname hostname, p. es.<br />
192.168.1.100 miohostname.domain.org miohostname<br />
<br />
<br />
*<font color=&quot;blue&quot;>'''TIP''':</font> È possibile usare degli alias per gli altri host nella propria rete o anche per i siti Internet, per esempio:<br />
64.233.169.103 www.google.com g<br />
192.168.1.90 media<br />
192.168.1.88 data<br />
è possibile in questo modo scrivere semplicemente ''g'' nella barra degli indirizzi del proprio browser per aprire il sito ''www.google.com'', e ''media'' o ''data'' per accedere ai computer nella propria rete senza doversi ricordare i rispettivi indirizzi ip.<br />
<br />
=====/etc/hosts.deny and /etc/hosts.allow=====<br />
Modify these configurations according to your needs if you plan on using the [[SSH|ssh]] daemon. The default configuration will reject all incoming connections, not only ssh connections. Edit your '''/etc/hosts.allow '''file and add the appropriate parameters: <br />
<br />
* let everyone connect to you<br />
sshd: ALL<br />
<br />
* restrict it to a certain ip<br />
sshd: 192.168.0.1<br />
<br />
* OR restrict for an IP range<br />
sshd: 10.0.0.0/255.255.255.0<br />
<br />
If you do not plan on using the [[SSH|ssh]] daemon, leave this file at the default, (empty), for added security.<br />
<br />
=====/etc/locale.gen =====<br />
<br />
Scegliere i ''locale'' che servono, rimuovendo il prefisso '''#''' dalla linea desiderata (scegliere perlomeno lo stesso ''locale'' specificato nel file /etc/rc.conf). Esempio:<br />
en_US ISO-8859-1<br />
en_US.UTF-8<br />
it_IT.UTF-8 UTF-8 <br />
it_IT ISO-8859-1 <br />
it_IT@euro ISO-8859-15<br />
<br />
=====root password===== <br />
Per finire impostare una password per l'utente ''root'' e assicurarsi di ricordarla in futuro.<br />
<br />
===Installare un bootloader===<br />
Il boot loader è un programma che viene avviato dal bios e avvia a sua volta un sistema operativo fra quelli disponibili. Si consiglia [http://www.gnu.org/software/grub/ GNU GRUB] (un'alternativa è [http://lilo.go.dyndns.org/ LILO]. <br />
<br />
====GRUB====<br />
La configurazione di GRUB proposta (/boot/grub/menu.lst) dovrebbe essere sufficiente. La sola cosa che si potrebbe modificare è la risoluzione della console. Aggiungere un vga=<numero> alla prima linea del kernel. Una tavola di corrispondenza tra le risoluzioni e i numeri vga compare nel file menu.lst.<br />
title Arch Linux (Main)<br />
root (hd0,0)<br />
kernel /boot/vmlinuz26 root=/dev/sda1 ro vga=773<br />
initrd /boot/kernel26.img<br />
L'argomento "vga=773" assegna un framebuffer 1024x768 con color depth 256.<br />
<br />
{{Box Note | ''The linux kernel, 'vmlinuz', is so named because it incorporated '''v'''irtual '''m'''emory capability early in its development. The '''z''' denotes a zipped (compressed) image.''}}<br />
<br />
Explanation:<br />
<br />
Line 1: '''title''': A printed menu selection. &quot;Arch Linux (Main)&quot; will be printed on the screen as a menu selection.<br />
<br />
Line 2: '''root''': '''GRUB''''s root; the drive and partition where the kernel (/boot) resides, according to system BIOS. (More accurately, where GRUB's stage2 file resides). '''NOT necessarily the root''' (/) file system, as they can reside on separate partitions. GRUB's numbering scheme starts at 0, and uses an hd''x,x'' format regardless of IDE or SATA, and enclosed within parentheses. <br />
<br />
The example indicates that /boot is on the first partition of the first drive, according to BIOS, or, (hd0,0).<br />
<br />
Line 3: '''kernel''': This line specifies:<br />
<br />
* The path and filename of the kernel '''''relative to GRUB's root'''''.<br />
In the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''vmlinuz26''' is the kernel filename; '''/boot/vmlinuz26'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/vmlinuz26''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
* The root= argument to the kernel statement specifies the partition containing the root (/) directory in the booted system, (more accurately, the partition containing '''/sbin/init'''). If not already specified, you should enter the name of the partition, according to the UUID numbering scheme, using the ''/dev/disk/by-uuid/xxxx-xxxx-xxxx'' format. This UUID was found in the previous section regarding configuration of ''/etc/fstab''.<br />
<br />
*An easy way to distinguish the 2 appearances of 'root' in /boot/grub/menu.lst is to remember that the first root statement ''informs GRUB where the kernel resides'', whereas the second root= kernel argument ''tells the kernel where the root filesystem (/) resides''.<br />
<br />
* Kernel options. <br />
<br />
In our example, '''ro''' mounts the filesystem as read only during startup, and the '''&quot;vga=773&quot;''' argument will give a 1024x768 framebuffer with 256 color depth.<br />
<br />
Line 4: '''initrd''': (For Initial RAM disk) The path and filename of the initial RAM filesystem '''relative to GRUB''''s root. Again, in the example, /boot is merely a directory residing on the same partition as / and '''kernel26.img''' is the initrd filename; '''/boot/kernel26.img'''. ''If /boot were on a separate partition, the path and filename would be simply '''/kernel26.img''', being relative to '''GRUB''''s root.'' <br />
<br />
Install the '''GRUB''' bootloader to the master boot record, (sda in our example).<br />
<br />
=== Riavvio ===<br />
Uscire dall'installazione e digitare reboot.<br />
<br />
Se tutto va bene, il nuovo sistema ArchLinux verrà caricato e al termine comparirà una riga di login (è possibile ora cambiare nel BIOS l'ordine di avvio per avviare dal disco rigido invece che dal CD-ROM).<br />
<br />
'''Congratulazioni, e benvenuti nel sistema base di Arch Linux!'''<br />
<br />
==Parte II: Configurare e aggiornare il sistema==<br />
Il nuovo sistema di base Arch Linux è ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato. A partire da questo elegante set di strumenti sarà possibile costruire il sistema più adatto ai propri scopi.<br />
<br />
Autenticarsi (''login'') con l'account ''root''. Vedremo come configurare la connessione a Internet e come aggiornare il sistema da utente root, poi aggiungeremo un utente normale per l'uso quotidiano del computer.<br />
{{Box Note |Le console virtuali 1-6 sono accessibili.}}<br />
<br />
===Configurare la rete===<br />
Affinchè la connessione a Internet funzioni è necessario che una interfaccia di rete abbia un indirizzo ip, che sia previsto un instradamento predefinito (default gateway) per i pacchetti e che sia previsto un server dei nomi di dominio (DNS) da contattare.<br />
<br />
Per sapere quali interfacce di rete sono attualmente attive:<br />
ifconfig<br />
'''lo''' è un'interfaccia virtuale che non serve per la connessione a Internet. <br />
<br />
Per verificare se il collegamento Internet funziona è possibile "pingare" un sito noto:<br />
ping -c 3 www.google.com<br />
<br />
Se non vengono restituiti errori, allora la rete è correttamente configurata.<br />
<br />
Se invece viene segnalato un errore "unknown host", allora la rete non è configurata. Controllare che siano corretti i settaggi nei seguenti file:<br />
<br />
'''/etc/rc.conf''' # Controllare soprattutto la riga HOSTNAME= e la sezione NETWORKING<br />
<br />
'''/etc/hosts''' # Ricontrollare il formato. (vedi sopra)<br />
<br />
'''/etc/resolv.conf''' # Ricontrollare i DNS se si usa un IP statico (se si usa il DHCP, questo file viene creato e distrutto ogni volta, vedi [[Network]].)<br />
<br />
Istruzioni avanzate per configurare la rete si trovano nell'articolo [[Network]].<br />
<br />
====Rete locale====<br />
Per visualizzare tutte le interfacce di rete presenti nel proprio pc:<br />
ifconfig -a<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete ethernet, dovrebbe comparire un'interfaccia '''eth0'''. Collegare il cavo di rete e passare al paragrafo «Assegnare l'indirizzo IP».<br />
<br />
Se si possiede una scheda di rete wifi, l'interfaccia potrebbe chiamarsi '''eth1''', '''wlan0''', '''ath0''' o altro a seconda del driver e del chip usati. Prima di assegnare un indirizzo a questa interfaccia di rete è necessario associare il proprio computer alla rete wifi desiderata.<br />
* Assicurarsi che la scheda wireless sia riconosciuta e accesa (i portatili hanno un apposito interruttore per spegnerla e risparmiare batteria); per avere un riscontro:<br />
iwconfig<br />
se di fianco al nome dell'interfaccia compare scritto "radio off", allora il dispositivo è spento. Se non compare nessuna interfaccia, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
* Specificare i parametri per associare il proprio pc alla rete wireless:<br />
# iwconfig <u>ath0</u> essid <u>MiaReteWireless</u> mode managed key <u>0241baf34c</u><br />
la chiave (key) si riferisce alla chiave wep in formato esadecimale (per usare il formato alfanumerico, anteporre '''s:''' alla chiave). Per l'autenticazione WPA, consultare la [[WPA_Supplicant|relativa guida]]. Se la rete non usa alcuna protezione, omettere il parametro key. Per approfondimenti, consultare la guida [[Configurazione Wireless]].<br />
{{Note|In alcuni si rende necessario attivare l'interfaccia prima di associare il pc alla rete:<br />
#ifconfig <u>ath0</u> up<br />
}}<br />
=====Assegnare l'indirizzo IP=====<br />
======IP statico======<br />
Se si possiede una rete casalinga con router, in genere conviene disabilitarne il server dhcp e assegnare degli indirizzi IP statici ai computer in questo modo:<br />
ifconfig <u>interfaccia</u> <u>indirizzo_IP</u> netmask <u>maschera_di_sottorete</u><br />
Per scegliere l'indirizzo_IP bisogna sapere quale indirizzo IP è preimpostato nel router e che maschera di sottorete usa (in genere è scritto nel suo manuale). Se per esempio il router usa l'indirizzo 192.168.1.1 e la maschera di sottorete predefinita è 255.255.255.0, allora per i computer della rete si potranno scegliere indirizzi del tipo 192.168.1.<u>X</u>, con X scelto a piacere nell'intervallo da 2 a 254. La maschera di sottorete deve coincidere con quella usata dal router.<br />
<br />
Per raggiungere Internet, i dati inviati dal computer devono ovviamente passare per il router, cioè l'instradamento predefinito dei pacchetti è verso l'indirizzo IP del router, che assume la funzione di "default gateway":<br />
route add default gw <u>indirizzo_IP_del_router</u><br />
Controllare se /etc/resolv.conf contiene il server dns e aggiungerlo se manca. <br />
Controllare di nuovo la rete con ping -c 3 www.google.it. Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING ->IP statico).<br />
<br />
======IP dinamico======<br />
Se la rete a cui ci si vuole connettere dispone di un server DHCP per l'assegnamento dinamico degli IP, provare:<br />
dhcpcd eth0<br />
Se si desidera avviare questa connessione all'avvio del sistema, adattare /etc/rc.conf come descritto nella sezione 2.9.2 (NETWORKING -> IP dinamico).<br />
<br />
====Modem analogico====<br />
Per poter usare un modem Hayes-compatibile, esterno, analogico, bisogna aver installato almeno il pacchetto ppp. Modificare il file /etc/ppp/options per adattarlo alle proprie esigenze e seguendo la pagina man di pppd (''man pppd''). Bisogna definire uno script di chat per fornire username e password all'ISP una volta stabilita la connessione iniziale. Le pagine man di pppd e chat forniscono esempi che dovrebbero essere sufficienti per stabilire una connessione funzionante se si ha abbastanza esperienza o perseveranza. Con udev, le porte seriali in genere sono /dev/tts/0 and /dev/tts/1.<br />
Leggere il suggerimento [[Dialup without a dialer HOWTO]]<br />
<br />
Invece di combattere con lo spartano pppd, si può scegliere di installare wvdial o uno strumento simile che semplifichi considerevolmente il processo di configurazione. Nel caso si usi un cosidetto WinModem, che è sostanzialmente una scheda interna PCI che che lascia al driver tutto il lavoro di ''mo''dulazione/''dem''odulazione, ci si può soffermare sull'ampia documentazione nella pagina principale di [http://www.linmodems.org/ LinModem].<br />
<br />
====ISDN====<br />
<br />
La configurazione dell'ISDN è fatta in tre fasi:<br />
# Installare e configurare l'hardware<br />
# Installare e configurare le utilità ISDN<br />
# Aggiungere le impostazioni per il proprio ISP <br />
<br />
Il kernel di Arch include i moduli per la maggior parte degli apparecchi ISDN. Dopo aver installato fisicamente la scheda ISDN sulla macchina oppure collegato il box ISDN alla porta USB, si cercherà di caricare i moduli con modprobe. Quasi tutte le schede ISDN PCI passive sono gestite dal modulo isax che richiede due parametri; "type" e "protocol". Il protocollo dev'essere impostato a '1' se il proprio paese usa lo standard TR6, '2' se usa EuroISDN (EDSS1), '3' se si è agganciati ad una cosiddetta leased-line senza canale Delta, e '4' per US NI1.<br />
<br />
I dettagli di tutte queste impostazioni e su come definirle sono inclusi nei sorgenti del kernel, subdirectory «Documentation/isdn», oppure sono [http://git.kernel.org/?p=linux/kernel/git/stable/linux-2.6-stable.git;a=tree;f=Documentation/isdn;hb=HEAD disponibili online]. Il parametro type dipende dalla scheda; una lista di tutti i possibili tipi si trova nel file README.HiSax. Scegliere la propria scheda e caricare il modulo con le opzioni appropriate in questo modo:<br />
<br />
modprobe hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
L'esempio carica il modulo ''hisax'' per «ELSA Quickstep 1000PCI», che in Germania è usato col protocollo EDSS1. Si può trovare un utile rapporto di debug nel file ''/var/log/everything.log'' nel quale si vede come la scheda viene preparata per il funzionamento. Notare che probabilmente sarà necessario caricare alcuni moduli usb prima di poter utilizzare un adattatore USB ISDN esterno.<br />
<br />
Verificato che la scheda funziona con determinate impostazioni, aggiungere le opzioni del modulo a /etc/modprobe.conf:<br />
<br />
alias ippp0 hisax<br />
options hisax type=18 protocol=2<br />
<br />
Alternativamente, si può aggiungere qui solo la linea delle opzioni, e aggiungere hisax all'array MODULES in rc.conf. Questa è una scelta personale, ma questo esempio ha il vantaggio che il modulo non verrà caricato finché non ce ne sarà veramente bisogno.<br />
<br />
Fatto questo, si dovrebbe avere un hardware funzionante e supportato. Ora servono i programmi essenziali per poterlo usare effettivamente!<br />
<br />
Installare il pacchetto isdn4k-utils e leggere la pagina man di isdnctrl per iniziare. Proseguendo nella pagina man si troveranno spiegazioni su come creare un file di configurazione che può essere analizzato da isdnctrl, così come alcuni utili esempi di configurazione. Notare che se si usa US NI1 bisogna aggiungere il proprio SPID all'impostazione dell'MSN separato da due punti.<br />
<br />
Dopo aver configurato la scheda ISDN con l'utilità isdnctrl, si dovrebbe essere in grado di collegarsi al numero di telefono specificato nel parametro PHONE_OUT, senza però riuscire nell'autenticazione con nome utente e password. Per far questo è necessario aggiungere nome utente e password a /etc/ppp/pap-secrets o /etc/ppp/chap-secrets, a seconda del protocollo usato dal proprio ISP per l'autenticazione, come se si dovesse configurare una normale connessione analogica PPP. Nel dubbio inserire i dati in entrambi i file.<br />
<br />
Se tutto è configurato correttamente, si dovrebbe essere in grado di stabilire una connessione dial-up con<br />
isdnctrl dial ippp0<br />
come utente root. Se ci sono problemi controllare i file di log!<br />
<br />
====DSL (PPPoE)====<br />
<br />
Queste istruzioni valgono solo se dovrà essere il proprio PC a controllare la connessione all'ISP.<br />
<br />
Collegare con un [http://it.wikipedia.org/wiki/RJ-45 cavo RJ-45] la propria scheda di rete ethernet al modem DSL. Installare il pacchetto ''rp-pppoe'' ed eseguire lo script <code>pppoe-setup</code> per configurare la connessione. Una volta inseriti tutti i dati richiesti, ci si può connettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl start<br />
<br />
e disconnettere con<br />
<br />
/etc/rc.d/adsl stop<br />
<br />
La configurazione è generalmente piuttosto facile e lineare, però si possono leggere le pagine man per avere suggerimenti. Per connettersi automaticamente all'avvio aggiungere adsl alla lista DAEMONS nel file /etc/rc.conf.<br />
<br />
===La gestione dei pacchetti software===<br />
Il programma che gestisce i pacchetti software di Arch Linux si chiama [[Pacman]]. Pacman è veloce, semplice ed estremamente potente, permette l'installazione, la disinstallazione, il ripristino di versioni precedenti dei pacchetti (attraverso la cache), il trattamento dei pacchetti autocompilati, la risoluzione automatica delle dipendenze, ricerche da remoto e in locale, e molto altro. <br />
Pacman scarica ed installa i pacchetti dei programmi da repository remoti.<br />
<br />
Pacman è la più importante tra le applicazioni di Arch Linux per la costruzione del sistema più adatto alle proprie esigenze.<br />
<br />
=====Configurazione di pacman=====<br />
Il file di configurazione di pacman ''/etc/pacman.conf'' è diviso in due sezioni: GENERAL OPTIONS e REPOSITORIES. La sezione GENERAL OPTIONS definisce le opzioni globali. Nella sezione REPOSITORIES, ogni sottosezione definisce un repository che pacman può utilizzare quando cerca dei pacchetti. Esempio:<br />
<br />
#[testing]<br />
#Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[core]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[extra]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
[community]<br />
# Add your preferred servers here, they will be used first<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
Il repository [testing] è un repository "di transizione" per quelle versioni di software da cui ci si aspetta problemi (da una nuova versione che introduce nuove caratteristiche ci si aspetta più problemi rispetto a una versione contenente solo bug fix) e andrebbe usato soltanto da utenti esperti che vogliono contribuire alla risoluzione dei bug, in quanto facilmente ci si potrebbe ritrovare con un sistema non funzionante. Dopo essere stato testato a sufficienza, un pacchetto in [testing] passa in [core] o [extra].<br />
<br />
Il repository [core] contiene i pacchetti di base del sistema (gli stessi che si trovano nel supporto di installazione CORE), mentre il repository [extra] contiene software non indispensabile ma comunque utile alla maggior parte degli utenti, come il server X, KDE, Apache e altro. I repository [core] ed [extra] sono gestiti dagli sviluppatori di Arch.<br />
<br />
Il repository [community] è gestito dalla comunità e offre molte utili applicazioni che non si trovano in [core] e [extra], quindi si consiglia di abilitarlo (rimuovere # dall'inizio delle righe "Include = /etc/pacman.d/mirrorlist" e "[community]").<br />
<br />
=====I server mirror per i repository=====<br />
<br />
La lista dei server mirror (cioè con lo stesso contenuto, così se il primo non funziona si tenta col secondo e via di seguito) per i pacchetti software si trova nel file /etc/pacman.d/mirrorlist.<br />
<br />
Quindi, se non è stato fatto durante l'installazione, modificare il file in /etc/pacman.d/mirrorlist spostando in alto le righe relative ai mirrors più vicini. Mirror più veloci migliorano notevolmente le performance di Pacman. Si può tornare a modificare questo file di configurazione in qualsiasi momento, sperimentando vari mirror.<br />
<br />
Un'alternativa per ordinare automaticamente i mirrors in base alla loro velocità è lo script "rankmirrors" (richiede che il pacchetto python sia già installato), fornito con il pacchetto pacman più recente, da eseguire ovviamente come root:<br />
# rankmirrors /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
<br />
====Aggiornare il sistema con pacman==== <br />
Per aggiornare all'ultima versione disponibile tutti i pacchetti installati nel proprio sistema:<br />
<code>pacman -Syu</code><br />
L'opzione -S (--sync) indica che si vuole installare qualcosa (sincronizzare i pacchetti, nella terminologia di Arch), -y (--refresh) impone un aggiornamento della lista dei pacchetti disponibili nei repository, -u (--sysupgrade) indica che tutti i pacchetti installati saranno aggiornati alle versioni presenti nei repository.<br />
{{Box Note|potrebbe venire proposto di aggiornare pacman in primo luogo. Nel caso, rispondere "yes" e una volta finito ridare il comando <code>pacman -Syu</code>.}}<br />
<br />
{{Warning | Se il kernel viene sottoposto ad un importante aggiornamento, i moduli del kernel aggiunti in seguito, come ''nvidia'' (trattato dopo nella guida), saranno inutilizzabili. Dovranno essere disinstallati e reinstallati sul nuovo kernel. Dopo l'installazione sarà necessario un riavvio del sistema.}}<br />
<br />
====La bellezza di una distribuzione rolling release====<br />
Tenere presente che Arch è una distribuzione '''rolling release'''. Questo significa che non c'è necessità di eseguire la reinstallazione del sistema per aggiornarlo ad una versione più recente. Dare periodicamente il comando <code>pacman -Syu</code> mantiene aggiornato il sistema alla versione più recente.<br />
<br />
====Familiarizzare con pacman====<br />
Pacman è il miglior amico dell'utente Arch. È fortemente raccomandato studiarne i comandi e poi provarli. Vedere:<br />
<code>man pacman</code><br />
Per ulteriori informazioni consultare la guida [[pacman]].<br />
<br />
===Aggiungere un utente e impostare i gruppi===<br />
Non si dovrebbe fare il lavoro quotidiano (navigare in Internet, scrivere una e-mail, ascoltare musica, ecc.) con l'account di root, perchè è un rischio per la sicurezza del sistema. Utilizzarlo solo per modifiche al sistema (aggiornamenti, installazioni, configurazioni).<br />
<br />
Aggiungere invece un account utente con:<br />
<code>adduser</code><br />
Le opzioni di default possono essere usate tranquillamente; quando richiesto, aggiungere i seguenti gruppi supplementari (utili specialmente se si ha intenzione di installare un ambiente Desktop completo):<br />
<br />
*'''audio''' - per processi che riguardano la scheda audio e il software relativo<br />
*'''floppy''' - per accedere al floppy<br />
*'''lp''' - per gestire i processi di stampa<br />
*'''optical''' - per gestire i drive ottici e masterizzare<br />
*'''storage''' - per gestire i dispositivi di archiviazione<br />
*'''video''' - per gestire il video ed usare l'accelerazione 3d<br />
*'''wheel''' - per usare sudo/su<br />
<br />
... <br />
Initial group [ users ]: <br />
<br />
Additional groups (comma separated) []: audio,floppy,lp,optical,storage,video,wheel<br />
...<br />
<br />
I gruppi (e gli utenti che ne fanno parte) sono definiti in /etc/group.<br />
<br />
Consultare [http://wiki.archlinux.org/index.php/Groups_%28Italiano%29 Groups] per sapere quali sono i gruppi dei quali bisogna essere membri.<br />
<br />
I manuali di usermod e gpasswd forniscono ulteriori informazioni.<br />
<br />
===Installare ed impostare Sudo (Optional)===<br />
<br />
Sudo è un sistema che permette a un utente di lanciare un comando usando le credenziali di un altro utente; per esempio un utente normale può modificare un file di configurazione di sistema senza loggarsi come root e senza conoscerne la password, basta che l'amministratore del sistema lo abbia abilitato a fare ciò. Per usare questo sistema basta anteporre il comando '''sudo''' al comando che si vuole lanciare.<br />
<br />
Per Installare Sudo:<br />
# <code>pacman -S sudo</code><br />
Per aggiungere un utente ai sudo user (sudoer) usare il comando visudo che deve essere impartito da root.<br />
# EDITOR=nano visudo<br />
Questo comando aprirà il file /etc/sudoers in una sessione dell'editor ''nano'' (è possibile cambiare nano con vi tramite la variabile d'ambiente EDITOR). Visudo copia il file da modificare in un file temporaneo, editarlo con un editor, e successivamente esegue un controllo "sanity check". Se passa, il file temporaneo sovrascrive l' originale con i permessi corretti. <br />
<br />
{{warning|Non modificare /etc/sudoers direttamente con un editor; Errori nelle sinstassi possono causare problemi (come rendere l'account di root inutilizzabile). È necessario utilizzare il comando ''visudo'' per modificare il file /etc/sudoers}}<br />
<br />
Per dare all'utente pieni privilegi usando "sudo" prima di un comando, aggiungere la riga seguente:<br />
USER_NAME ALL=(ALL) ALL<br />
dove USER_NAME è il nome utente dell'individuo.<br />
<br />
Per maggiori info consultare la guida a [http://wiki.archlinux.org/index.php/Sudo_%28Italiano%29 sudo].<br />
<br />
==Parte III: Installare X e configurare ALSA==<br />
<br />
<br />
===Configurare l'audio con alsamixer===<br />
ALSA (Advanced Linux Sound Architecture) è il progetto che fornisce i driver per le schede audio (sottoforma di moduli del kernel), una libreria per interagire più facilmente con i driver, utile per alcuni programmi, e le utilità per permettere agli utenti di configurare l'audio da riga di comando. ALSA sostituisce l'obsoleto OSS(Open Sound System).<br />
<br />
Installare il pacchetto alsa-utils:<br />
<code>pacman -S alsa-utils</code><br />
<br />
poi configurare la scheda audio con<br />
alsaconf<br />
<br />
e usare alsamixer per regolare i volumi.<br />
alsamixer<br />
<br />
La scheda audio dovrebbe essere già funzionante ma non si sentirà alcun suono perché i volumi sono muti di default.<br />
Attivare il volume almeno del Master e del canale PCM muovendosi con le frecce di direzione sinistra/destra e premendo '''M'''. Incrementare o diminuire il livello dei volumi con le frecce di direzione sopra/sotto. (70-90 dovrebbe essere un livello ottimale). Uscire da alsamixer premendo ESC. <br />
<br />
Per non perdere al riavvio i settaggi appena effettuati dare i comando<br />
alsactl store<br />
<br />
e aggiungere alsa alla sezione DAEMONS in /etc/rc.conf.<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond '''alsa''')<br />
<br />
Se non è stato già fatto durante la creazione dell' utente, aggiungerlo al gruppo audio con<br />
gpasswd -a <user> audio<br />
<br />
===Il Server grafico ===<br />
X.org è l'implementazione di riferimento dell'X Window System (o X11, o solo X) e fornisce l'ambiente e i componenti di base per le interfacce grafiche, ovvero il disegno e lo spostamento di elementi sullo schermo (dispositivo di output) e l'interazione con il mouse e la tastiera (dispositivi di input).<br />
====Installazione====<br />
Installare il gruppo di pacchetti base di Xorg è il primo passo per costruire un ambiente grafico (GUI, Graphical User Interface):<br />
<br />
# pacman -S xorg<br />
<br />
Si dovrebbe ottenere un server X funzionante con il driver video generico VESA (più avanti nella guida verrà installato un driver video specifico). <br />
{{Warning| X.org usa Hal per avere informazioni sull'hardware in uso, ma se Hal non è avviato, X.org va in crash e non permette nemmeno di usare la tastiera per terminare la sessione. Perciò bisogna aggiungere ''hal'' in coda alla lista DAEMONS nel /etc/rc.conf, o in alternativa bisogna dare il comando «/etc/rc.d/hal start» prima di avviare il server X.org}}<br />
<br />
<br />
{{Note|Se si possiede un portatile dotato di touchpad Synaptics, Alps o compatibili, si raccomanda di installare anche il pacchetto ''xf86-input-synaptics''.}}<br />
<br />
====Testare il corretto funzionamento====<br />
Per testare velocemente la propria configurazione si può lanciare Xterm, un emulatore di terminale molto semplice che gira nell'ambiente X Server.<br />
<br />
Avviare Xterm all'interno del server X come utente normale:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
Si dovrebbe avere una sessione di xterm aperta. Si può terminare il server X (e tutti i programmi in esecuzione al suo interno, in questo caso solo xterm) con Ctrl+Alt+Backspace, o si può uscire dall'xterm digitando "exit" e a quel punto il server terminerà automaticamente perchè non ha più client da servire. Se si hanno problemi nell'avviare X, si possono cercare gli errori nel file /var/log/Xorg.0.log e nei messaggi sulla consolle da cui è stato avviato X.<br />
<br />
====Configurazione del server grafico====<br />
Xorg è in grado di riconoscere correttamente la maggior parte di schede grafiche, impostazioni dei monitor, mouse, tastiere, touchpad ecc. Ci sono casi in cui però l'autoconfigurazione fallisce o non è ottimale, e casi in cui si desiderano configurazioni particolari, come una certa larghezza dell'area di scrolling in un touchpad, o un'opzione particolare per la scheda video.<br />
<br />
La configurazione del server grafico Xorg avviene tutta nel file di testo semplice /etc/X11/xorg.conf. Esso è un comune file di testo ordinato in sezioni e sottosezioni, quelle più importanti sono le sezioni ''Files, InputDevice, Monitor, Modes, Screen, Device, e ServerLayout''. Le sezioni possono comparire in qualsiasi ordine e potrebbero essercene più di una per ogni tipo (ad esempio se avete più di un monitor, come un LCD e un videoproiettore che avranno diverse impostazioni di risoluzione, refresh, ecc.. avrete più sezioni "Monitor")<br />
<br />
*Per generare un file di configurazione usando Xorg eseguire:<br />
Xorg -configure<br />
Che crea il file /root/xorg.conf. Spostare il file di configurazione generato nella posizione appropriata:<br />
mv /root/xorg.conf.new /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
*Un altro metodo per generare un file xorg.conf senza metterci le mani sopra è quello di servirsi dell'utilità di tpowa:<br />
hwd -xa<br />
hwd (per vedere le diverse opzioni)<br />
<br />
ATI e Nvidia inoltre hanno strumenti che elaborano il file xorg.conf per configurare i loro driver proprietari(vedi sotto).<br />
<br />
Tuttavia si dovrebbe avere dimestichezza nel modificare a mano il file di configurazione, per risolvere inconvenienti di tanto in tanto:<br />
<br />
nano /etc/X11/xorg.conf<br />
<br />
====Installare un driver video specifico====<br />
Una volta testato il buon funzionamento di base del server X, è possibile aggiungere il driver per la propria scheda grafica (e.g. xf86-video-<nome>). Per avere una lista completa dei driver video '''open-source''' digitare:<br />
<code>pacman -Ss xf86-video | less</code><br />
Se non si conosce la scheda grafica in uso eseguire<br />
lspci | grep VGA<br />
<br />
* Notare che il driver '''vesa''' è il più generico, e dovrebbe essere compatibile con quasi tutti i moderni chipset video. Se non si riesce a trovare un driver adatto per il proprio chipset video, vesa '''dovrebbe''' funzionare.<br />
<br />
*Se si ha una scheda video nVIDIA o ATI, si può voler installare il driver proprietario nVIDIA o ATI come spiegato più avanti''' in "Usare i driver proprietari della scheda grafica (Nvidia, Ati)"<br />
<br />
Installare il driver video appropriato per la propria scheda video. Ad esempio, per il chipset intel 810:<br />
<code>pacman -S xf86-video-i810</code><br />
<br />
Editare il file /etc/X11/xorg.conf per specificare i propri driver video. e.g.:<br />
Section "Device"<br />
Driver "i810"<br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
=====Installare un driver video proprietario (Nvidia, Ati)=====<br />
nVidia e ATI offrono dei driver closed source per le proprie schede video. Si potrebbero voler utilizzare i drivers proprietari nVIDIA or ATI. <br />
======Scheda grafica Nvidia======<br />
I driver nVIDIA proprietari sono attualmente gli unici a supportare l'accelerazione 3d e tutte le funzionalità che ci si aspetta per le schede Nvidia (il progetto libero Nouveau sta cercando di ottenere un driver open source analogo).<br />
<br />
Prima di configurare la scheda grafica bisogna sapere quali sono i driver adatti. Arch ha attualmente 3 diversi driver ognuno dei quali è adatto a un certo sottogruppo di schede:<br />
<br />
# '''nvidia-96xx''' (e nvidia-96xx-utils) ''supporta debolmente le schede più nuove fino alla GF 4''<br />
# '''nvidia-173xx''' (e nvidia-173xx-utils) ''supporta le schede della serie Geforce FX''<br />
# '''nvidia''' (e nvidia-utils) ''supporta solo le GPU più nuove, successive alle GF FX''<br />
<br />
{{Box Note| La serie di driver Nvidia-71xx, richiesti per schede molto vecchie come le TNT e TNT2, sono stati rimossi dai repository poichè non compatibili con le nuove versioni di Xorg che vengono utilizzate su Arch, e il loro sviluppo è stato interrotto da parte di Nvidia. In caso abbiate una di queste vecchie schede, dovreste usare i driver '''xf86-video-nv''' or '''xf86-video-vesa''' o in alternativa, regalarvi una scheda video più moderna.}}<br />
{{Box Note| Altri soffrono degli stessi problemi sopra descritti per la serie 71xx (riguardo a incompatibilità con Xorg) anche con i driver 96xx.}}<br />
Consultare l'homepage di nVidia per vedere quella che va bene. La differenza è solo per l'intallazione, mentre la configurazione è la stessa per tutti i driver.<br />
<br />
Installare i driver nvidia appropriati, p. es.:<br />
<code>pacman -S nvidia nvidia-utils</code><br />
<br />
A questo punto, ci sono 2 modi di procedere.<br />
<br />
*'''1.''' Lasciar fare tutto all'utility nvidia-xconfig:<br />
# nvidia-xconfig<br />
Nel file /etc/X11/xorg.conf viene modificata la <code>Section "Device"</code> per far figurare al suo interno il <code>Driver "nvidia"</code>, più altre modifiche necessarie. Se non esiste il /etc/X11/xorg.conf, ne viene creato uno minimale.<br />
<br />
Ci sono anche diverse opzioni che specificano configurazioni particolari del server Xorg.<br />
Per esempio:<br />
nvidia-xconfig --composite --add-argb-glx-visuals<br />
<br />
Per informazioni più dettagliate, vedere la pagina di manuale nvidia-xconfig(1).<br />
<br />
*'''2.''' Modificare a mano il file /etc/X11/xorg.conf (se non è presente bisogna crearlo) per aggiustare la sezione <code>Section "Device"</code> cambiando Driver "<vecchionomedriver>" con Driver "nvidia".<br />
Section "Device"<br />
Driver "<u>nvidia</u>" <br />
...<br />
EndSection<br />
<br />
Alcune opzioni utili nella sezione device sono (attenzione, potrebbero non funzionare sul sistema in uso):<br />
Option "RenderAccel" "true"<br />
Option "NoLogo" "true" #evita di visualizzare il logo a ogni avvio<br />
Option "AGPFastWrite" "true"<br />
Option "EnablePageFlip" "true"<br />
<br />
Nella sezione "Modules", aggiungere glx:<br />
Section "Module"<br />
Load "glx"<br />
...<br />
EndSection<br />
Ricontrollare /etc/X11/xorg.conf per essere sicuri che i valori di default depth, horizontal refresh, vertical refresh e resolutions siano accettabili.<br />
<br />
Testare la configurazione avviando un xterm:<br />
startx /usr/bin/xterm<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione Nvidia si trovano nell'articolo [[NVIDIA]].<br />
<br />
======Schede grafiche ATI======<br />
I possessori di schede ATI possono usare i driver liberi "radeon" oppure i driver proprietari "fglrx" Catalyst. Se si è indecisi su quale usare si consiglia di provare prima quello open source, che soddisfa la maggior parte delle esigenze oltre a essere generalmente meno problematico. Se però si possiede una scheda ATI di ultima generazione, è probabile che i driver liberi non la supportino ancora.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''proprietario''' con<br />
pacman -S catalyst catalyst-utils<br />
<br />
Usare lo strumento di utilità aticonfig per modificare il file /etc/X11/xorg.conf. Aggiungere quindi fglrx alla riga MODULES in /etc/rc.conf.<br />
<br />
Installare il driver ATI '''open-source''' con<br />
pacman -S xf86-video-ati<br />
Installare anche il pacchetto libgl-dri se si vuole abilitare l'accelerazione 3d.<br />
<br />
Modificare poi il file /etc/X11/xorg.conf nella sezione "Device" inserendo come Driver "radeon".<br />
Inserire radeon anche nella sezione MODULES del file /etc/rc.conf.<br />
<br />
Attualmente il driver open source non ha lo stesso livello di prestazioni di quello proprietario. Inoltre non ha il TV-out, il supporto per i DVI dual-link, e probabilmente altre caratteristiche. In compenso ha un miglior supporto per il dual-head.<br />
<br />
Istruzioni avanzate per la configurazione delle schede ATI si trovano nell' [[ATI | articolo su ATI]].<br />
<br />
==Parte IV: Installare e configurare un ambiente Desktop==<br />
Esistono diversi progetti software in grado di fornire un completo ambiente Desktop per il personal computer, il migliore in assoluto non esiste. Di seguito un breve elenco dei più conosciuti:<br />
* Se si cerca qualcosa di completo e simile a Windows e Mac OSX, '''KDE''' è una buona scelta.<br />
* Se si cerca qualcosa più minimale, che segue il pincipio K.I.S.S. più da vicino, è meglio '''GNOME'''.<br />
* Se si ha una vecchia macchina o si cerca qualcolsa di più leggero, una buona soluzione è '''xfce4''' poichè dà ancora un ambiente desktop completo.<br />
* Se la bassa potenza della macchina costringe a scendere a compromessi, '''openbox''', '''fluxbox''' o '''fvwm2''' può essere quello giusto (per non parlare di tutti gli altri window manager leggeri come '''icewm''', '''windowmaker''' e '''twm'''). <br />
* Se si ha in mente qualcosa di completamente differente provare '''ion''', '''wmii''' o '''dwm'''.<br />
<br />
===Installare i font===<br />
Conviene installare in anticipo alcuni font, per esempio Dejavu e bitstream-vera e i font microsoft (utili per alcuni siti web):<br />
pacman -S ttf-ms-fonts ttf-dejavu ttf-bitstream-vera<br />
<br />
===Gnome===<br />
The '''G'''NU '''N'''etwork '''O'''bject '''M'''odel '''E'''nvironment. Il progetto GNOME prevede due cose: l'ambiente desktop GNOME, intuitivo e attraente, e la piattaforma di sviluppo GNOME, un'architettura estesa per la creazione di applicazioni da integrare nel resto del desktop.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Installare l'ambiente GNOME con:<br />
pacman -S gnome<br />
In più, è possibile installare gli extra:<br />
pacman -S gnome-extra<br />
Si può installare tranquillamente tutti i pacchetti proposti.<br />
<br />
Assicurarsi di avere i demoni '''hal''' e '''fam''' in /etc/rc.conf nella sezione DAEMONS, così partiranno automaticamente all' avvio del sistema:<br />
nano /etc/rc.conf<br />
<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''hal fam''')<br />
<br />
====Avviare GNOME====<br />
<br />
=====Login grafico=====<br />
Se si desidera fare il login grafico, installare '''gdm''' (GNOME Display Manager) con:<br />
pacman -S gdm<br />
Aggiungere quindi lo script '''gdm''' alla lista DAEMONS in /etc/rc.conf:<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''gdm''')<br />
<br />
=====Login da terminale=====<br />
Se si preferisce loggarsi in console e far partire GNOME manualmente come da 'tradizione Slackware', modificare /home/username/.xinitrc per utilizzare GNOME:<br />
<br />
nano ~/.xinitrc<br />
<br />
Decommentare la linea 'exec gnome-session' in modo che somigli a qualcosa di simile:<br />
<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
#exec xterm<br />
#exec wmaker<br />
# exec startkde<br />
exec gnome-session<br />
# exec icewm<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
<br />
Se il file ~/.xinitrc non esiste, bisogna crearlo e inserirvi le informazioni indicate qui sopra. Tenere ben presente che si deve avere '''solo una''' linea decommentata nel file ~/.xinitrc.<br />
<br />
Passare all'utente normale:<br />
su USERNAME<br />
<br />
e provare con:<br />
startx<br />
<br />
Sarebbe opportuno installare anche un terminale e un editor di testo. Tra le possibili scelte si segnalano gnome-terminal e geany:<br />
pacman -S geany gnome-terminal<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Gnome si trovano nell'articolo [[GNOME (Italiano)|Gnome]].<br />
<br />
<br />
<br />
===KDE===<br />
====Generalità su KDE====<br />
The '''K''' '''D'''esktop '''E'''nvironment. KDE è un potente ambiente grafico Free Software per sistemi GNU/Linux e Unix. Unisce facilità d'uso, funzionalità e grafica straordinaria con la superiorità tecnologica dei sistemi operativi UNIX-like.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Arch propone diverse versioni di kde: '''kde, kdebase, e KDEmod'''. Scegliere '''una''' delle seguenti e proseguire con '''"Useful KDE DAEMONS"''':<br />
<br />
'''1.)''' Il pacchetto '''kde''' è il pacchetto KDE4 vanilla completo, ~300MB.<br />
pacman -S kde<br />
'''2.)''' Il pacchetto '''kdebase''' è una versione più snella con meno applicazioni, ~80MB.<br />
pacman -S kdebase<br />
'''3.)''' Infine, '''KDEmod''' (ovvero [http://kdemod.ath.cx/ The Chakra Project]) è un sistema esclusivo di Arch Linux tenuto dalla comunità, modificato per avere grandi prestazioni e modularità. KDEmod è estremamente veloce, leggero e reattivo, con tema gradevole e personalizzabile. Viene installato KDE4, ma è possibile in alternativa installare KDE3.<br />
<br />
Per installare KDEmod:<br />
<br />
<br />
*1. Per prima cosa rimuovere KDE core e Qt, se presenti, in quanto KDEmod va in conflitto con il KDE dei repo ufficiali:<br />
pacman -Rd kde qt<br />
I programmi come Amarok o Ktorrent, e le librerie come pyqt o poppler-qt possono rimanere. <br />
*2. Modificare il proprio /etc/pacman.conf per abilitare il repository [community] (necessario per alcuni pacchetti) ed aggiungere il repo [kdemod-core] più, se lo si desidera, il repo [kdemod-extragear] contenente versioni stabili di software aggiuntivo, oppure il repo [kdemod-playground] per testare software instabile (che potrebbe rovinare il proprio sistema):<br />
nano /etc/pacman.conf<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-core]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/core/i686<br />
[kdemod-extragear]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/extragear/i686<br />
[kdemod-playground]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/playground/i686<br />
Per Arch 64bit è sufficiente sostituire '''i686''' con '''x86_64''' nelle righe precedenti. Verrà installato KDE4.<br />
<br />
Se si preferisce KDE3, usare invece:<br />
Per Arch 32bit:<br />
[community]<br />
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist<br />
[kdemod-legacy]<br />
Server = ftp://88.198.207.46/kdemod/legacy/i686<br />
Per Arch 64bit, sostituire '''i686''' con '''x86_64'''.<br />
<br />
<br />
*3. Aggiornare il sistema con pacman -Syu. Adesso è possibile scegliere tra kdemod, l'ambiente grafico di base da ~340MB; e kdemod-complete, l'ambiente grafico completo da ~620MB:<br />
pacman -S kdemod<br />
pacman -S kdemod-complete<br />
Se si riscontrano errori o conflitti, potrebbe essere colpa di qualche vecchio pacchetto di KDE o Qt. Controllare l'output di pacman.<br />
<br />
*4. Installare la propria localizzazione e altra roba. Per vedere una lista delle localizzazioni disponibili: pacman -Ss kdemod-kde-l10n. Per vedere il contenuto completo del repository: pacman -Sl kdemod-core. Per installare un modulo completo di KDE (per es. PIM): pacman -S kdemod-kdepim. Altri moduli sono kdemod-kdetoys, kdemod-kdegames, eccetera.<br />
<br />
<br />
Modificare la propria sezione DAEMONS nell' /etc/rc.conf:<br />
nano /etc/rc.conf<br />
Aggiungere '''hal''' e '''fam''' alla sezione DAEMONS, per farli partire al boot. Se si preferisce un login grafico, aggiungere anche '''kdm''' alla lista: <br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa '''hal fam''')<br />
<br />
====Avviare KDE====<br />
<br />
=====Login grafico=====<br />
Se si desidera fare il login grafico, installare '''kdm''' (K Display Manager) con:<br />
pacman -S kdm<br />
Aggiungere quindi lo script '''kdm''' alla lista DAEMONS in /etc/rc.conf:<br />
DAEMONS=(syslog-ng network crond alsa hal fam '''kdm''')<br />
<br />
=====Login da terminale=====<br />
Se si preferisce loggarsi in console e far partire KDE manualmente come da 'tradizione Slackware', modificare /home/username/.xinitrc, il quale controlla cosa succede quando si da il comando 'startx'.<br />
<br />
nano ~/.xinitrc<br />
<br />
Decommentate la riga 'exec startkde' così da far apparire una cosa simile a questa:<br />
#!/bin/sh<br />
#<br />
# ~/.xinitrc<br />
#<br />
# Executed by startx (run your window manager from here)<br />
#<br />
#exec xterm<br />
#exec wmaker<br />
exec startkde<br />
# exec gnome-session<br />
# exec icewm<br />
# exec blackbox<br />
# exec fluxbox<br />
Se non avete un file ~/.xinitrc, semplicemente createne uno con le informazioni qua sopra. Ricordate, dovete avere solo '''una''' riga decommentata nel vostro ~/.xinitrc.<br />
<br />
Tornate al vostro utente normale:<br />
su username<br />
Adesso provate a far partire il server X:<br />
startx<br />
<br />
Congratulazioni! Benvenuti nel vostro Kde Desktop Environment e al vostro nuovo sistema Arch Linux! Potreste continuare il discorso guardando i [[Post Installation Tips]] o il resto delle informazioni qua sotto.<br />
<br />
Istruzioni avanzate su come installare e configurare KDE si trovano nell'articolo [[KDE (Italiano)|KDE]].<br />
<br />
===Xfce===<br />
====Generalità su Xfce====<br />
Xfce è un ambiente desktop (DE), tipo GNOME o KDE. Contiene una serie di applicazioni come: un'applicazione root window, un window manager, un file manager, un pannello, etc. Xfce è scritto utilizzando il toolkit GTK2 e contiene un proprio ambiente di sviluppo (librerie, demoni, etc.) simile agli altri grandi DE. Diversamente da GNOME o KDE, Xfce è leggero e progettato più sul modello di CDE che su quello di Windows o Mac. Ha un ciclo di sviluppo molto più lento, ma è molto stabile ed estremamente veloce. Xfce è ottimo per sistemi hardware più vecchi.<br />
<br />
====Installazione====<br />
Installare xfce con<br />
pacman -S xfce4 xfce4-goodies <br />
<br />
In kdm o gdm xfce compare nell'elenco delle nuove sessioni. In alternativa si può usare<br />
startxfce4<br />
<br />
Istruzioni avanzate per l'installazione e la configurazione di Xfce si trovano nell'articolo [[Xfce (Italiano)|Xfce]].<br />
<br />
===LXDE===<br />
====About LXDE====<br />
LXDE, (for ''L''ightweight ''X''11 ''D''esktop ''E''nvironment), is a new project focused on providing a modern desktop environment which aims to be lightweight, fast, intuitive and functional while keeping system resource usage low. LXDE is quite different from other desktop environments, since each component of LXDE is a discrete and independent application, and each can be easily substituted by other programs. This modular design eliminates all unnecessary dependencies and provides more flexibility. Details and screenshots available at: http://lxde.org/ <br />
<br />
LXDE provides:<br />
# The OpenBox windowmanager<br />
# PCManFM File manager<br />
# LXpanel system panel<br />
# LXSession session manager<br />
# LXAppearance GTK+ theme switcher<br />
# GPicView image viewer<br />
# Leafpad simple text editor<br />
# XArchiver: Lightweight, fast, and desktop-independent gtk+-based file archiver<br />
# LXNM (still under development): Lightweight network manager for LXDE supporting wireless connections<br />
These lightweight and versatile tools combine for quick setup, modularity and simplicity.<br />
<br />
Install LXDE with: <br />
# pacman -S lxde<br />
Add:<br />
exec startlxde<br />
to your ~/.xinitrc and start with ''startx'' or ''xinit''<br />
<br />
Further information available at the [[LXDE]] wiki article.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
===*box===<br />
====Fluxbox====<br />
Fluxbox © è un altro windowmanager per X.<br />
E' basato sul codice di Blackbox 0.61.1. Fluxbox assomiglia a blackbox e può gestire stili, colori, posizione di finestre e cose simili esattamente come blackbox (ha compatibilità al 100% con stili e temi).<br />
<br />
Installa Fluxbox usando <br />
pacman -S fluxbox fluxconf<br />
<br />
Se usi gdm/kdm come gestori dei login sarà aggiunta una nuova sessione fluxbox automaticamente. Altrimenti dovrai modificare il file .xinitrc del tuo utente ed aggiungere questo:<br />
exec startfluxbox<br />
<br />
Sono disponibili maggiori informazioni in [[Fluxbox]].<br />
<br />
====Openbox====<br />
Openbox è un window manager aderente agli standard, veloce, leggero ed estensibile.<br />
<br />
Openbox lavora con le tue applicazioni, e rende più facile la gestione del tuo desktop. Questo perchè l'approccio al suo sviluppo è stato l'esatto opposto di quello che sembra essere lo standard per i gestori di finestre. Openbox è stato scritto prima di tutto per essere aderente agli standard e lavorare a dovere. Solo quando questi requisiti sono stati soddisfatti, gli sviluppatori si sono concentrati sull'interfaccia.<br />
<br />
Openbox è perfettamente funzionale come unico ambiente di lavoro, o può essere usato come un rimpiazzo per i gestori di finestre predefiniti in GNOME o KDE.<br />
<br />
Installa openbox usando<br />
pacman -S openbox obconf obmenu<br />
<br />
Una volta che openbox è stato installato riceverai l'avviso di spostare menu.xml e rc.xml in ~/.config/openbox nella tua cartella home.<br />
<br />
mkdir -p ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/rc.xml ~/.config/openbox/<br />
cp /etc/xdg/openbox/menu.xml ~/.config/openbox/<br />
<br />
Nel file "rc.xml" puoi cambiare diversi impostazioni per Openbox (oppure puoi usare OBconf). In "menu.xml" puoi cambiare il menu che compare con il click del tasto destro.<br />
<br />
Per poter fare l'accesso ad openbox puoi fare il login grafico con KDM/GDM oppure con startx, nel qual caso dovrai editare il tuo ~/.xinitrc (come utente) e aggiungere <br />
<br />
exec openbox<br />
<br />
Per KDM non c'è nient'altro da fare, openbox è aggiunta nel menu "Sessioni" di KDM.<br />
<br />
Programmi utili per openbox sono:<br />
* PyPanel o lxpanel ise vuoi un pannello<br />
* feh se vuoi impostare lo sfondo<br />
* ROX se vuoi un filemanager semplice e le icone sul desktop<br />
<br />
Ulteriori informazioni sono disponibili in [[Openbox]].<br />
<br />
===fvwm2===<br />
FVWM è un manager di desktop virtuali per X estremamente potente e conforme alle specifiche ICCCM. Lo sviluppo è attivo, e il supporto è eccellente.<br />
<br />
Installa fvwm2 con<br />
pacman -S fvwm <br />
<br />
fvwm sarà automaticamente aggiunto al menu sessioni di kdm/gdm. Altrimenti aggiungi<br />
exec fvwm<br />
<br />
al .xinitrc del tuo utente.<br />
<br />
Nota che questa versione stabile di fvwm è vecchia di qualche anno. Se si desidera una versione più recenti di fvwm, c'è il pacchetto fvwm-devel disponibile in [extra] oppure provare fvwm-cvs da [AUR].<br />
<br />
==Delucidazioni & Ulteriori Informazioni==<br />
Ulteriori informazioni e supporto possono essere trovati all'[http://www.archlinux.it homepage italiana di arch] ,nell'[http://www.archlinux.org homepage ufficiale di arch], nei [http://www.archlinux.it/forum forum italiano] e [http://bbs.archlinux.org forum inglese ] , nei canali irc di Arch e nelle mailing list.<br />
<br />
Al pari delle indicazioni di questa guida, può essere altrettanto utile la [http://wiki.archlinux.org/index.php/Official_Arch_Linux_Install_Guide_(Italiano) Guida ufficiale di installazione di Arch Linux]. Inoltre, è disponibile una [http://www.archlinux.org/static/docs/arch-install-guide.html copia stampabile]<br />
<br />
==Applicazioni Utili==<br />
Per una lista di applicazioni utili, vedere [[Useful Applications (Italiano)|qui]].<br />
<br />
=Appendice=<br />
Vedere [[Beginners Guide Appendix (Italiano)|Appendice alla Beginner's Guide]]</div>
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